La Romania del ventesimo secolo non possiede più quel fascino misterioso che, solo fino a poco tempo prima, aveva osteggiato nell’immaginario stokeriano.
Il paese soffre a causa della fame, gli stenti, le malattie colpiscono anche il più piccolo dei bambini, il tutto avviene nelle tinte rosso cupo di uno stato diviso dalla guerra civile e oppresso da un regime ancor più subdolo. L’AIDS ha fatto in modo che le corsie di ospedali ed orfanotrofi si riempissero sino all’inverosimile, le inadeguate cure che lo stato rumeno può fornire sono precluse ai reietti della società, orfani, i quali vivono in condizioni igieniche del tutto riprovevoli e che, nel caso in cui non siano abbastanza malati e siano ancora in possesso di un nucleo domestico, vengono praticamente venduti dai propri genitori a ricche famiglie disposte a portarli con loro in America.
È questo che la dottoressa Kate Neuman è costretta ad osservare durante la sua permanenza negli ospedali di Bucarest: bambini moribondi e malnutriti, con sistemi immunitari distrutti dall’AIDS. Tra tutti però ha stretto un profondo legame con un bambino il cui corpo, inspiegabilmente, reagisce alle cure solo dopo aver ricevuto delle trasfusioni di sangue umano. Incoraggiata dall’amico Lucian, giovane studente rumeno di medicina, e da padre O’Rourke, prete che ha un passato da combattente nel Vietnam, Kate decide di portare con sé in America il piccolo che chiamerà Josh e che si dimostrerà un elemento cruciale nello studio per una cura contro mali incurabili come il cancro grazie al suo particolare sistema immunitario. L’idillio di Kate e del suo bambino durerà pochi mesi e una setta misteriosa la convincerà a far ritorno in Romania per impedire l’inizializzazione di Josh a qualcosa che supera di gran lunga la logica ed il buonsenso: il mito di Vlad Dracula, l’Impalatore, è pronto a ritornare ad unghie e denti sguainati.
A dispetto dei soliti cliché sui vampiri, Dan Simmons è riuscito ad inserire elementi innovativi non del tutto trascurabili: si consideri, per esempio, la sua ricerca di elementi razionali che fossero in grado di rendere il mito del vampiro tanto verosimile da rinnovare quel brivido in una generazione molto più spaventata dalle malattie che dagli esseri dell’immaginario collettivo. Piuttosto ostica la narrazione in prima persona che precede gli eventi in cui Kate e i suoi vengono coinvolti: le sedici ripetizioni dello stesso aggettivo sulla medesima pagina non riescono certo a rendere più gradevole al lettore il proprio viaggio verso il settimo capitolo, dove la storia inizia ad essere più scorrevole. Un altro elemento che potrebbe risultare piuttosto difficile da digerire è l’ingente numero di termini medici che però solo di rado mancano d’una spiegazione che ne renda assimilabili i concetti. In definitiva, letture come questa segnano una piacevole innovazione che difficilmente dovrebbe essere ignorata. Proprio per questo motivo lo consiglio agli amanti del genere ma ancor di più a chi riesce difficilmente ad apprezzare elementi e creature mai esistite: il lavoro di Simmons rende senza alcun dubbio meno traumatico il passaggio dalla realtà al terrore. Titolo: I figli della pauraAutore: Dan Simmons
Editore: Mondadori
Data di pubblicazione: 1997
Pagine: 508
Prezzo di copertina: 8,50€
Christine Amberpit
(da Fralerighe n. 3)