Lo spietato terrorista internazionale Wulfgar (Rutger Hauer) realizza un attentato a Londra e in seguito decide di colpire a New York. Costretto a cambiare aspetto, ricorrendo anche alla chirurgia plastica, viene comunque riconosciuto dall’agente Deke DaSilva (Sylvester Stallone). Comincia una caccia all’uomo che si tramuta presto in uno scontro privato tra i due.
Siamo agli inizi degli anni 80, quando in discoteca si potevano ballare anche pezzi come Brown sugar dei Rolling Stones (vedi sequenza del film) e gli attori avevano ancora una faccia un po’ così, magari coi denti storti o giallini. Stallone, barba e capelli folti, coi suoi inconfondibili occhiali a goccia; Rutger Hauer con la sua glaciale espressione da bastardo navigato (simbolica la sua battuta nel momento in cui sta per uccidere: «Vai in un mondo migliore»). Poliziesco cupo e notturno, fatto di inseguimenti (soprattutto a piedi) e vite consumate dai propri ideali (non solo Wulfgar; infatti DaSilva ha un matrimonio fallito alle spalle, a causa della sua ossessione per il lavoro). Finale in crescendo di suspance e musiche di Keith Emerson a contrappuntare degnamente le azioni (nella colonna sonora anche Crusaders e Foghat, oltre ai già citati Stones).