“Il ruolo pubblicamente assunto dall’imputato e soprattutto come uomo politico, aggrava la valutazione della sua condotta”.
Sono parole, quelle sopra riportate, tratte dalle motivazioni (rese note oggi) della sentenza con la quale la Corte d'Appello di Milano ha inflitto due anni di interdizione dai pubblici uffici a Berlusconi. Sono parole che ribaltano il pensiero dominante berlusconiano, per il quale il ruolo pubblico esercitato da B, il fatto che il partito da lui fondato abbia ricevuto milioni di voti alle ultime elezioni, costituisca, al contrario, un motivo per "attenuarne" il carico penale, fino ad aver prefigurato un provvedimento di grazia da parte del Capo dello Stato.