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I colori di Zagor: primo albo “Color” per lo “Spirito con la scure”

Creato il 22 agosto 2013 da Lospaziobianco.it @lospaziobianco

I colori di Zagor: primo albo Color per lo Spirito con la scure Zagor Walter Venturi Sergio Bonelli Editore Moreno Burattini Jacopo Rauch In Evidenza

E così si presenta come la punta di un ficcante tridente Bonelli che ha come altri spuntoni Dylan Dog e Tex. È il raggiungimento di un obiettivo che ha come protagonisti i suoi sceneggiatori, i quali hanno saputo rivitalizzare un personaggio che due decenni fa sembrava destinato a una inesorabile decadenza.

L’onore di realizzare il soggetto di questo primo Color Zagor non poteva non essere, pertanto, dell’attuale, curatore della serie, , uno degli artefici (insieme a Mauro Boselli) di quella gloriosa rinascita.
Burattini lascia la sceneggiatura a Jacopo Rauch, espressione delle nuove leve, sicuramente uno degli autori più interessanti dell’attuale universo zagoriano.

Capitano Fishleg e variopinta ciurmaglia

Il prescelto, quale coprotagonista, è Charles Humboldt, alias Capitano Fishleg. Una preferenza, questa, carica di significati. Ricordiamo infatti che Fishleg e la sua ciurma significano nell’immaginario di molti zagoriani la rinascita dell’eroe concretizzatasi nell’avventura  L’esploratore scomparso (Zagor Gigante n. 345) [1] di Boselli (sebbene il rilancio dell’eroe fosse partito già qualche anno addietro).

Le variazioni cromatiche, peraltro, ben si addicono al più eterogeneo equipaggio che abbia navigato sulle acque del globo fumettistico, vero compendio del pluralismo culturale che si addensa intorno al mondo di Zagor. Infatti cosa c’è di più variopinto e colorato, dentro e fuori di metafora, dell’allegro equipaggio della Golden Baby? E così, se nella precedenti avventure della Golden Baby avevamo potuto apprezzare le diversità etniche dell’equipaggio di Fishleg, adesso possiamo finalmente scoprire le tonalità cromatiche dei volti e dei corpi di quegli irresistibili personaggi, fra cui spicca l’epidermide bruna di Ramath.

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Moreno Burattini sfodera un soggetto che si avvale di suggestioni letterarie di altissimo pregio, a partire dal necessario riferimento al Moby Dick sino al dettaglio del dramma di una vita accompagnata da un senso di colpa troppo grande per poter essere integralmente sostenuto da un individuo probo come Fishleg. Sullo sfondo, una diabolica e imponderabile entità malvagia, pressoché impalpabile per metà abbondante dell’avventura, sembra addirittura sfuggire alle regole della natura.

I colori di Zagor: primo albo Color per lo Spirito con la scure Zagor Walter Venturi Sergio Bonelli Editore Moreno Burattini Jacopo Rauch In Evidenza
Il lettore, progressivamente, con arte, è portato a credere che Nicholas Damon, l’inquietante avversario di Fishleg, possa essere l’incarnazione terrena del Maligno. Ovvero può immaginare che l’ambizioso capitano, tornato da un passato indicibile, abbia potuto suggellare un patto con l’Antico Avversario dell’umanità.

Il possente cetaceo, che l’uomo, unico sopravvissuto al naufragio, scorge, quale immenso leviathan, diviene, in questo contrasto con l’oscuro, simbologia del Bene. Di fatto il capodoglio rappresenta non solo la salvezza per Fishleg ma anche la costruzione dell’uomo nuovo, cui viene innestata la “gamba di pesce” su cui è incisa la sua storia. Storia che, procedendo nella lettura dei simboli, non potrà mai più essere cancellata, dal corpo come, neppure, dal cuore né dalla mente. Potrà essere, però rifinita, come vedremo, da un’ultima incisione.

Il disseminare copioso di topoi, sia narrativi che più puramente iconografici, misteriosi e inquietanti, forma, attraverso un ritmo d’incalzante ascesa, un’atmosfera squisitamente gotica e surreale.

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La parte magica e orrorifica del racconto ha avvio in una notte gelida e nevosa. Un succedersi denso di eventi, farciti di segni narrativi (l’insegna della locanda, i lampi e la pioggia, il maniero, la gargolla gotica, un mefistofelico personaggio, l’ampolla e la coppa, ecc.) ripresi dalla letteratura di genere, ipnotizza il lettore, sino a quando, proprio nel punto centrale della narrazione, le suggestioni sfociano in una deludente normalità narrativa. Succede quando l’invito del misterioso signore rivolto a Zagor (p. 72 e ss.) ad entrare nella sua magione si rivela una prosaica trappola. Seguirà consueta scazzottata, uguale a tante altre, e da questo momento la poesia diviene nuda prosa.

Dal sublime al meno elevato

L’atmosfera di suggestivo mistero, che abbiamo sino a questo momento tanto apprezzato, si dissolve in un’ordinaria avventura, volgarizzata, perlopiù, dalla banale soluzione narrativa di cui si serve l’autore per spiegare la presenza nel racconto di un giovane Damon. E succede così che il gotico delle prime pagine si disgrega in feuilleton, il romanzo diventa fotoromanzo e l’epica diviene circostanza.

Sia ben chiaro: non è che manchino spunti interessanti anche nella seconda parte del racconto. Cico assume un ruolo fondamentale: tenta in ogni modo di salvare il suo compagno, fronteggiando la pusillanimità che è connaturata al suo personaggio, la cui coerenza, per questo, non verrà mai tradita. Le pagine conclusive assumono nuovamente i toni dell’epica. La giustizia finale è del capitano Fishleg che la raggiunge attraverso il simbolo di quel che è divenuto: un vecchio arpione, arrugginito ma ancora efficace. Suggestive le immagini della dimora del male, simboleggiato da una gargolla già vista, avvolta, adesso, nelle fiamme della purificazione. Bella l’inquadratura finale che evidenzia sulla gamba d’osso di balena di Fishleg, l’incisione del simbolo dello Spirito con la Scure, a suggello di una storia che si è definitivamente conclusa.

Sceneggiatore e disegnatore

Veramente buono il lavoro di Jacopo Rauch come sceneggiatore, cui si deve principalmente il ritmo avvincente e incalzante della prima parte, ma il cui intervento garantisce in ogni situazione rigore, puntualità ed equilibrio.

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Solo lodi per il disegnatore Walter Venturi, alla sua prima prova con Zagor in un appuntamento tanto impegnativo. Questo artista è dotato di un tratto preciso e ordinato che porta a una straordinaria chiarezza espressiva. In tutte le centoventisei tavole mantiene un costante livello di qualità e non rinveniamo pecche in alcuna delle vignette. Questa singolare  perfezione si accompagna, come succede solo ai grandi artisti, a uno stile assolutamente personale.
Venturi esprime una caratterizzazione caricaturale dei volti non accentuata ma utile a regalare una piacevole personalizzazione dei personaggi, in particolare di quelli di secondo piano. Da notare anche, in particolare nelle fasi più enfatiche della vicenda, la propensione ad allungare le linee per tendere i volti dei personaggi, sino a smussare le curve a favore degli angoli.
Anche l’uso del chiaroscuro, esaltato dal colore, è sempre azzeccato ed eloquente. C’è un pizzico dell’ultimo Magnus in Venturi, di quel Magnus, per intenderci, che aveva realizzato quel capolavoro grafico  che risponde al nome de La valle del terrore (Tex, Albo speciale n. 9, Sergio Bonelli Editore, 1996).

In conclusione

Si può dire che questo I fantasmi del capitano Fishleg sia stato un buon albo di esordio per la collana. Un buon albo che poteva però diventare epico, se solo Burattini avesse avuto la tenacia di percorrere fino in fondo quel sentiero narrativo di mistero e fantasia, così bene dettagliato in inizio d’avventura, e che risulta peraltro tanto connaturato al personaggio.

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Abbiamo parlato di:
Color Zagor, n. 1 I fantasmi del Capitano Fishleg
Moreno Burattini, Jacopo Rauch, Walter Venturi
Sergio Bonelli Editore, agosto 2013
130 pagine, brossurato, colori – € 5,50

Note:

  1. si veda la disanima condotta nell’ambito dello Speciale: Omaggio a Zagor [↩]

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