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I costi di recesso sopravvivono e prosperano

Da Db @dariobonacina

Dal Sole 24 Ore:

Costi di recesso nel mirino Agcom

L’Autorità garante delle comunicazioni (Agcom) ha multato numerosi operatori telefonici, ieri, per oltre 658 mila euro, per vari comportamenti illeciti nei confronti degli utenti. Tra le multe – secondo quanto risulta al Sole 24 Ore – c’è il primo passo di una battaglia per ridurre i costi di recesso, cioè quanto gli utenti pagano per disdire una linea o cambiare operatore. Costi in alcuni casi ingiustificati e quindi in violazione al decreto Bersani sulle liberalizzazioni (secondo cui il recesso non deve comportare penali).

Vedo positivamente l’inizio di un percorso di riduzione (o abbattimento) dei costi di recesso non giustificati (peraltro già avviato in passato dalla Legge Bersani, spesso applicata in modo arbitrario). Vedo meno bene le sanzioni non proprio elevate: Opitel (proprietaria del marchio Teletu e parte del gruppo Vodafone) è stata multata per 58mila euro (chiede ai propri utenti 60 euro per il recesso); Telecom Italia per 464mila euro, a causa di fatturazioni ritenute non correttamente emesse e attivazioni non richieste di ADSL. Anche Fastweb è stata multata per servizi attivati e non richiesti, ma per 58mila euro. Stessa sanzione a Vodafone per violazione delle norme sulla trasparenza sulle condizioni applicate agli utenti.

Multe di importo non certo elevato, per aziende che hanno un volume d’affari molto superiore e che – come ho già detto in più occasioni – potrebbero includere lìimporto di queste sanzioni nei costi di pubblicità.



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