Colesterolo alto. Una epidemia che ogni anno annovera tra le sue fila sempre più giovani classificati a rischio di infarto del miocardio e in generale di patologie cardiovascolari. Stando ai dati dell’Istituto Superiore di Sanità (2002) sono circa un quinto gli italiani che ogni giorno combattono contro il loro LDL o colesterolo cattivo, ma addirittura 1 italiano su 3 è oggi in una condizione definita border line ovvero a rischio.
Ma a rischio di che cosa?
E perché?
Nella nuova rubrica televisiva Be4eat in onda a partire da lunedì 29 febbraio alle ore 21 su Telecolor (1) i medici cardiologi Guido Balestra, presidente della Fondazione Cardiologica Sacco Forlì e Antonino Frustaglia, direttore medico e geriatra, discuteranno delle nuove prospettive mediche di cura e prevenzione al colesterolo sfatando molti dei falsi miti a riguardo.
Prima tra tutto la sua pericolosità.
“Non è il colesterolo il vero problema, ma ciò che denuncia” è il commento di Guido Balestra, da anni impegnato nella ricerca medica di una cura e prevenzione alle cardiopatie.
“Un alto colesterolo, diciamo intorno ai 200 mg/dl, è la manifestazione di una infiammazione in atto nel nostro organismo che si presenta con un alto tasso di colesterolo totale che indubbiamente è tra i diversi fattori di rischio di patologia cardiovascolare, ma sicuramente non è la causa primaria. Che cosa sta provocando questa infiammazione? E perché l’organismo si trova in questo stato? E’ su questo che noi cardiologi dobbiamo operare ed agire con una corretta anamnesi dello stile di vita del paziente, sia dal punto di vista nutrizionale che di qualità della vita”
La base infiammatoria di una ipercolesterolemia è il motivo principale per il quale “una dieta su base vegetale e integrale che elimina ogni alimento infiammante -sottolinea il dott. Frustaglia- funziona nella cura e nella prevenzione di una patologia cardiovascolare, soprattutto nell’abbattimento dei valori di colesterolo e in generale dei fattori di rischio associati e patologie correlate come diabete o malattie su base autoimmune”. A testimonianza di questo la ricerca che il direttore medico e geriatra sta conducendo con colleghi sull’argomento in collaborazione con l’università.Ma la dieta non basta.
Esistono altri parametri associati che il medico curante deve tenere in considerazione ovvero, ribadisce il dott. Balestra, “l’eccessivo calcio nella dieta, il grado di inquinamento ambientale in cui il paziente vive; il modo in cui si conservano in frigorifero gli alimenti e il funzionamento intestinale con lo stato della flora batteria”.
“Sono tutti fattori di rischio correlati che in pochi considerano ma che tuttavia giustificano i sempre più numerosi casi di eventi cardiaci anche gravi in pazienti apparentemente senza parametri di rischio, con un colesterolo nella norma, un peso ottimale e un apparente stile di vita salutare”.
Per non dimenticare poi le nuove evidenze scientifiche che associano ad una carenza di vitamina D e vitamina K il rischio di eventi cardiaci.
“Tanto quando la ricerca sta sostenendo che gli omega-3 non servono a niente (Meta analisi su 89 studi precedenti apparsa su British Medical Journal del 2006) altrettanto oggi ci sono sempre più evidenze che puntano il dito sulla necessità di una integrazione di vitamina D e vitamina k2 nella dieta di un paziente cardiopatico. Ma quanti sanno queste cose? E soprattutto, quanti lo applicano?”
(1) TELECOLOR: Canale Lcn 18: Lombardia, Emilia, Piemonte Orientale PRIMARETE LOMBARDIA; Lcn 89: Lombardia; Lcn 184 Piemonete, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Trentino, Abruzo, Lazio, Emilia Romagna e Marche