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I figli della separazione

Da Psychomer

Chi sono i “figli della separazione”? La risposta è semplice, ma straordinariamente impegnativa: sono persone, con tutti i diritti a loro dovuti.

La Legge sull’affidamento condiviso sottolinea l’importanza della valorizzazione del bambino come persona, che nel momento della disgregazione familiare deve assumere la centralità, ricordando che questo evento è sempre per i figli un momento traumatico: esso provoca un forte aumento di angoscia e di insicurezza ed è la perdita del fattore protettivo, del “contenitore” famiglia, causa di una visione del futuro carica di paura e ansia d’abbandono.

I “figli della separazione” hanno bisogno di risposte rapide ed efficaci, sono bambini e adolescenti alla ricerca di stabilità, di chiarezza, di un minimo di serenità nello svolgimento della vita quotidiana; hanno il diritto di potersi sperimentare in relazioni affettive partendo sì dal disagio per aver vissuto direttamente gli effetti di una rottura, ma anche e soprattutto dalla fiducia che tale rottura non segni il fallimento di qualsiasi possibilità di costruire un legame che sia positivo, solido ed affidabile.

Sin dall’inizio del processo di separazione si aprono nell’animo del figlio i traumi della perdita dell’onnipotenza dei genitori e della paura di perdere uno degli oggetti d’amore; infatti, specie per i bambini particolarmente piccoli, risulta difficile distinguere le relazioni che intercorrono tra lui e i genitori e le relazioni intercorrenti tra i genitori stessi: se si modificano queste ultime, il bambino è portato a ritenere che si siano modificate anche le prime.

Il bambino, inoltre, non sempre possiede quegli strumenti cognitivi sufficienti per elaborare la “perdita” di uno dei genitori e per comprendere le cause reali delle difficoltà familiari.

Dall’esperienza della disgregazione familiare, come analizzato da Hetherington,i figli possono uscire come “vincitori, perdenti o sopravvissuti” e questo esito dipende non tanto dall’evento “divorzio” in sé, quanto piuttosto da tutte quelle variabili che influenzano l’adattamento della famiglia alla separazione.

Sono soprattutto le modalità attraverso cui gli adulti gestiscono la crisi a far scaturire l’eventuale sintomatologia: elementi come la conflittualità, l’ipocrisia, la finzione e l’assenza di comunicazione sono sicuramente più devastanti di una separazione.

Anche se la vita ha dimostrato ai minori il “no-happy end” della storia coniugale, se i genitori si lasciano rispettandosi, la ferita di questi bambini e adolescenti, seppur dolorosa e drammatica, potrà rappresentare comunque un’esperienza, un attraversamento duro, ma significativo del vivere. Spesso, invece, i genitori duellano, coinvolgono i figli, costringendoli ad assistere o a prendere parte attiva a terrificanti psicodrammi, che i minori non sono in grado di contenere emotivamente, e li inducono a valutare che i conflitti non possono essere risolti pacificamente, con rispetto, senza vicendevoli calunnie e discredito, senza porre in atto progetti distruttivi, senza negare ogni possibile accordo e ogni ricordo positivo del passato.

L’esperienza della separazione, dolorosa per tutti i componenti del nucleo, lo è quindi doppiamente per i figli, costretti ad affrontare contemporaneamente il proprio momento di confusione, l’esperienza di essere contesi e il dover pensare da soli alla propria sofferenza perché i genitori sono presi dal proprio risentimento. Il bambino dimenticato, pertanto, è colui che più rischia di subire un danno psicologico da questo avvenimento, tale da far crollare la fiducia in se stessi e negli adulti, provocando una reale difficoltà nel costruire relazioni stabili.

Bibliografia essenziale

CIGOLI, V. (1998). Psicologia della separazione e del divorzio. Bologna: Il Mulino.

HETHERINGTON, E.M. (1972). Effects of father absence on personality development in adolescent daughters. Developmental Psychology, 7, pp. 313-326.

PARSI, M.R., TORI, M.B., VACCARO, G., LUSARDI, A. & MAGLIETTA, M. (2005). Dove dormono i bambini? L’affidamento condiviso: idee e proposte a confronto. Roma: Edizioni Interculturali.


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