La città vista da Benozzo Gozzoli e Ambrogio Lorenzetti (in basso a sinistra), particolari
Come erano le città del Medioevo prima che le rendessimo ruderi romantici dalle mura di pietra? Benozzo Gozzoli soddisfa questa vecchia e legittima curiosità: erano invero delle follie di colore. La campagna si distingueva dalla città perchè la città era un manufatto nel quale trionfava il colore. sia Giotto sia Gozzoli, ma anche Lorenzetti, lo testimoniano, esattamente come lo narrano le migliaia di miniature celate nei codici.Abbiamo purtroppo perso con gli anni gli intonaci e la cultura medioevalistica ottocentesca ha assunto una piega estetica totalmente falsa. Anche la nota dichiarazione di André Malraux: "quand les cathédrales étaient blanches", quella che servì ad iniziare la ripulitura di Notre-Dame a Parigi per toglierle il nero dei fumi ottocenteschi e farne l'opera che si vede oggi, corrisponde ad un falso. Recentemente ad Amiens, con una geniale video proiezione di luce e musica, si è restituita al pubblico una immagine notturna che riprende i colori storici. Gli stessi si ritrovano stabili grazie ad un restauro cromatico filologico sulla facciata della cattedrale di Limburg an der Lahn.
Cattedrale di Limburg an der Lahn
In tema con questo argomento vi consiglio la lettura di l'Autunno del Medioevo, dove Huizinga dedica una grande attenzione alle follie cromatiche del tardo Medioevo, quelle che andavano a distinguersi dal cromatismo di una campagna coltivata dove i contadini erano monocromi nelle loro vesti frugali, dove i monaci erano ancor più dediti ai simboli della povertà, a tal punto che le vesti erano del colore che la pecora forniva e il nero era considerato un'eccezione!Fonti: Guardar lontano, veder vicino, Philippe Daverio, Rizzoli, Milano, 2014