Il Ministro della Giustizia, Angelino Alfano in visita a Novara
Convegno organizzato dalla Camera Penale di Novara
Nove milioni tra processi penali e procedimenti civili pendenti non sono solo un freddo numero, non si discute di algebra ma di almeno 18 milioni di uomini e donne che hanno posto una domanda di giustizia allo Stato e pretendono risposta. Se non l’avranno perderanno fiducia non solo nella giustizia, ma nell’Italia.
Al Governo non è consentito limitarsi alle parole ma ha l’obbligo di raccontare ciò che ha fatto in questi quasi tre anni e continuare a lavorare per mettere in atto ciò che ancora intende fare. Al Governo spetta inoltre spiegare se ciò che ha fatto corrisponde a ciò che si era impegnato a fare, se ha mantenuto gli impegni con gli elettori ovvero se li ha presi in giro. Noi abbiamo l’orgoglio di avere realizzato una parte importante del nostro programma e di avere la ragionevole convinzione che nei prossimi anni lo completeremo.
Le tracce del lavoro del Governo non sono rimaste chiacchiere ma si trovano pubblicate nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana. Tra le molteplici cose possiamo segnalare tre obiettivi: la velocità dei processi, la volontà di riorganizzare il sistema carceri con cospicui investimenti e la lotta alla criminalità organizzata.
Velocità dei processi
Termini dimezzati in tutte le fasi processuali; introduzione di un filtro all’accesso in Cassazione perché non tutto e non sempre merita tre gradi di giudizio; il Giudice può stabilire con propria sentenza o propria ordinanza un’ulteriore condanna per il già condannato che non esegue l’ordine del Giudice; chi gioca ad allungare i tempi del processo patisce una sanzione che arriva fino alla estinzione del processo stesso; le parti possono accedere ad un procedimento di conciliazione per dirimere la controversia attraverso organismi specializzati senza ingolfare i Tribunali e ottenendo una giustizia più rapida. Il tutto consapevoli che se diminuiranno le cause che entrano nel sistema Giustizia migliorerà la sua resa complessiva; a breve, dalla giungla dei quasi 30 riti della procedura civile italiana passeremo a pochi ed efficaci riti. C’era una Giustizia che produceva 28 milioni di notifiche cartacee l’anno impegnando 5.000 dipendenti, per questo, si è introdotto per decreto l’obbligo della posta elettronica certificata (PEC) facendo sì che i protagonisti del processo dialoghino attraverso il computer.
Il sovraffollamento delle nostre carceri – che presenta un saldo attivo di circa 700 persone al mese – è tale che può essere affrontato solo con gli strumenti previsti in caso di emergenza.
La dichiarazione dello stato di emergenza è il punto di partenza dell’articolato piano di intervento del Governo per risolvere il sovraffollamento degli istituti penitenziari.
I finanziamenti per realizzare il Piano sono stati già individuati: 500 milioni di euro risultano stanziati in Finanziaria e altri 100 milioni di euro provengono dal bilancio della Giustizia. 50 milioni riguardano il Piemonte come affermato dal Governatore, Roberto Cota, con la costruzione costruzione a Torino di un nuovo istituto penitenziario con una capienza di 450 detenuti e ad Alessandria di un padiglione detentivo da 200 posti.
Lotta alla criminalità organizzata
Su questo versante si è concepito e scritto norme antimafia che hanno portato a confische e sequestri per 10 miliardi di euro con la relativa creazione di un fondo alimentato dai beni sottratti alla criminalità che in questo modo vengono devoluti al Ministero della Giustizia e a quello degli Interni per combattere la criminalità stessa. Con le nostre leggi il carcere duro che è diventato durissimo; è stato abolito l’avvocato pagato dallo Stato per i boss condannati per mafia e che si dichiarano nullatenenti; sono stati arrestati i più pericolosi latitanti; è diventato più incisivo il contrasto al racket delle estorsioni e all’usura; si è previsto l’ergastolo per l’omicidio commesso in occasione di una violenza sessuale; è stato introdotto il gratuito patrocinio per le vittime della violenza sessuale e l’obbligo di arresto per i reati di prostituzione minorile e di violenza sessuale; inoltre è stato introdotto il del reato di atti persecutori (stalking). E ancora è stato varato il piano straordinario per la realizzazione di nuove carceri evitando indulti e amnistie nonché prevista una corsia preferenziale per i processi tendenti ad accertare i responsabili degli incidenti sul lavoro; è stata istituita la banca dati del DNA per facilitare l’identificazione degli autori dei delitti e stabilite sanzioni più severe per chi sabota il Made-in-Italy e opera contraffazioni.
Comprendiamo, dice il Ministro Alfano, che per molti parlare è bello e comprendiamo anche che le parole sono importanti, ma siamo ancora più convinti che le parole da sole non bastino e che ci vogliano i fatti. Perciò, lasciamo le parole a chi non ha la responsabilità del fare. Anche sulla Giustizia il Governo Berlusconi è il Governo del fare e del fare per i cittadini.
Filed under: Analisi Politica, Associazioni, Novara città