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Ti saluto e ti faccio tanti auguri di buone feste.
Con simpatia, Elena da Piacenza Ti ringrazio, Elena, per mandarmi questo bel testo. Scriverò di più sulle tradizioni natalizie islandesi prossimamente. GLI ORCHETTI D'ISLANDA Non per spargere inutili allarmismi, ma fossi in voi comincerei a preoccuparmi. Una volta non capitava, eravamo molto più protetti: ma ora, con la globalizzazione, e i voli transcontinentali, e tutte le diavolerie della società moderna, il rischio che corriamo è aumentato esponenzialmente. Non mi stupirebbe che, prima o poi, uno di loro, o addirittura tutta la banda, si imbarcasse per un volo con scalo a Malpensa, e da lì penetrasse nelle nostre città, nelle nostre case, nelle nostre vite. Gli jólasveinar, a dispetto del loro nome islandese che letteralmente significa "gli amici del Natale", sono in realtà piccoli troll che amano sbeffeggiare il Natale con dispettucci e scherzetti. Sono i figli di Leppalúði (il pigrone papà) e di Grýla (la severa orchessa mamma), due troll islandesi che vanno in giro a scovare i bambini cattivi.Gli jólasveinar sono tredici e antipatici fratelli folletti che nel periodo di Natale infestano tutte le case dell'Islanda: Indossano rozzi abiti contadini, e nel mese di dicembre scendono ad uno ad uno dai loro rifugi nei monti. Quatti quatti arrivano in città, e si introducono nella casa del tristo malcapitato dando origine a un vero e proprio inferno casalingo. I 13 jólasveinar scendono dai monti uno per volta. Il primo parte il 12 dicembre, alla vigilia di Santa Lucia - e così via fino al tredicesimo, che lascerà il suo rifugio alla vigilia di Natale. Speriamo che nessuno jólasveinn arrivi in Italia grazie a un volo aereo, magari nascosto in un asciugapiatti così da trovarsi già nella sua stanza preferita: la cucina! E se invece i terribili orchi dovessero colpire? Beh… anche in quel caso, non dobbiamo perdere la speranza. Gli islandesi, che ormai si sono abituati alle intemperanze di questi folletti, sopportano stoicamente e anzi cercano di dare un senso alla loro infestazione natalizia. Da qualche decennio a questa perta, i bambini sono soliti lasciare le loro scarpe in bella vista nelle loro camerette, nella speranza che gli jólasveinar le notino. E gli jólasveinar le notano - e se i bambini sono stati bravi le riempiono di regalini e dolcetti - ma se i bambini sono stati disubbidienti, allora troveranno nella scarpa delle patate ammuffite! Ma cosa fanno questi jólasveinar, una volta penetrati in una casa? Danni, fanno. Ecco cosa combinano: 1. StekkjastaurIl primo dei tredici maledetti si chiama Stekkjastaur, letteralmente "palo di recinto". Si infila nelle stalle e si attacca alle mammelle delle pecore, nell'ostinata impresa di rubare il loro latte - e se non avete pecore in casa, non importa: state pur certi che troverà un'alternativa. Il secondo si chiama Giljagaur, ovverosia "demonio del canale d'irrigazione". Detto così può far sorridere ma non c'è proprio niente su cui scherzare: questo maledetto si nasconde nei canali d'irrigazione e risale fino alle stalle, dove ne approfitta per mangiucchiare indisturbato la schiuma di latte. E se non avete stalle, non dormite sugli allori: sono sicura che sarà capace di risalire i fili della corrente, e divorarvi la panna montata che avete nel frigorifero. Il terzo orchetto dispettoso ha il nome di Stúfur, ovvero "tozzo". È particolarmente insopportabile. Questo bell'imbusto si introduce nella sala da pranzo e vi ruba il cibo dal piatto non appena vi distaete un attimo!Þvörusleikir, il quarto, arriva il 15 di dicembre: è noto come "colui che lecca il cucchiaio". In effetti la sua attività principale è quella di andare a leccare i cucchiai sporchi, utilizzati per mescolare un impasto: e per quanto possa essere comodo come lavastoviglie, è molto sconsigliabile dal punto di vista igienico. Il quinto, Pottasleikir, è "colui che lecca i pentolini". Segue le orme del fratello e si mette a raschiare i fondi delle pentole che non sono ancora state lavate. La cosa irritante è che questi cosi sembrano complottare per farti venire i complessi da casalinga fallita. Con Askasleikir, il sesto folletto, "il leccatore di scodelle" la cosa incomincia a farsi un po' monotona. Questo qua, però, oltre ad essere un orco insopportabile, è pure un orco particolarmente scemo: a quanto pare, 'sto genio dell'astuzia si nasconde sotto i letti degli Islandesi, nella speranza che qualche Islandese si porti a letto una scodella. Buona attesa! 7. HurðaskellirCon Hurðaskellir, il settimo "colui che sbatte le porte", le cose iniziano a movimentarsi. Questo bel tipo si diverte un sacco a sbattere le porte… possibilmente in piena notte, fino a farti urlare dallo spavento. Il 19 di dicembre giunge in casa Skyrgámur, l'ottavo orchetto, il "goloso di formaggi". Egli perlustrerà il tuo frigorifero alla disperata ricerca dello skyr, una specie di formaggio assimilabile al nostro yoghurt. Non appena trovatolo, ovviamente se lo mangerà in un sol boccone, lasciandoti a secco e con un bel palmo di naso. Come se non bastassero i ladri di formaggio, i leccatori maniaci, il pazzo delle porte, e lo psicotico ladro di scodelle, il 20 di dicembre si aggiungerà alla combriccola il terribile Bjúgnakrækir, incallito "ladro di salsicce", il nono folletto. La cosa incomincia a diventare particolarmente irritante, soprattutto se state cercando di preparare il pranzo di Natale e vi trovate senza latte, formaggio, affettati, e burro. Ah, e un pazzo furioso v'ha anche rubato la scodella. E non è ancora finita: il giorno dopo arriva l'orco guardone, Gluggagægir, "che spia dalle finestre". È il decimo troll. Non solo è un voyeur, ma è anche una spia per conto dei fratelli: occhieggiando oltre i vetri cerca di individuare quel poco che non vi è ancora stato rubato nei giorni precedenti… … e passa le informazioni a Gáttaþefur, "colui che annusa le fessure delle porte". Gáttaþefur, che è l'undicesimo della banda, oltre ad essersi fatto i fatti vostri assieme a suo fratello, è un goloso incallito. Ama i dolci. E naturalmente ve li ruba, rendendo ancor più drammatica la situazione di partenza. Se avevate una mezza idea di organizzare un pranzo natalizio, a questo punto vi conviene di rinunciare in partenza e ordinare una pizza a domicilio. Il 23 arriva Ketkrókur, "l'Uncina-carne". Il nome di questo dodicesimo troll è un po' inquietante, ma le sue azioni non sono delle più gentili. Questo novello capitan Uncino si introduce nelle vostre dispense e arpiona i pezzi d'arrosto, portandoseli via in una folle corsa. Insomma: dal 12 al 23 di dicembre casa vostra è stata oggetto di una invasione insostenibile e incontrollata. Ormai siete stanchi, avviliti, e stufi di combattere contro i mulini a vento: gli jólasveinar vi hanno portato via la vostra privacy, il vostro cibo, la vostra sicurezza, e la scodella. L'unica cosa che vi resta è la vostra casa semi-saccheggiata, e la bellezza delle tradizioni di Natale. Il 24 di dicembre vi alzate la mattina, vi guardate attorno in quella casa vuota, e decidete almeno di rallegrarla con una candela profumata… e invece no, non potete! 13. KertasníkirKertasníkir, l'ultimo dei jólasveinar, con un tocco finale che ha del sadico vi ha rubato tutte le candele. A questo stato critico d'infestazione, se permettete un consiglio scappate da casa e imbucatevi a un qualsiasi pranzo natalizio che vi capiti sottomano, foss'anche quello della Caritas. Il 25 di dicembre, stante la presenza di tredici orchi indemoniati in casa vostra, il vostro povero alloggio sarà messo a soqquadro in maniera intollerabile. Fortunatamente, poi le cose inizieranno a migliorare. Gli jólasveinar, volenti o nolenti, se ne andranno da casa vostra, lasciandola così come ci sono arrivati: ovverosia, ad uno ad uno. Uno al giorno - il primo a partire sarà Stekkjastaur che era stato il primo ad arrivare e così via a scalare fino al ladro di candele arrivato per ultimo, che lascerà la vostra abitazione a esattamente tredici giorni dal Natale. Giusto in tempo per l'Epifania. Da Santa Lucia, alla festa dei Re Magi. Gli jólasveinar caratterizzano il folklore natalizio dell'Islanda per tutti i giorni fondamentali della festa, e sono ormai diventati un elemento tipico del Natale islandese.
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