Una mano occulta ha fatto sparire un sacco pieno di reperti sull’indagine riguardante l’omicidio di Elisa Claps. Non è la prima volta che qualcuno , in 18 anni , cerca di ostacolare la giustizia su questo caso.
Fin dal primo giorno dell’omicidio, il 12 settembre 1993. Elisa Claps ha 16 anni e una studentessa di liceo. Quella mattina entra in chiesa della Santissima Trinità , e da quel momento diventa il caso Claps. Le indagini mai approfondite. I depistaggi. Gli appelli in tv del fratello. E inaspettatamente arriva il cadavere. E’ rimasto sempre , almeno pare, in quella chiesa. Lo trovano dopo 17 anni, il 17 marzo 2010. Nel sottotetto.
La caccia all’assassino si chiude con il mandato d’arresto per Danilo Restivo. E’ un rampollo della città che conta. Nel 1993 ha 21 anni , un papà direttore della Biblioteca nazionale e tanti problemi. Colleziona ciocche di capelli delle ragazze che taglia con le forbici , come ad Elisa.
A Potenza troppi dettagli non quadrano. Il ritrovamento del cadavere in chiesa , prima di tutto. Le versioni sono varie : quella del vicepresidente della Conferenza episcopale italiana , quella del parroco della Santissima Trinità, quella del viceparroco.
E poi i misteriosi ostacoli dell’indagine. Inquinamento prove e diffusione notizie. Rimescolano le carte. A Potenza c’è una maggioranza onesta perbene , come i Claps e le varie migliaia di persone che a ogni manifestazione si stringono attorno ai familiari di Elisa. Purtroppo c’è anche una cricca occulta che domina sottobanco la città. E si spartisce il potere. Una fratellanza di interessi che ha provato a difendere l’assassino. Ora tenta altri depistaggi cercando di coinvolgere i vertici della curia.
Sono spariti vari reperti , tra cui quelli raccolti intorno al cadavere. Gli investigatori avevano aspirato tutto quello che si trovava intorno al cadavere e inseriti in vari sacchi. Hanno filmato persino l’operazione , durata alcuni giorni tra marzo e aprile 2010. In un sacco è stato scoperto un foglio con stampata la lettera I. Ma quando si è aperto il sacco la lettera non era presente, quindi qualcuno aveva sostituito i sacchi. Peccato che in quel sacco poteva nascondere qualcos’altro come il bottone di un abito talare.
Sarebbe opportuno confrontare il bottone con quello dell’abito di Don Domenico Sabia che però, in quanto cappellano di sua santità, dovrebbe aver indossato un abito talare nero con filettatura e bottoni color rosso non rosso ponsò , come trovato nel sottotetto. Domenico Sabia è conosciuto a Potenza , i vip frequentano tutti la sua chiesa. Il più famoso tra i suoi fedeli e amici è un ex presidente del Consiglio ed ex ministro democristiano , il senatore a vita Emilio Colombo.
L’ecclesiale non è d’aiuto perché morto a primavera del 2008. Lui non ha mai aperto le porte della chiesa ai fratelli di Elisa. Inoltre alla mamma della ragazzina dirà di non conoscere Danilo Restivo e ai magistrati ammetterà soltanto una conoscenza superficiale.
Danilo Restivo si trasferisce in Inghilterra e ora è sotto processo per un altro omicidio, che si poteva evitare. E’ accusata della morte di una vicina di casa. Un altra storia di forbici e ciocche di capelli “….Alcuni fidanzati delle ragazze (che frequentavano il circolo della chiesa ndb) a cui avevo tagliato i capelli si rivolsero al parroco Don Mimì Sabia per lamentarsi. Lui mi chiese spiegazione. Io mi confessai e lui cercò di aiutarmi” rivela Restivo. Lui nega di aver ucciso sia la vicina sia Elisa Claps.
Il 2008 è l’anno , secondo l’accusa, viene scoperto il cadavere di Elisa. Nel senso che viene tolta la copertura di assi e tegole che lo nascondevano nel 1993. In questi anni vengono fatti numerosi lavori di manutenzione nel sottotetto. I più estesi nel 1995 . I cassettoni del soffitto devono essere rinforzati. I ganci di ferro passano la soletta da parte a parte. Uno di questi viene piegato e cementato tra il braccio e la testa del cadavere. La polizia rintraccia gli operai della ditta che ha ricevuto l’appalto della parrocchia. Nessuno ricorda di essere salito nel sottotetto. Nessuno dice di aver notato nulla. Probabilmente il cadavere è nascosto sotto una catasta di tegole e assi.
Una mano ha tolto le assi di rinforzo del tetto proprio sopra il corpo di Elisa. Un modo per far uscire gli odori della decomposizione. Nessuno ammette di essere stato nel sottotetto , ma gli investigatori troveranno nelle macerie un materasso con tracce di sperma , bottiglie di birra vuote e scontrini del 2008 e 2009. Ma sono brutti anni per la Chiesa : gli scandali sui preti pedofili stanno mettendo sotto pressione il Vaticano. La notizia di una adolescente nel sottotetto di una chiesa potrebbe essere sembrata devastante.
Nel 2010 il viceparroco don Wagno , brasiliano , viene chiamato da due donne mentre si trovano a pulire il sottotetto. Don Wagno non chiama il parroco e nemmeno la polizia , ma l’arcivescovo. Le loro versioni sono diverse : il viceparroco afferma di aver detto all’arcivescovo di aver trovato un cranio, mentre l’altro ammette di aver capito che nel sottotetto c’era un ucraino. Mentre le due donne delle pulizie riferiscono di non essere mai salite nel sottotetto e di non aver mai detto nulla a Don Wagno. Ma lui non chiama la polizia, ha la febbre e si dimentica. Il 17 marzo nel sottotetto salgono tre romeni e trovano Elisa. Il viceparroco chiama ancora l’arcivescovo , ma questa volta non ci sono dubbi e si chiama la polizia.