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Siamo il solo Paese fra i grandi d’Occidente la cui esistenza come Stato ha dato luogo fra i propri cittadini a forti dissensi interni. Praticamente come italiani non riusciamo a trovare una base comune che ci faccia sentire una Nazione unita e inscindibile. Siamo in disaccordo su tutto: dai modi della nascita del nostro stesso Stato (assenza di una vera partecipazione popolare) alla inadeguatezza militare mostrata nel corso di questo secolo e mezzo e quindi dipendenti in questo dall’aiuto straniero, per arrivare alla forma che si è voluta dare a questo Stato: monarchia o repubblica, accentramento o federalismo. Questa dualità latente, oggi trova giovamento nella divisione principe della nostra storia contemporanea, la divisione tra Nord e Sud, con al Nord una lega che agita prepotentemente la bandiera della secessione e al Sud una borghesia culturalmente avanzata che rimpiange i tempi dei Borboni. Questa divisione interna che ormai è lampante anche all’esterno, deriva dal come nacque la nostra Nazione (una guerra intestina tra italiani) e da come le culture politiche dell’Italia del Novecento si sono costruite a partire da una solida critica più o meno radicale al Risorgimento, cioè al modo in cui l’Italia è nata.
Eppure a ben guardare la storia dell’Italia dall’unificazione in poi è stata una storia di successi, nonostante periodi più o meno bui attraversati, una storia che bisogna avere il coraggio di ripercorrere per riprendersi tutto il buono che l’unità ha prodotto. Negli ultimi 150 anni c’è stato una avanzata di benessere nel nostro Paese che i nostri antenati neppure osavano immaginare; oggi tutti, indistintamente, viviamo incomparabilmente meglio dei nostri progenitori: se abbiamo avuto la possibilità di curarci, istruirci, assistere ad uno spettacolo, leggere un libro in un’unica lingua, conoscere il mondo in misura anche 50 anni fa inimmaginabile, lo dobbiamo perlopiù all’esistenza di uno Stato unitario. Uno Stato venuto alla luce grazie ad una incredibile avventura politica e sempre grazie a questa, attraverso i vari regimi che si sono succeduti, riuscita a mobilitare le risorse necessarie per raggiungere i traguardi citati.
Nella giornata di ieri, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ha dato il via ai festeggiamenti del 150 anniversario della nascita dello Stato Unitario e per tutto il 2011 nonostante la strenua opposizione degli attuali regnanti, ci saranno manifestazioni a ricordare da dove veniamo e come eravamo. Bisogna essere consapevoli attraverso una panoramica sulle dimensioni cruciali della nostra vita collettiva che l’Italia unita ha rappresentato lo strumento decisivo per la nostra emancipazione culturale, civile ed umana.
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