Il libro è scritto in maniera scorrevole e risulta abbastanza appassionante, pur non essendo certamente un capolavoro.
L’opera di Geraldine Brooks può essere catalogata tra quei libri di intrattenimento che magari diventano traccia per un film di successo.
La trama in breve è presto detta: una restauratrice di libri antichi viene chiamata a prendersi cura di un antico testo ebraico, forse il più prezioso della categoria, della cui storia si sa poco o nulla.
Per ogni indizio che scopre, che sia il frammento di un’ala di farfalla, una macchia di vino, una macchia di sangue oppure altre cose, si viene proiettati in un determinato periodo storico dove si entra in contatto con personaggi la cui vicenda svelerà il mistero dell’indizio, oltre a ricostruire tanta parte della vita di società di quel tempo.
La struttura del libro ricorda lo schema del film The millionaire dove per analogia le domande corrispondono agli indizi del libro e i misteri vengono svelati attraverso un alternarsi di salti temporali.
La parte più interessante a mio parere è costituita proprio dalla ricostruzione dei vari periodi storici piuttosto che dal mistero rappresentato dagli indizi.
Si viene proiettati di volta in volta prima nella seconda guerra mondiale, poi alla fine dell’ottocento nella Vienna asburgica, poi nella Venezia del diciassettesimo secolo e infine nella Spagna di fine cinquecento quando persevera l’inquisizione e gli ebrei vengono costretti a scegliere tra la conversione forzata oppure l’esilio.
Questa è la parte migliore del libro, quella che può giustificare il buon successo di pubblico; diversamente l’opera avrebbe decisamente meno valore e sarebbe solo una fra le tante.
Tempo di lettura: 10h 15m