I disoccupati, popolo invisibile.
Creato il 01 aprile 2013 da Gianna
La mia è solo una voce, quella messa a tacere, come tante, dall’indifferenza
e dal menefreghismo di chi detiene il potere, sia esso politico, economico,
informativo.
Siamo il popolo degli invisibili... dei
poveri, diventati tali perché perdere il lavoro, e non riuscire più a trovarlo,
mette in ginocchio.
Vivere col minimo indispensabile è
davvero dura, vivere di "NIENTE" stanca, ma non smettiamo di lottare
per rabbia e, spesso, per amore.
Meno di un mese fa sono stata contattata
da un'emittente televisiva: se avessi accettato di raccontare la mia condizione
in un programma, avrei potuto far sentire la mia voce. Seguì una breve
intervista, la mia voce era interrotta continuamente dal pianto che non
riuscivo a trattenere... la "povertà" mi ha reso diversa, più
fragile, mi spaventa tutti i giorni. Come avrei potuto in pochi minuti spiegare
tutta la mia angoscia, tutte le mie difficoltà?
Raccontai dell’aiuto costante da parte
dei miei genitori, che ero in arretrato di 7 mesi di affitto e che inizialmente
la mia proprietaria voleva sfrattarmi e far pagare a me i costi dello sfratto! Parlai
del fatto che non riuscivo a pagare le bollette, che i servizi sociali avevano
fatto molto poco perché il Comune – ormai da anni - non riusciva più a rispondere
alle richieste dei cittadini. Poi dissi quella pura e unica verità che forse non
è stata creduta: sopravvivo con 20 euro alla settimana! Me lo chiedono tutti, come
fai a resistere?! Sarà per RABBIA, ma anche per AMORE di mio figlio. Scegliere
una vita diversa significa lasciarlo, e questo mi strazia l'anima.
A Bologna, città in cui vivo, ho provato
e riprovato a cercare un lavoro. Sapete che anche molte agenzie interinali
hanno chiuso i battenti?! Le piccole aziende continuano a chiudere.
Venti persone o alcune centinaia, messe
in cassa integrazione da un giorno all'altro, fanno audience, ma gente come
noi, che vive la loro stessa vita, che vive in miseria già da anni, che a poco
a poco ha perso tutto, non interessa a nessuno. Le persone scrollano le
spalle... e tornano alla loro vita.
Ogni giovedì, alla parrocchia del mio
quartiere distribuiscono del cibo: sopravvivo, insomma. Raramente posso
comprare la carne. Mio figlio ha 16 anni, ha un futuro assicurato
nell'alberghiero. Faccio enormi sacrifici per potergli far ottenere quel
diploma. I miei genitori fanno l'impossibile. Il mio ex marito ride delle mie
difficoltà, e non ci aiuta come dovrebbe... L'avvocato costa e il gratuito
patrocinio... lasciamo perdere. Il mondo si muove grazie ai soldi, ed io i
soldi non li ho!
La povertà, la disoccupazione sono il
risultato del cattivo governo di anni e anni. Abbiamo fame anche di Giustizia. Siamo
disorientati, insicuri, angosciati, e i politici dovrebbero preoccuparsi innanzitutto
dei cittadini. Mi sono stufata delle parole, io ho bisogno di FATTI. Com’è un
fatto che non mi è permesso sognare, progettare un avvenire, mi manca il
presente, vivo giorno per giorno e, come me, tantissime altre persone e famiglie.
La solidarietà della povera gente è
quell'abbraccio che ti rassicura, è quella mano che ti asciuga il pianto. La
mia proprietaria qualche giorno più tardi mi ha chiesto scusa, ma è giusto, io
lo comprendo che sono dodici mesi che pago tra acconti e saldi, e a volte non
posso proprio. Lei ha ragione, ma anch’io ho ragione. E chi ha torto? Intanto
le Istituzioni, le forze politiche, i sindacati, che dovrebbero adoperarsi per
il bene comune, per i cittadini, e non lo fanno!
Non scrivo per avere un trafiletto sul giornale; scrivo perché non voglio
perdere la mia dignità (se ce l'ho ancora), non voglio perdere la mia casa, ma
sopratutto non voglio scegliere tra un possibile lavoro ovunque e mio figlio.
Mi chiamo Monica Monelli e ho bisogno di essere ascoltata, forse portavoce di
quella parte del Paese che non è più tutelata da nessuno, ormai invisibile, cui
hanno strappato tutti i diritti, compreso quello di vivere... Io, nel frattempo,
non smetterò di urlare!!!
Monica Monelli
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