Ed eccomi qui dopo 15 giorni di silenzio….silenzio sul blog, ma io in silenzio proprio non ci sono stata…mannaggia quante me ne sono capitate…altro che silenzio…
Ma fa nulla dai, ora sto meglio e mi metto a scrivere così mi passa tutto…è terapeutico per me…
Domani vado a scuola….vi ho mai detto quanto è traumatico per me andare a scuola a Sydney?
No, no, non parlo del corso orgnizzato al contrario (il primo giorno ti chiedono di fare una marketing research completa e all’ultima lezione ti spiegano che cosa è il marketing) o delle ore di studio massacranti in classe che l’università in confronto è una passeggiata, dei compiti improponibili, dei trainers allucinanti e allucinati e della puzza di noodles che aleggia a qualsiasi ora in qualsiasi stanza…
no…..parlo del tragitto da casa mia a scuola……
Ogni volta che arrivo in classe penso: e vai, anche oggi l’ho spuntata, sono sopravvissuta…..che culo!!
Perchè sti australiani mi danno da pensare alle volte…alle volte io penso che non siano nemmeno umani…mi fanno paura..
Allora dovete sapere che qui aSydney, nella city principalmente, il lavoro più comune è quello da ufficio, più gettonato per l’evidente rilassante orario: lunedì-venerdì dalle 9 alle 5 e il week end liberi tutti…e non sia mai che questi lavorino nel week end, ma per carità…
Si dà il caso che pure l’orario della mia mitica scuola (avete presente l’accademia del famoso film Scuola di Polizia? Ecco, loro sono più seri…) è dalle 8,30 del mattino fino alle 3,45 del pomeriggio con 45 minuti di pausa pranzo…neanche al militare penso abbiano una pausa così corta….:-D
E’ quindi logico per me incontrare questi signori che vanno in ufficio ogni mattina….
E voi penserete…quindi? Che ce frega?
Un momento, ora ci arrivo….
La maggior parte di questi canguri vive fuori città e si alza quindi almeno due ore prima di arrivare al lavoro.
Io pure…..
Ma io dopo un caffè, un po’ di aria fresca, una passeggiata fino alla stazione..ecco, io poi mi riprendo…so di essere al mondo, so come mi chiamo, chi sono, più o meno da dove vengo (non so ancora dove vado, ma pazienza…) insomma, so di esistere.
Loro, i commuters (quelli che si recano a lavoro con il treno ogni mattina…mi pare che in italiano sia tipo pendolari….) ecco loro, non realizzano subito….
Loro sono in coma…….perenne….
O almeno fino alle nove….quando si siedono alla scrivania, ingurgitano il quinto caffè della mattina, accendono il pc e solo quando il capo dà loro il “Goodday, mate!” cominciano a realizzare che sì’, anche loro esistono e hanno un compito: arrivare alla fine della giornata…
Ora qualcuno di voi penserà: anche io sono in coma al mattino, sono stanco, non realizzo e via dicendo…si lo so e capisco. Ma loro sono oltre tutto questo.
E la cosa sconcertante è che si comportano tutti allo stesso modo!!
Sembrano replicanti…mi viene in mente il film Blade Runner e chiedo scusa se sto ferendo la sensibilità di qualche adoratore del film che vede male l’accostamento…ma questi fanno davvero paura…Rutger Hauer qui ci starebbe proprio bene…
Salgono sul treno, si siedono sempre allo stesso posto (lo so perchè lo noto ogni mattina), sentono l’Ipod o leggono il giornale fino a destinazione. Nessuno parla. C’è un silenzio imbarazzante che rende la ripresa (lo svegliarsi, chiamatelo un po’ come volete…) ancora più duro secondo me…perchè se parli con qualcuno cominci a mettere in moto le celluline grigie, come le chiama il detective Poirot, e magari arrivi più sveglio a lavoro….
E non sia mai che i signori seduti facciano posto alle signore in piedi…naaaaaaaa.
La cavalleria è morta...
Gli uomini sono buffi: vestiti con giacca,pantolni e cravatta, molti di loro non portano la ventiquattroe come da noi, no…hanno lo zainetto sulle spalle!!! Dentro hanno il pranzo, giornale e altre cazzate, ma non si portano valigiette!! Ma ve li immaginate?
Come vedere da noi banchieri o impiegati con gli zianetti sulle spalle, tipo quelli dei ragazzini….ma le risate che mi faccio al mattino non le potete capire…
I treni sono a due piani. Ma vicino a ogni entrata ci sono sempre due file di sedili, una di fronte all’altra, dove possono sedersi circa otto persone, quattro per lato.
Io spesso mi sistemo in questi posti. E davanti a me si siede sempre il solito personaggio che sale esattamente dove salgo io, quando il treno è ancora vuoto. Alto, sulla cinquantina, capelli biondo-grigio…più grigio che biondo ma un tempo devono essere stati davvero biondi…e un colore do occhi che mi fa venire in mente il ghiaccio scuro…
Un bel cinquantenne australiano, vai….
Scusate di nuovo l’analogia con Blade Runner, ma è sputato Rutger Hauer e ha la stessa espressione malinconica-superba che ha l’attore in quel film…l’espressione un po’ mesta di uno che nella vita ne ha viste troppe, ma mica te le può raccontare tutte….
La settimana scorsa era più cupo del solito. Me ne stavo seduta sempre al solito posto (pure io mi sto convertendo allo stile comatoso…) e giocavo con il telefonino. Intorno a me c’erano i soliti commuters in coma, sentivo solo il rumore del treno…
Lui era, come sempre, seduto di fronte…
Guardava dritto…il suo sguardo, essendo alto, immagino, più di un metro e novanta, finiva abbondamente sopra la mia testa…visto che la sottoscritta non arriva al metro e sessanta da scalza…e non ridete perchè altrimenti chiudo il blog oggi!
Sembrava una statua. A un certo punto il suo telefonino si è messo a squillare…..squillare è una parola grossa, il mio squilla, il suo emetteva un suono da marcia funebre….in linea con il personaggio…
Ha guardato il display, indeciso se prendere la chiamata o meno. Poi, probabilmente mosso da un briciolo di umanità che deve essergli rimasto da qualche parte (io penso sia un replicante…sicuro…) o forse solo per opportunismo (non so chi lo abbia chiamato) ha deciso di rispondere.
Sempre con lo sguardo fisso sopra la testa della nanetta…ed ecco il testo della conversazione:
“Yes”…
“Yes”….
Battito di ciglia
“No…”
Deglutisce
“I see…” (capisco..)
Poi chiude la conversazione, sempre con lo sguardo fisso nel vuoto..
Nessuno lo nota ovviamente. Se commetti un omicidio a Sydney in pieno centro, prima delle nove del mattino, vai tranquillo che non ti si fila nessuno….
Io lo noto. E potete immaginare la mia epsressione abbastanza scioccata….Ero senza parole, perchè davvero non mi sembrava per niente naturale quella scena…
Lui deve essersi accorto del mio shock perchè mi ha guardato. Si, per un attimo i piccoli occhi ghiaccio scuro del replicante hanno incrociato quelli grandi color tronco di albero della maghetta…che ce li aveva belli spalancati tipo Saylor Moon….
Stava per dire qualcosa…ma grazie al cielo, prima che iniziasse a raccontarmi delle cose che lui ha visto e che io non posso immaginare e delle navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione, il mio treno è arrivato a destinazione e sono letteralemnte scappata dal vagone, più veloce di Saylor moon!
Mi sono diretta verso la scuola che si trova nel sobborgo di Sydney più trafficato dai commuters…io non camminavo, mi facevo trascinare da questo fiume di replicanti che si dirigeva nella stessa direzione…
Alcuni di loro si sono fermati a prendere l’ennesimo caffè, altri hanno sostato in un coffee shop per prendere un muffin e un coffee (qui molto fanno colazione con doppio latte e muffin al cioccolato o banan bread…roba sana….una manna per la salute…sarà per questo che sono tra il popolo con il tasso di obesità fra i più alti, se non il più alto, al mondo?)…
mmmmm......
Io mi sono fermata a prendere il mio long macchiato (tanto caffè e poco latte, in sostanza) al mio solito coffee shop (sto diventando come loro, mi sto trasformando….) e poi sono filata a scuola…
Lungo il tragitto è successo quello che sapevo, prima o poi, tra questa mandria di gente in coma perenne, sarebbe capitato…
Andavo a passo spedito perchè erano già le 8,25 e mi dava fastidio arrivare in ritardo…sono sempre la prima, gli altri arrivano sempre tardi, ma non ci posso fare nulla..
Dicevo….camminavo speditamente…a un certo punto, no so bene per quale motivo, ho girato la testa verso destra, guardando dall’altra parte della strada, mentre continuavo a camminare….
Anche un’ australiana che arrivava in senso opposto al mio guardava da un’altra parte…in aria per l’esatezza…ognuno guarda un po’ quello che vuole alle 8 del mattino…no?
Ed è successo….boooooom!!! Che tranvata! Ci siamo proprio accozzate. Lei non aveva niente in mano, le è solo caduta la borsetta, io avevo il mio long macchiato che nell’impatto è finito sulla mia giacca e i miei jeans…puzzavo di caffè dalla testa ai piedi….che spettacolo….
Ora io potrei dire che è stata colpa di entrambe…concorso di colpa dai…due stordite che camminano senza guardare dove vanno…..però siccome il danno maggiore l’ho subito io, l’australiana si è scusata cinquecento volte. Con il sorriso in faccia, come se fosse appena successa una cosa davvero divertente e piacevole.
Io ero nera, Saylor Moon versione incazzata….ma questa continuava a sorridere e a dire “sorry” e non me la sono sentita di incazzarmi…me ne sono andata gentilemnte…poi quando lei era a distanza, mi sono fermata. Ero a circa dieci metri dalla scuola.
Ho cercato dei fazzoletti nel mio zaino strapieno che in confronto la borsa di Mary Poppins e le tasche di Eta Beta sono vuote…ma ovviamente i fazzoletti non c’erano..
E qui è successo quello che forse in Italia non sarebbe successo. Non perchè siamo cattivi, mai e poi mai lo penserei, ma perchè, semplicemnte, forse non ci pensiamo…
Mentre smantellavo lo zaino alla ricerca di un qualche tessuto che potesse tamponare la puzza di caffè, si è avvicinata un’altra australiana. Più giovane, la mia età forse (sono giovane….).
Mi ha chiesto se era tutto a posto e mi ha porto un pacchetto di fazzoletti. Ne ho preso uno e l’ho ringraziata di cuore. Ma lei mi fa: “Tranquilla, tieni pure tutta la confezione, io non ne ho bisogno”. Mi ha salutato e se ne è andata….
E io sono rimasta così, in piedi, a guardare il pacchetto di fazzoletti, con lo zaino per terra e la puzza di caffè che non se ne andava….
mi sono fermata a pensare a quel gesto. Così naturale, penserete voi, eppure ai miei occhi è sembrato qualcosa di eccezionale.
Sarò stupida a notare cose come queste? Può essere…però se le noto e ci faccio così caso e mi stupisco così tanto, un motivo ci deve pure essere…
Comunque, alla fine sono arrivata in classe poco dopo il solito orario, …..l’acuto trainer deve aver notato l’enorme macchia di caffè che partiva dalla mia giacca fino ad arrivare poco sotto la cintura dei pantaloni e mi ha chiesto se andasse tutto bene. Era pronto a ricevere una risposta perlomeno neutra, ma io me ne sono uscita con:
“Io a sti australiani voglio troppo bene…” :-D
Gliel’ho detto in italiano, ma penso che abbia capito…
Ma si..viva i commuters, viva il coma e , soprattutto, viva Blade Runner!!! Grande film….