Domenica 29/12/13, ore 21.15, RAI MOVIE
«Ci sono due vie per affrontare la vita: la via della Natura e la via della Grazia. Tu devi scegliere quale seguire». Presentato in concorso al 64º Festival di Cannes, il quinto lungometraggio di Terrence Malick è un’opera totalizzante di abbagliante bellezza plastico-figurativa, da molti considerata un capolavoro della storia del cinema che segna una forte cesura con tutte le produzioni precedenti.
Fedele ad una visione panica del mondo, in cui l’elemento naturale si fonde a quello umano, The Tree of Life è la quintessenza della poetica di un regista capace di comporre un poema visivo che dal particolare giunge all’universale, indagando la vacuità dell’Esistenza e il silenzio di Dio, attraverso due direttrici narrative che si fondono l’una nell’altra: alla nascita del Creato, messo in scena con un “eterno ritorno” di suggestive e potenti immagini, si affianca la storia di una famiglia texana degli anni cinquanta, in cui il piccolo Jack passa dall'innocenza e dalla bellezza della vita sperimentata nell'infanzia, alla disillusione dell'età adulta. Sentendosi un'anima persa nel mondo moderno, da adulto (Sean Penn) cercherà il significato della vita e tenterà la riconciliazione con il padre, con il quale ha avuto un rapporto difficile. Brad Pitt, che incarna la Natura, è perfetto come padre severo ed autoritario; Jessica Chastain, la Grazia, offre una prova di rara sensibilità, emanando la purezza dell’amore materno. Meravigliosa sequenza finale, in cui la riconciliazione è solo apparente. Mistico, immaginifico, emozionante, forse troppo solenne, The Tree of Life è un grande inno alla vita e un’inesorabile ballata di morte in cui Malick, con la pretesa di realizzare un’opera che tende all’Assoluto, rischia di cadere vittima delle proprie ambizioni. Ingombrante voce fuori campo. Qualsiasi paragone con 2001: odissea nello spazio lascia il tempo che trova. Alla Cineteca di Bologna la pellicola, per errore, è stata proiettata invertendo il primo tempo con il secondo: nonostante ciò, secondo la stampa italiana, risulta che nessuno degli spettatori se ne sia accorto. Tecnicamente ineccepibile. Fotografia: Emmanuel Lubezki. Musiche: Alexandre Desplat. Premio FIPRESCI e Palma d’Oro a Cannes e tre nomination agli Oscar (film, regia, fotografia).
Emozionante.