L’etichetta “Disastri di una blogger imperfetta” nasce per caso, per riflessioni personali di carattere generale, che ho voglia di condividere con i miei followers per far capire loro che cosa significa essere una blogger, le scelte che prendo e l’etica che seguo ogni giorno per il mio lavoro sul mio piccolo angolo di web. Ci tengo a sottolineare che sono solo MIE OPINIONI, che possono essere più o meno condivisibili, ma che spiegano perché sul blog seguo una certa linea. A volte potranno anche essere riflessioni più generali, ma pur sempre legate al mondo dei lit-blog.
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Probabilmente questo non è il post giusto da pubblicare la sera di Natale, ci vorrebbe qualcosa di più adatto, con l’atmosfera tipica dei giorni di festa, quel senso di pienezza che arriva da una tavola imbandita, i pasti chiassosi con i parenti, la gioia di scambiarsi doni. Avrei potuto condividere con voi qualche aneddoto, o qualche citazione appositamente scelta. Ma si sa, il Grinch mi fa un baffo, io con il Natale non ci vado molto d’accordo. Fiero membro del #TeamAntiDecori, credo di poter affermare con certezza che quest’anno il clamore di questa festa non l’ho percepito. Sarà che mia sorella è lontana, sarà che fino all’ultimo ho combattuto tra test e consegne. E allora ho deciso di parlarvi di un argomento su cui rifletto da un po’ di tempo.
Come sempre ci tengo a precisare che queste sono mie opinioni personali e che possono non essere condivisibili. A volte mi piace scrivere post che non sono strettamente legati ad un certo libro, ma che aprono spazio a riflessioni che ruotano intorno al modo dell’editoria e dei libri stessi. Lo spunto per questo post me lo ha dato La Leggivendola con un post che tra le altre cose parla di “snobbismo letterario”, tra lettori e non lettori e allora volevo scrivere qualcosa su questo argomento. La bozza di questo post giace da tempi immemori sul desktop del mio computer perché nel frattempo ne sono successe di cose. Sapevo che la situazione sarebbe cambiata, perché tutto cambia, inevitabilmente, quando si iniziano percorsi nuovi. Ma non avrei mai immaginato che sarebbe stato così devastante. Non avrei mai immaginato che avrebbe fagocitato tutto il mio tempo libero. Eppure è così. E quando non ho consegne asfissianti, dormo. Perché il sonno è prezioso. O leggo quelle dieci pagine di cui necessito come l’aria, perché lo ammetto, senza leggere proprio non ci so stare. Proprio non vedo il senso di una vita in cui non posso aprire un libro e perdermi tra le pagine scritte. Ma questa è un’altra storia.