Argentiera in provincia di Sassari, tra Alghero e Stintino, è uno di questi; un luogo che ti parla, ti trascina con se per farti capire cosa è successo in passato.
Pur essendo una località di mare, non brulica di turisti e la tranquillità con la quale si può godere di tutto quello che la miniera offre, rende la passeggiata ancora più suggestiva.
Ho proseguito ancora e ho visto il “Bar del Minatore”, sono entrata sperando di trovare qualcuno che potesse dirmi di più, volevo conoscere la storia di questo posto straordinario.
Il proprietario del locale, Gian Paolo Avanzi, mi ha gentilmente concesso un’intervista dandomi così la possibilità di arricchire le informazioni sulle mie ricerche.
Mi ha raccontato che la miniera è stata ufficialmente aperta nel 1840, quella zona era ricchissima di oro e di argento e la piccola località viveva e prosperava grazie alle pepite che venivano estratte dai minatori. Arrivarono a scavare anche oltre i 700 metri di profondità; ma la troppa vicinanza al mare, con l’erosione delle rocce, causò crolli devastanti nei quali morirono tantissimi uomini. Si narra che le anime dei minatori che furono sepolti vivi, ancora adesso si aggirano tra quelle grotte.
Nel 1963 dopo innumerevoli avvistamenti e segnalazioni da parte degli abitanti, la miniera venne chiusa e automaticamente abbandonata.
Ho camminato tra le rovine della miniera, ho respirato quell’atmosfera tetra ma al contempo magnetica… l’energia che abita lì ha la facoltà di far sembrare che il tempo si sia fermato. Ci sono numerosissime leggende che appartengono a questo luogo, ma per capire fino in fondo questa energia carica di suggestione e fascino, bisogna vederla con i propri occhi.
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di Megghy Mariani – [email protected]