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I falsi miti sulla nutrizione di cani e gatti

Da Olikos

croccaFonte: @nmvi | leggi l’articolo originale (>>)

l cibo casalingo è migliore di quello industriale? Il petfood è prodotto con scarti e contiene droghe? Sono questi alcuni dei comuni quesiti a cui ha voluto rispondere un incontro dal titolo “Sfatiamo i miti sulla nutrizione degli animali da compagnia” organizzato da Purina in collaborazione con ANMVI il 29 ottobre scorso a Milano. Moderati da Alessandro Pellizzari, giornalista, hanno risposto e fatto il punto su alcuni temi chiave di nutrizione degli animali da compagnia il Dott. Marco Melosi (Presidente ANMVI), la Prof.ssa Paola Dall’Ara (Docente di Microbiologia e Immunologia veterinaria dell’Università di Milano), il Prof. Pier Paolo Mussa (Docente di Tecnica mangimistica e alimentazione degli animali d’affezione dell’Università di Torino) e il Dott. Mauro Ricci (Veterinary Nutrition Manager Nestlé Purina Italia). Che, insieme ad altri specialisti e professori universitari, hanno prodotto un testo dal medesimo titolo, pensato soprattutto per i veterinari come supporto nell’informare correttamente i loro clienti sull’alimentazione dei loro animali, ma utile anche ai proprietari che vogliono saperne di più.

A sgombrare il campo subito dal primo e forse più dibattuto falso mito è il Dott. Melosi, che nega con fermezza che il cibo casalingo sia migliore di quello industriale. Per un primo motivo fondamentale: inventarsi nutrizionisti animali e bilanciare correttamente a casa i 42 elementi nutritivi di cui cani e gatti hanno bisogno è evidentemente impensabile. E tanto meno va bene rifarsi alle esigenze nutrizionali umane, diversissime da quelle di cani e dei gatti, a loro volta assai diversi tra loro. L’uomo ad esempio ricava dalle proteine il 15% delle calorie, il cane il 35% e il gatto il 45%. Senza pensare ai diversi fabbisogni legati a età, taglia, stile di vita dell’animale. La dieta casalinga rischia quindi di essere non bilanciata e indurre problemi di salute anche gravi all’animale.

L’industria del petfood si avvale invece oggi di software sofisticati che incrociano i 42 elementi nutritivi necessari a cani e gatti per produrre alimenti completi, bilanciati e specifici, ha puntualizzato il Prof. Mussa. A quest’ultimo il compito anche di rassicurare circa l’assenza nel petfood di scarti e ingredienti di serie B o addirittura additivi nocivi e droghe. Difende la ciotola dei nostri animali infatti una molto rigida normativa europea sulla produzione del petfood, che regolamenta in modo severo la qualità e la sicurezza delle materie prime e degli ingredienti utilizzati. Il pollo utilizzato per bocconcini e crocchette è lo stesso utilizzato per il consumo umano, ad esempio. Le materie prime di origine animale impiegate provengono dalla macellazione di animali giudicati idonei al consumo umano dal Servizio veterinario nazionale e sono sottoposte e verifiche e certificazioni. Tale normativa vieta in maniera assoluta anche l’utilizzo di “droghe” e, venendo agli additivi, si tratta in realtà di integratori quali vitamine, minerali e antiossidanti che completano l’alimento o lo migliorano.

Il veterinario è, e resta, la fonte di informazione più affidabile in tema di alimentazione animale, mentre andrebbero evitate fonti quali i commercianti e il web, ha spiegato Melosi. Ed è, tra gli altri, anche l’industria del petfood ad aver contribuito all’educazione e alla crescita del veterinario in tema di nutrizione animale, una delle più recenti tra le specializzazioni veterinarie. Il parere del veterinario è poi fondamentale quando l’alimento deve essere prescritto per un paziente con problemi di salute specifici, quali obesità, diabete, artrosi ecc. oppure che conduce uno stile di vita particolare, come il cane sportivo. Gli alimenti specifici sono inoltre d’aiuto al veterinario per ridurre la quantità di farmaci necessari per il trattamento delle patologie.

Il neonato e l’anziano, due fasi delicate della vita, necessitano di una nutrizione ancor più corretta e idonea. La Prof.ssa Dall’Ara ha ricordato che l’alimentazione deve essere adeguata già durante la gravidanza e l’allattamento, per aumentare le difese immunitarie del cucciolo. Nell’anziano il sistema immunitario inizia ad essere deficitario e deve essere aiutato con una dieta ad hoc. D’altra parte, è indubbio che l’alimentazione ha migliorato sensibilmente la longevità degli animali, passata dai 6 anni medi per un cane di 40 anni fa ai 12 anni attuali. Questo senz’altro grazie in primis ai progressi della medicina veterinaria ma un grosso contributo è venuto anche dalla diffusione di alimenti nutrizionalmente bilanciati e adatti alle diverse esigenze degli animali da compagnia. Alimentazione corretta significa quindi crescita e sviluppo adeguati, prevenzione delle malattie, sostegno delle difese immunitarie e ausilio terapeutico.

Ma come può orientarsi il proprietario nella ricca offerta di alimenti completi forniti dall’industria? Occorre senz’altro leggere l’etichetta, ha spiegato il prof. Mussa, forti della severa legislazione nazionale ed europea che regola l’etichettatura del petfood. Quest’ultima fissa delle linee guida precise circa le modalità con cui devono essere riportate le indicazioni su materie prime e ingredienti utilizzati nell’alimento, garantendone così qualità e sicurezza e consentendo al proprietario già una buona valutazione delle caratteristiche del prodotto. Fermo restando che il parere del veterinario rimane fondamentale per valutare la dieta più indicata per il singolo animale.

E’ senz’altro grande la responsabilità del proprietario nella scelta della corretta nutrizione per il proprio animale, dato che esiste anche petfood di qualità inferiore, ha ricordato il Dott. Melosi. Mentre il Dott. Ricci ha rassicurato spiegando che sono 1400 i controlli giornalieri a cui sono sottoposti gli alimenti durante la fase produttiva in azienda e che qualità e sicurezza senza compromessi sono garantite dal rispetto delle normative FEDIAF (European Pet Food Industry Federation) su produzione, distribuzione ed etichettatura del petfood. Così come è garantito il rispetto e il benessere degli animali utilizzati per valutare le qualità del petfood, sottoposti a normali indagini veterinarie non invasive quali esame di feci e urine. La vivisezione? Altro falso mito, non servirebbe a nulla in questo ambito.


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