La campagna di finanziamento popolare per la realizzazione del film che il regista Mario Zanot vuole trarre dal libro di Tiziano Terzani Un indovino mi disse, partita il 21 dicembre, viaggia al ritmo di circa mille euro al giorno. L'obiettivo ė di raccoglierne 500.000 entro l'inizio delle riprese, previsto per l'ottobre del 2013.
Tra i primi testimonial del comitato per la raccolta fondi, personaggi del giornalismo, della cultura, dello spettacolo tra cui Silver, il papà del fumetto Lupo Alberto, Angela Terzani Staude, scrittrice e moglie del giornalista, Franz Di Cioccio, musicista della Premiata Forneria Marconi, Raffaele Palumbo, giornalista di Controradio di Firenze, l'attore Valerio Mastandrea, con ogni probabilità il protagonista del film, ed Ettore Mo, il grande corrispondente del Corriere della Sera.
L'idea di fare un film dal libro più noto del giornalista fiorentino era nata nel 2004, durante le riprese di Anam il senzanome, l'ultima intervista a Tiziano Terzani. Da allora Mario Zanot ne ha scritto la sceneggiatura e il progetto ha trovato produttori in Germania e Svizzera, ma non ancora in Italia. Di qui l’idea del finanziamento popolare.
Lo spunto di partenza del film, che verrà girato interamente nelle locations originali asiatiche, è il seguente: nel 1976, un indovino di Hong Kong avvertì Terzani: “attento, nel 1993 corri un gran rischio di morire. In quell’anno non volare, non volare mai!” Terzani, corrispondente di guerra in crisi umana e professionale, non dimenticò la profezia e la trasformò in un’occasione per guardare il mondo con occhi nuovi. Non prese aerei per un anno, senza rinunciare però al suo lavoro di giornalista. Ne nacque un viaggio nell’anima dell’Asia dal quale Terzani uscì profondamente cambiato.
In un video, visibile tra alcuni giorni all’indirizzo web http://www.unindovinocidisse.it/dicono-del-film/le-interviste.html, il giornalista Ettore Mo rievoca il curioso primo incontro con il collega e amico fiorentino avvenuto a Delhi. Entrambi si erano recati in India per intervistare Madre Teresa di Calcutta. Ma la suora chiese loro di pulire il pavimento del lebbrosario. “Così a Calcutta scoprii che Tiziano Terzani aveva lavato i pavimenti prima di me. Tiziano è stato un grande giornalista, un grande inviato paragonabile a Hemingway, che ha capito e amato l’Asia. Aveva una sua malinconia, e non avrebbe mai scritto nulla, senza prima averla verificata sul campo ”, racconta Mo.
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