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I deisti di Tuvixeddu

Creato il 13 febbraio 2012 da Zfrantziscu

L'innamoramento della società dei migliori per il suo giovane idolo, Massimo Zedda, è in crisi. Il sindaco di Cagliari è sospettato di cedimento alla seduzione del mattone da una parte dei migliori. Il forte sospetto che Zedda, sindaco di una città impura, sia un impuro è stato avanzato da uno dei più ascoltati deisti di quella parte, lo scrittore Giorgio Todde che su La Nuova Sardegna scrive che “Cagliari non cambia la pasta di cui è fatta. E forse non la cambierà mai”. La pasta è quella di una città fondata sul cemento e – secondo Todde – il giovane sindaco era stato investito dalla società dei migliori della missione di far prevalere l'urbanistica sull'edilizia, di far vincere il verde di modo “che i viali sarebbero stati ombrosi, i centri storici restaurati e rispettati. Invece una delibera di giunta, di questa giunta, ci toglie ogni ingenua illusione”. Che cosa sia successo di tanto grave è facile intuire se solo si pensi che Cagliari ospita Tuvixeddu e Tuvumannu, la necropoli punica che non solo è la più importante del Mediterraneo ma è, soprattutto, al centro degli appetiti edificatori di una grande impresa di costruzioni. La giunta Zedda propone come unica fascia di tutela integrale l'area gravata dal vincolo archeologico, consentendo le costruzioni al di fuori della necropoli e del cosiddetto catino. Praticamente – mi par di capire – anche i migliori, o diciamo gli ex migliori, fra l'invettiva anticapitalista e la legge decidono di scegliere questa. Quella di Tuvixeddu e dei progetti edilizi intorno ad essa è una storia annosa, disseminata di sentenze, ricorsi, altre sentenze e altri ricorsi. Una vicenda assai complessa che solo sacerdoti della Dea Ragione come Todde, Italia nostra e altri fondamentalisti pensano di poter tagliare con la scure. Zac, il bene qui, il male là: un déjà vu per cui il bene sta a sinistra, il male a destra (e, secondo i casi, al centro), con gente come me, né si destra né di sinistra né di centro – politicamente parlando – nel limbo ad osservare. Leggetevi l'articolo del giurista di sinistra Andrea Pubusa, capirete come le cose non siano così semplici.

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