I dettagli sensoriali richiamati dalle parole dello scrittore provocano nel lettore un’immersione nel mondo reale, immediata e allo stesso tempo evocativa. Le finestre dei due mondi: quello di chi scrive e quello di chi legge si aprono su uno stesso scenario comunicativo. I sensi che usiamo nell’immediatezza di una percezione, imprimono questa percezione nella memoria che a sua volta è capace di evocarla. E’ difficile riuscire a calibrare bene i dettagli sensoriali, si deve avere una percezione definita di ciò che si vuole esprimere e focalizzare l’attenzione sul dettaglio da evocare. Si legga ad esempio questa descrizione
“Per un istante l’odore fu così pungente che l’unica cosa che riuscì a fare fu tenere duro, a denti stretti, mentre esercitava il suo potere su di lui. Aveva un odore di terra un po’ acido, come il canale nel pieno dell’estate, penetrante, che gli ricordava il tritaverdure e l’odore pungente e allegro delle patate appena dissotterrate. Per un momento l’illusione fu così forte che si trovò proprio lì, in quel posto svanito, con Joe chino sulla vanga a e la radio incastrata nella biforcazione dei due rami, che trasmetteva Send in the clowns o I’m not in love dei 10 cc. Fu improvvisamente sopraffatto dall’eccitazione mentre si versava una piccola quantità di vino in un bicchiere, concentrato a non rovesciare il liquido per l’impazienza. Era di un rosa polveroso, come succo di papaya, e sembrava arrampicarsi lungo le pareti del bicchiere come in un’attesa frenetica, come se qualcosa all’interno fosse vivo e desideroso di esercitare la sua magia sul suo corpo. lui l’osservò con un misto di diffidenza e desiderio. Una parte di lui aveva voglia di bere, aveva atteso quel momento per anni, ma allo stesso tempo esitava. Il liquido nel bicchiere era scuro e punteggiato di fiocchi di una materia bruna come ruggine. Per un attimo fu colto dal pensiero di berlo e di sentirsi soffocare, di contorcersi agonizzante sulle piastrelle. Il bicchiere si arrestò a mezza via verso la bocca.
Osservò di nuovo il liquido. Il movimento che gli era parso di vedere era cessato. L’odore era vagamente dolciastro, medicinale, come uno sciroppo per la tosse. Una volta di più si domandò perché si fosse preso quella bottiglia”.
(tratto da Vino, patate e mele rosse di Joanne Harris, ed. Garzanti)
Questa descrizione così dettagliata del protagonista Jay, scrittore di successo, che si accinge a bere un bicchiere del vino prodotto dal misterioso Joe Cox, invita il lettore a riprodurre sensorialmente le immagini presenti, che molto probabilmente lo indurranno a rievocare sensazioni personali, come avviene al personaggio.
L’autrice del libro da cui è tratto il testo Joanne Harris è particolarmente attenta alle percezioni sensoriali, si ricordi ad esempio la traduzione cinematografica del libro Chocolat che ha per protagonista Juliette Binoche, i sensi usati in modo evocativo, ben incastrati nella narrazione, sono capaci di liberare forze immaginative ne lettore. Se in una rappresentazione cinematografica, tuttavia il rimando alla dimensione sensoriale è esplicito, nella narrazione esso deve essere richiamato attraverso le parole, il narratore non lo deve dimenticare.