Il sindacato del futuro: più di 3mila 600 gli accordi conclusi dal 2008 ad oggi
«La contrattazione sociale è la nuova stagione dell’impegno sindacale per dare risposte alle drammatiche questioni sociali ed economiche acuite dall’esplodere della profonda crisi». A lanciare la sfida è Maurizio Bernava, segretario confederale della CISL, aprendo i lavori dell’assemblea nazionale dei contrattualismi sociali. «La contrattazione sociale va assolutamente rilanciata – gli ha fatto eco la segretaria generale Annamaria Furlan – Tanti anni di tagli al sistema sociale dei Comuni non hanno realizzato interventi sugli sprechi ma la riduzione dei servizi per i cittadini e della loro qualità. Attraverso la contrattazione territoriale dobbiamo recuperare questi valori».
Nati alla fine degli anni ’90 oggi sono circa 500 i contrattualisti sociali della CISL e oltre 3mila 600 gli accordi raggiunti dal 2008, con una media di circa 800 accordi l’anno negli ultimi 4 anni ed una presenza capillare in 18 regioni su 20. I dati sono dell’Osservatorio Sociale del sindacato. Tra i temi su cui vertono gli accordi un impegno particolare riguarda le politiche sociofamiliari con oltre 2mila azioni monitorate in media l’anno. Seguono il fisco, le politiche tariffarie, i prezzi, il welfare occupazionale nel caso di crisi aziendali e a supporto dei lavoratori vulnerabili e le politiche sociosanitarie. Cresce il peso delle azioni volte a regolamentare la compartecipazione delle famiglie al costo dei servizi, l’assistenza domiciliare e l’offerta dei servizi e a mettere in capo il contrasto alla povertà.
Emergono una forte interlocuzione con la pubblica amministrazione (più del 90% dei casi) e solo in percentuali esigue il coinvolgimento di altri attori. Negli ultimi 4 anni i contrattualisti sociali hanno svolto una funzione prevalente di difesa di quanto acquisito a fronte di un contesto in forte recessione: più del 70% degli accordi sono stati volti a stabilizzare l’esistente, solo poco più del 20% a fare innovazione e meno del 10% a contrattare la riduzione di servizi. «Dati che mostrano nuovi bisogni e vulnerabilità crescenti che hanno imposto di misurarsi con un’inedita contrattazione territoriale in evoluzione, capace di accompagnare i mutamenti sociali», spiega l’osservatorio.
«La contrattazione sociale è un patrimonio di partecipazione attiva indispensabile per ripensare le politiche sociali e accelerare la riforma del welfare nazionale a garanzia dei livelli essenziali», afferma l’osservatorio. Per Bernava la rete dei contrattualisti sociali rappresenta una risorsa non soltanto per il Paese ma anche per lo stesso sindacato: «La scelta della CISL di investire sulla contrattazione sociale apre una fase di nuovo riconoscimento pubblico del sindacalismo – dichiara – Lo dimostrano la quantità e qualità delle migliaia di accordi e intese realizzate con enti, amministrazioni locali e governi regionali negli ultimi 6 anni. Tuttavia occorre farla diventare una strategia condivisa e con piena legittimazione politica».
Per la CISL «serve che il Governo elabori un quadro di riferimento più organico e integrato, realizzi un sistema di governance per tutto il welfare, definisca obiettivi sociali di priorità omogenei per il Paese, vi destini risorse sufficienti e stabili e costruisca un rapporto di reale cooperazione strategica fra Stato, Regioni e Comuni, sostenuto dalla partecipazione dei soggetti sociali».
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