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I consigli della domenica: oggi parliamo di alimenti.

Da Gattolona1964

 

Buona domenica a tutti. Oggi impareremo qualche piccolo
accorgimento pratico e veloce, ma non ovvio, da utilizzare in
determinate situazioni che riguardano alcuni alimenti.

 

Come condire le insalate.

 

Potrebbe sembrare molto semplice condire l’insalata, ma esiste una
sequenza precisa ignorata da molte persone. Comunque sia la sequenza
è un’abitudine pessima tutta Italiana, all’estero si procede in modo
diverso. Se vogliamo quindi mantenere l’abitudine sequenziale,
iniziamo dal sale, poi l’aceto (di vino, di mele, d’acero,
balsamico..) ed infine, l’olio. Questa semplice sequenza occorre
seguirla, non per vezzo ma per la differenza del peso specifico di
aceto e olio, se mettiamo prima l’olio, l’aceto scivolerebbe via.
Invece il metodo ottimale per condire insalate, radicchi e verdure a
foglia larga, è quello di preparare una salsina sciogliendo il sale
nell’aceto o nel succo di limone, poi unire l’olio extravergine
d’oliva prima spremitura a freddo, a filo sottile, sbattendo bene con
una frusta in modo tale da emulsionare ben i liquidi, ottenendo un’
emulsione omogenea. Avere cura di tenerla mescolata affinché i
commensali che se ne servono abbiano sempre le stesse quantità dei
condimenti.

 

Preparare un filetto di carne da chef provetti.

 

A me la carne piace ben cotta, quindi inutile che io mi prepari un
filetto a regola d’arte! Acquistare un pezzo di carne così pregiato
come potrebbe essere uno scamone, o una fetta molto alta di vitello,
per poi cuocerla molto significa consumarla ed ottenerla molto dura
ed asciutta, quindi tanto vale comprare una bistecca normale
cucinarla alla piastra e mangiarla. Se invece vogliamo ottenere un
vero filetto con il cuore quasi crudo e l’esterno dorato, allora si
cambia musica. Acquistiamo pure il nostro pezzo di carne pregiata,
facendoci consigliare dal nostro macellaio di fiducia. Prima cosa:
togliamo dal frigorifero la carne con molto anticipo, non aggiungere
sale subito per non indurire la carne durante la cottura. Possiamo
fare marinare la carne con erbe aromatiche, olio e limone anche per
un paio d’ore. Al momento di cuocerla, sgocciolarla bene perché
sulla piastra di cottura (che deve essere bollente!) l’olio
friggerebbe e potrebbe provocare fiammate. Al termine della cottura
al grado più desiderato mettere il nostro filetto per due minuti
(due) nel forno ben caldo, preriscaldato a 200 gradi. Mi raccomando
un minuto per parte, mettete un timer per sicurezza.

 

L’uso dell’aglio.

 

E’ noto che insaporire soffritti, sughi di carne, arrosti, ragù,
pesto alla genovese o altro, con l’aglio può essere molto gradito,
ma si presentano due grossi problemi: il problema dell’alito
pestilenziale e la difficile digestione dello stesso, che tende a
riproporsi per almeno un paio di giorni. Non dobbiamo però
dimenticarci che l’aglio è salutare per abbassare la pressione,
purificare l’apparato digestivo e disinfettare lo stesso per l’alto
potere battericida. Se lo mangiamo crudo il suo aroma è molto
pungente, se consumato cotto si addolcisce parecchio. Mettiamolo con
la buccia nei sughi quando vogliamo ottenere un aroma discreto e non
invadente. Poi togliamolo dal nostro intingolo!! Eliminiamo sempre il
germoglio verde che troviamo all’interno dello spicchio, così come
dovremmo sempre fare per cipolle, cipollotti e scalogno. Se
desideriamo dare solo un profumo di aglio nelle insalate o paste
asciutte, strofiniamo l’aglio nel contenitore o zuppiera che conterrà
il nostro alimento. Così come possiamo strofinare l’aglio sulle
bruschette estive, gustose e simpatiche amiche di tante cene
all’aperto estive. In questi semplici modi, eviteremo i due
antipatici problemi di cui sopra.

 

Il vino serve a sfumare il risotto allo zafferano?

 

L’eterno quesito! M’ama o non m’ama? Vino sì, vino no? Usiamolo
solo se il risotto sarà molto condito , per esempio cucinato con la
salsiccia o i funghi e cotto nel brodo di carne. Se invece cuciniamo
un risotto molto delicato come può essere allo zafferano, agli
asparagi, al radicchio rosso non occorre. Il vino bianco trasmette
sempre acidità al risotto, quindi attenzione a quando lo
utilizziamo!

Come sempre, ma le mie parole spesso rimangono nel vento, attenderei di sapere se i miei piccoli suggerimenti sono da voi conosciuti, sperimentati e quale risultato avete ottenuto. Altrimenti, come faccio a sapere se questa categoria o rubrica, è utile oppure no? Culinariamente e curiosamente sempre vostra, gattolonapasticciona.

 



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