Non so se vi ricordate il famoso spot di una colomba di qualche anno fa dove si diceva "la Pasqua quando arriva, arriva!". Precisamente. I miei 2 figli, per il loro arrivo, il motto l'hanno seguito alla lettera, ognuno, certo, a modo suo e totalmente opposto all'altro.
Una gravidanza serena, soprattutto all'insegna della buona tavola. Arrivai al parto con 22 kg in più e Il Lorenzino che non se ne voleva uscire. Infatti nacque due settimane dopo la dpp (data presunta parto) con induzione e 20 ore di travaglio. Uscita dalla sala parto guardai il parentado e dissi 'mai più e mai poi'.
Poccino: avete presente il caso? La fatalità più lontana dalla vostra immaginazione? Che senza preavviso si avvera? Sì, lo so, tanti di voi, giustamente, staranno pensando che bene o male alla consegna del 'preavviso' noi genitori c'eravamo, diciamo che non gli abbiamo dato importanza.
Il Lorenzino aveva compiuto da poco 5 mesi, era la sera della prima partita dell'Italia al Mondiale ed eravamo già intossicati dal waka-waka. Qualche giorno prima, parlando con il Babu del figlio, viene fuori un ritardo di 1 settimana e quindi decidiamo per il test. Sinceramente la storia del test mi sembrava una barzelletta, della serie 'lo-faccio-ma-tanto-non- è-perchè-se-fosse-sarebbe-comica', ossia tragica.
Tornata dalla partita faccio il test: positivo. Esco dal bagno urlando e scaraventando via lo stick; a sto giro il salto l'avrei voluto fare dalla finestra, le lacrime non erano proprio di gioia e gli abbracci solo consolatori. Anche quella notte non sono riuscita a dormire.
Ma il vero dramma era un altro. Ricordo, infatti, che le prime parole che sono riuscita a dire appena appresa la notizia, in lacrime, sono state 'non è possibile! non ci credo! e poi proprio ora che avevo ricominciato a bere la Coca-cola!'.
Dopotutto ognuno ha le sue priorità.