Ai David di Donatello della ‘topa meravigliosa’ non ci son stati solo i guai combinati dallo sciagiurato conduttore Paolo Ruffini. Hanno anche premiato robucce come La mafia solo d’estate trascurando nuovi film italiani che hanno smosso le acque stagnanti del nostro cinema. Dopo TIR e Salvo, la lista continua con Piccola patria.
Piccola patria, un film di Alessandro Rossetto. Con Maria Roveran, Roberta Da Soller, Lucia Mascino, Vladimir Doda, Mateo Çili, Giulio Brogi. Presentato al Venezia Film Festival 2013 nella sezione Orizzonti. Voto 6 e mezzo.
Nella piana del Nord-est si svolgono le storie crude e affondate in una sorta di anoressia morale di
Piccola patria di Alessandro Rossetto, inquietante, disturbante film presentato a Venezia lo scorso settembre nella sezione Orizzonti, e passato via senza che in molti lo abbiano notato. Peccato. In un Friuli dove passato contadino e futuro industrial-tecnologico si sovrappongono senza riuscire a miscelarsi, due amiche insoddisfatte sognano di fuggire, di cambiare la loro vita. Una vuole ricattare un benestante locale, l’altra userà il suo fidanzato albanese perché il piano si compia. Vicenda sordida, personaggi repulsivi, un nord est estremo travolto dall’avidità e dal rancore sociale. Troppo lungo, estenuante, pieno di difetti, però debitamente duro e impietoso e poco piacione, in questo senso per niente italiano. Un ritratto allarmante del qui e ora di questo nostro paese dalla barbarie etica galoppante. Con una musica bellissima e austera, la tradizionale musica dei cori di montagna, però riscritta e adeguata ai tempi nostri con effetti quasi ipnotici.