Speciale: Topolino 3000
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La letteratura del fantastico è ricca di viaggi in luoghi immaginari o esotici e inesplorati. Se nel secondo caso l’autore deve esercitare la propria immaginazione per descrivere un mondo alieno ma al tempo stesso riconoscibile, come può accadere ad esempio nei viaggi lunari descritti da Ludovico Ariosto o da Johannes Kepler, nel primo caso, invece, l’autore immagina luoghi e situazioni completamente alieni. In particolare in questo secondo genere di storie i classici di riferimento hanno tutti degli intenti che vanno oltre l’esplicito obiettivo dell’intrattenimento. Si va, per esempio, dai Viaggi di Gulliver di Jonathan Swift dove l’idea è quella di criticare la società britannica attraverso l’interazione del protagonista con culture differenti, ai didattici Flatlandia del reverendo Abbott e Alice nel Paese delle Meraviglie (e il suo seguito, Attraverso lo specchio) di Lewis Carroll. Entrambe queste due ultime opere, infatti, presentano un contenuto di matematica (in particolare la prima) e di logica (soprattutto Alice) abbastanza evidente e non solo a un lettore attento. In particolare, però, è il mondo ideato da Carroll che è entrato nell’immaginario collettivo anche grazie al lungometraggio animato disneyano del 1951 diretto da Hamilton Luske.
Luske, che iniziò la sua carriera come direttore con il Pinocchio del 1940, proporrà nel 1959 in Paperino nel Mondo della Matemagica una sorta di compendio al Paese delle Meraviglie: non solo la scena iniziale quando l’ingresso di Paperino nel bosco della matematica ricorda la passeggiata di Alice, ma c’è anche l’esplicito riferimento ad Attraverso lo specchio e alla partita a scacchi su cui si fonda l’intero romanzo. E’ anche molto interessante notare come subito dopo la partita il cortometraggio esalti il potere di immaginazione della mente matematica, quasi volendo ulteriormente omaggiare Carroll e le partite mentali a scacchi che era solito giocare da solo o in compagnia durante le sue passeggiate al parco(1).
Ad ogni modo l’utilizzo creativo ma comunque rispettoso della scienza all’interno dei mondi fantastici disneyani trova le sue basi proprio in queste due opere di Luske, e vedrà , però, grande interprete di questa linea narrativa prima il Pippo di Chendi e Bottaro(2) e successivamente lo sceneggiatore Fabio Michelini, che riprenderà in particolare proprio quel Pippo, che avrà un ruolo centrale in alcune delle storie più belle dello sceneggiatore, come la mini-saga in tre puntate che vedrà Topolino e il suo amico interagire con un personaggio profondamente carrolliano nella sua apparente assurdità : il coniglio rosa Pacuvio.
Il coniglio, creato graficamente da Luciano Gatto, compare all’improvviso un pomeriggio nella soffitta di Pippo nella storia Topolino e l’incredibile Bosco Fiorito facendosi annunciare dai versi:
Gippi Gioppi, Gippi Giò
Io problemi non ne ho
Probabilmente giunto attraverso uno specchio, anch’esso comparso dal nulla, come il Bianconiglio, parlando però in rima, invita i due amici Topolino e Pippo a seguirlo attraverso l’apertura multidimensionale per andare, secondo Pippo, a una festa in maschera. Prima di giungere al Bosco Fiorito del titolo, però, Michelini e Gatto si sbizzarriscono un po’, mostrando i poteri del personaggio e le sue possibilità narrative: Pacuvio, infatti, grazie al magico pennello con il quale può letteralmente disegnare la realtà che lo circonda, si dimostra una via di mezzo tra Mr. Mxztplk e l’Uomo Impossibile. Il coniglio rosa porterà i due amici attraverso mondi differenti: una città futuristica, una scena da Viaggi al centro della Terra, una foresta alla Tarzan e una discesa all’interno di un diamante, il tutto inframmezzato da pause in un mondo completamente bianco, che richiama alla mente la mappa bianca utilizzata dai cacciatori della carrolliana Caccia allo snaulo
Aveva comprato una grande mappa che rappresentava il mare,
Senza la minima traccia di terra:
E l’equipaggio fu ben lieto quando scoprì di viaggiare
Secondo una mappa che tutti loro riuscivano a capire.
Cosa che a Topolino riusciva un po’ difficile, vedendo Pippo e Pacuvio violare apparentemente la legge di gravità , ma d’altra parte, come insegna il gioco del Pac-Man, esistono anche spazi geometrici piatti dove le leggi della dinamica non sono quelle usuali.
O più semplicemente il mondo in bianco rappresenta una vera e propria pagina bianca, una rappresentazione del blocco creativo dell’artista che tornerà successivamente in un’altra storia di Michelini, Paperino e la storia (in)finita disegnata da Roberto Santillo.
Il Bosco Fiorito, invece, è una vera e propria esplorazione di quello che potrebbe essere un mondo completamente popolato da piante antropomorfe, laddove nel Paese delle Meraviglie l’interazione tra Alice e i fiori parlanti rappresentava semplicemente un piccolo episodio. In questo caso Michelini e Gatto dopo aver rappresentato un mondo bucolico popolato da piante intelligenti, inseriscono un accenno molto leggero, ma comunque percettibile, al problema dei cambiamenti climatici e del controllo del tempo(3): sulle teste degli abitanti di Bosco Fiorito, infatti, si alternano un po’ a capriccio il bello e il cattivo tempo, e toccherà proprio a Topolino e Pippo risolvere la situazione per conto degli abitanti del bosco. E’ qui che viene esaltata la personalità particolare di Pippo, che si ritrova, con tutta la sua ingenuità , a camminare senza alcun problema sulle nuvole e a chiacchierare amichevolmente con entità dai poteri praticamente divini raccontando loro battute e freddure anche un po’ vecchie con un successo incredibile, almeno fino all’avvento dell’immancabile gaffe, che costringe i nostri eroi a una fuga precipitosa e a chiedere l’aiuto di Pacuvio. La penultima scena, quella del ritorno a casa, è poi un delizioso miscuglio tra la stessa Alice nel Paese delle Meraviglie e il Mago di Oz, mentre la storia si chiude con un’ultima pagina dove, prima della Fine, ovviamente disegnata col pennello, Pacuvio annuncia il suo ritorno.
I lettori dovranno aspettare il 1988 quando Topolino, svegliato nel cuore della notte dalla sua sveglia animata improvvisamente, inizia il suo viaggio verso L’incredibile Mondo Tic-Tac(4). La struttura è carrolliana: la sveglia, che si ingrandisce opportunamente, trascina Topolino con se con la scusa del ritardo. A questo punto, utilizzando vari mezzi fantastici, come un orologio a pendolo, una cabina telefonica, una moto-razzo presa in prestito da Ezechiele Lupo ma che sembra uscita dal laboratorio di Wile E. Coyote, arrivano finalmente nel Mondo Tic-Tac dove, ad attenderli, ci sono ovviamente Pippo e Pacuvio.
A questo punto, un po’ come nel Mondo della Matemagica, si procede su binari più esplicitamente didattici, con la rappresentazione delle ore (quelle che passano lentamente, quelle che non passano mai) e dei minuti primi e secondi (dei bambini che corrono tutti sempre più veloci). A proposito dei bambini-corridori, Pippo osserva come i minuti secondi, nonostante corrano più veloci dei minuti primi, arrivano sempre dopo (come dice anche il loro nome) e questo gli suona strano, quasi quanto l’affermazione della Regina Rossa in Attraverso lo specchio:
Devi correre più veloce che puoi per restare nello stesso posto
Citazione, questa, che si può apprezzare se si pensa un attimo ai sistemi di riferimento: è abbastanza semplice immaginare che se un oggetto corre, si sta muovendo, ma se questo corre all’interno di un treno, per restare sempre nello stesso punto rispetto ad un osservatore esterno, questo deve correre il più velocemente possibile, alla velocità del treno, e nella direzione opposta.
Come è facilmente intuibile, Pippo si propone in gran forma: non è solo un ottimo insegnante, ma abbondano i giochi di parole e le assurdità apparentemente illogiche, situazioni che in matematica altro non sono che i classici paradossi. Ovviamente il concetto viene rappresentato in modo semplice e nello spirito carrolliano (senza però seguirlo con idee troppo complesse), come nel modo in cui Pippo convince Pacuvio a non affettare Topolino che ha semplicemente pensato di chiamarlo utilizzando Pacuvio, nome che non piace al coniglio!
Da confrontarsi, non tanto per il contenuto quanto per lo stile, con il seguente passo tratto da Attarverso lo specchio:
- So cosa stai pensando – disse Tweedledum, – ma non è affatto così.
- Al contrario – continuò Tweedledee, – se così fosse, potrebbe esserlo; e se fosse stato così, lo sarebbe stato, ma siccome non lo è, non lo è. E’ la logica.
Oltre agli aspetti paradossali legati alla logica e che storicamente saranno molto importanti per la storia della matematica(5), la storia pesca abbondantemente anche negli enigmi temporali ideati da Carroll. Il più noto è certamente quello legato al tè del Cappellaio Matto, in cui il tempo è fermo in modo tale che sia sempre l’ora del tè. In questa punto, nella versione annotata di Alice a cura di Martin Gardner, il grande matematico-divulgatore ricorda come Arthur Stanley Eddington in Space, time and gravitation ha accostato questa deliziosa e divertente scenetta con la teoria della relatività e in particolare con il modello sviluppato da de Sitter(6), che prevede l’esistenza di porzioni di cosmo in cui il tempo si è fermato.
I nostri eroi, nella loro esplorazione del Mondo Tic-Tac, arrivano poi al Museo del tempo andato dove sono riuniti una serie di orologi differenti, ognuno a segnare un orario differente, con riferimento esplicito, se non addirittura esaltato, all’enigma proposto da Carroll su The Rectory Umbrella:
Quel è il migliore, l’orologio che segna l’ora giusta solo una volta l’anno o l’orologio che segna l’ora giusta due volte tutti i giorni?
Il rompicapo prosegue su uno stile non molto differente dal dialogo sopra citato tra Tweedledum e Tweedledee fa il paio con il dialogo tra Pippo e l’orologio raffreddato, dove l’amico di Topolino, con grandissima naturalezza, suggerisce di utilizzare il raffredd-ore per rinfrescare le ore più calde della giornata!
L’orologio di Pacuvio, infine, è solo una versione leggermente semplificata dell’orologio bislacco del professore tedesco in Sylvie e Bruno. Questo orologio, che misura il tempo tanto accuratamente quanto una pendola e che ha dalle sei alle otto lancette, è un Orologio Bizzarro
che possiede la peculiare proprietà che, invece di seguire il tempo, è il tempo che segue lui.
Il tempo non ha alcun effetto sull’orologio del Professore, anzi, se si muovono le sue lancette, è il tempo a cambiare! Questo vuol dire che, se si spostano le lancette indietro nel tempo è possibile rivedere le azioni avvenute e, una volta che si ha la possibilità di riviverle, eventualmente anche cambiarle alla luce delle informazioni precedentemente acquisite. Ovviamente le molte lancette dell’orologio servono per determinare come devono avvenire gli avvenimenti, e a tale scopo c’è anche un bottoncino particolare, il bottoncino dell’inversione:
Se lo premi, gli eventi dell’ora successiva accadono in ordine inverso.
Ovvero avviene una sorta di inversione della freccia del tempo. A questo proposito, sempre Gardner in Can Time go Backward? (pdf) su Scientific American 216 del gennaio 1967, ha modo di scrivere:
Se proviamo a immaginare un individuo i cui completi processi corporali e mentali sono invertiti, cadiamo nella difficoltà della peggior specie.
Il punto centrale è l’impossibilità nel rivivere le esperienze passate soggettive e questo per il semplice motivo che il resto del mondo continua a muoversi avanti nel tempo e quindi nessuna delle esperienze passate, ciascuna legata anche alla condizione specifica del mondo esterno, può essere duplicata. Dunque l’applicazione di differenti frecce del tempo all’individuo conduce a non sensi e contraddizioni, a meno di non andare al mondo quantistico, dove la storia è completamente diversa.
A questo punto, allora, abbiamo bisogno di un sistema in grado non solo di regolare il tempo soggettivo, ma di tutto l’universo, ed è proprio quello che fa il cipollone di Pacuvio che, come notato da Topolino, è in grado di regolare il tempo del Mondo Tic-Tac e di tutti i suoi abitanti, senza però avere la possibilità di cambiare gli eventi. Sfruttando questo fatto, Topolino riesce, imbrogliando il folle coniglio rosa, a ritornare a casa nel suo letto. Ciò di cui, però, il nostro eroe non ha tenuto conto non è tanto del paradosso di Ross-Littlewood, dove una serie infinita di azioni prodotte in un tempo limitato produce un risultato decisamente finito, quanto il fatto che Pacuvio non ha bisogno di un orologio così sofisticato come quello del Professore, visto che ha a disposizione il suo Magico Pennello!
L’ultimo capitolo della saga è infine L’incredibile naniversario, storia celebrativa dei 50 anni dalla prima edizione di Biancaneve e i Sette Nani, il primo lungometraggio di Walt Disney. La storia si colloca, nella tradizione dei disney italiani, nella serie di avventure ambientate nel mondo di Biancaneve: questa tradizione, iniziata con Biancaneve e il mago Basilisco di Federico Pedrocchi e Nino Pagot, vedrà poi tra i principali interpreti innanzitutto il maestro Romano Scarpa, che esordirà su Topolino proprio con una storia ambientata nel mondo del lungometraggio disneyano, Biancaneve e Verde Fiamma (1953) su testi di Guido Martina. E saranno poi proprio Fabio Michelini e Luciano Gatto, sia insieme sia separatamente, che realizzeranno alcune delle più belle storie della serie. Avranno, tra l’altro, l’onore di realizzare l’ultima storia della saga, I Sette Nani e la regina delle nevi (1997), uscita sul 55.mo numero del mensile Minni invece che su Topolino. Luciano Gatto, la cui prima storia nella serie fu I Sette Nani e le lucciole della salvezza (1961) su testi di Ennio Missaglia, recupererà ne I Sette Nani e il patto della Regina (1992), scritta da Carlo Panaro, i personaggi dei Sette Nani Cattivi ideati nel 1939 sempre dalla coppia Pedrocchi-Pagot nella storia I Sette Nani Cattivi contro i Sette Nani Buoni. Interessante notare come questa versione malvagia dei Sette Nani sia stata protagonista di 8 storie brasiliane, scritte da Ivan Saidenberg e pubblicate tra il 1975 e il 1986, che costituiscono la metà o poco più delle loro storie (il resto sono di produzione italiana).
Restando, però, al Naniversario, i due autori realizzeranno una storia deliziosa e divertente, con qualche citazione carrolliana, dove il vero protagonista non sarà altri che Pippo: la sua passione per il lungometraggio disneyano, infatti, sarà la chiave per sconfiggere la strega e gli permetterà anche di utilizzare in maniera corretta ed efficace il pennello magico di Pacuvio, cosa che indignerà e non poco il nostro amato coniglio.
L’incredibile naniversario, però, non doveva essere la conclusione della storia, ma una sorta di preparazione all’ultimo capitolo della saga, che la redazione decise di non pubblicare più: L’incredibile mondo proverbiale, infatti, avrebbe dovuto portare il trio più paradossale del fumetto disneyano italiano nel mondo dei detti e delle tradizioni popolari, quel magico mondo dei luoghi comuni che, per il momento, non avremo modo di leggere, ma magari, chissà, verrà ripescato in un qualche futuro Tesoro Disney completando degnamente una saga divertente che ha consegnato ai lettori un personaggio dalle potenzialità incredibili e, a parere dello scrivente, ancora non completamente esplorate.
Le storie della saga di Pacuvio possono essere lette sul sito di Gatto: L’incredibile Bosco Fiorito | L’incredibile Mondo Tic-Tac | L’incredibile Naniversario
(1) John Fisher, a cura di. Il libro dei rompicapi di Alice, cista&nolan edizioni (2009)
(2) Vedi la saga di Pippo vs. Nocciola che inizia con Pippo e la fattucchiera
(3) Una delle questioni climatiche e ambientali più importanti e discusse in quel periodo era rappresentata dal buco dell’ozono. A questa tematica Giorgio Pezzin e Sergio Asteriti dedicarono una storia in stile bondiano di genere catastrofico, con tanto di viaggio nello spazio: Topolino e il mistero dell’ozono del 1989.
(4) Michelini utilizzerà un’idea del genere, ovvero l’ingresso nel mondo fantastico dove si svolge l’avventura attraverso il sogno, anche ne La bella addormentata nel cosmo, ultimo capitolo della Saga della spada di ghiaccio di Massimo De Vita.
(5) Ad esempio la risoluzione del paradosso di Achille e della tartaruga ha portato alla nascita del calcolo differenziale grazie a gli sforzi indipendenti di Newton e Leibniz.
(6) Da un fitto scambio epistolare tra Albert Einstein e Willem de Sitter è poi sfociata una serie di articoli di quest’ultimo, usciti tra il 1916 e il 1920, che propongono una particolare soluzione alle equazioni di campo della relatività generale einsteiniana. In effetti il modello di de Sitter propone un cosmo privo di materia, ma l’aspetto curioso è che, a tutti gli effetti, con l’espansione dell’universo, il sistema reale si avvicina sempre più al modello di de Sitter visto che la densità di materia tende sempre più a zero.
Per approfondire la questione: Wikipedia, The Universe of Willem de Sitter di Matteo Realdi (pdf), The Einstein-de Sitter Model of the Expanding Universe
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