I frutteti di pesche a Monteroni di Lecce Pesco (Prunus persica L.)
Creato il 06 agosto 2014 da Antoniobruno5
I frutteti di pesche a Monteroni di
Lecce Pesco (Prunus persica L.)
Un recente aggiornamento del
germoplasma frutticolo conservato in Italia presso le Università,
gli Istituti del Mi.P.A.F. e del C.N.R. ha censito 601 varietà di
pesco.
Peche, pesca, scritto pesche nel
Medioevo viene dal latino persicum (malum o pomum), “pomo di
Persia”.
L’albero di pesco è originario della
Cina da cui poi fu introdotto in Persia e pare che da questo paese
sia giunto in Italia e nel Salento.
Secondo Plinio il pesco non era
conosciuto dai greci ed è introdotto in Italia nel 40 d.c.
riferendosi alla pesca scrive che è un frutto raro e costoso né
Catone e tantomeno Varrone citano mai il pesco. E’ certamente
raffigurato in alcuni affreschi provenienti dalla casa dei cervi di
Ercolano.
Nell’antichità era certamente
coltivato nelle campagne del Salento probabilmente a scopo
medicinale, c’è da rilevare però che Apicio cita uina ricetta a
base di pesche.
Gli studiosi hanno cercato una
spiegazione alla tardiva introduzione del pesco nel nostro paese e si
è giunti alla conclusione che con ogni probabilità non vi erano le
condizioni climatiche adatte alla coltivazione di quest’albero.
(Annamaria Ciarallo Flora pompeiana).
E’ bello ammirare i pescheti di
Monteroni perché l’albero di pesco dalle foglie allungate si
riveste in primavera di una fioritura luminosa di un rosa bellissimo!
Il frutto, la Pesca, è tra i dessert più delicati.
In Egitto, la pesca era sacra ad
Arpocrate, dio del silenzio e dell’infanzia. Ancora oggi le guance
dei bambini vengono paragonate alle pesche per la loro morbidezza e
carnosità.
Le foglie, i fiori e la mandorla del
nocciolo contengono una sostanza chimica che libera acido cianidrico,
per cui non vanno assolutamente mangiati.
A Monteroni di Lecce è possibile
giungervi percorrendo strade che attraversano la campagna come se si
trattasse di un ideale percorso bucolico che consente di osservare,
in entrambi i lati, un territorio assolutamente incontaminato che la
costeggia, costituito da ubertosi frutteti. Infatti chi non ha mai
gustato le pesche di Monteroni?
Il pesco è rustico, ma preferisce i
nostri climi temperati e caldi. Si adatta su tutti i terreni, eccetto
quelli troppo umidi, asfittici. Teme gli eccessi del calcare salvo se
è innestato su dei portainnesti adatti (susino,
mandorlo,pescomandorlo, ecc…). Evitare di piantare un pesco su un
terreno che ha già ospitato questa specie. Durata di vita: da 10 a
25 anni secondo le condizioni d’impianto.
Il pesco sopporta male la potatura, che
provoca la secrezione di gomma. Va effettuata in febbraio-marzo,
all’inizio della fioritura. I frutti si formano sui rami dell’anno
precedente. Conviene conservare unicamente i giovani germogli
mediamente tagli vigorosi con angolo di inserzione largo.
Dopo la caduta naturale dei giovani
frutti, conservare circa da 2 a 4 frutti per rametto (brindillo) ed
eliminare tutti i giovani germogli che non portano frutti. Per un
raccolto migliore, eliminare le foglie che nascondono i frutti.
Un modo per procedere alla
classificazione delle pesche è di prendere in considerazione le
epoche di maturazione. Tale classificazione suddivide le pesche e le
nettarine in: precocissime che sono quelle coltivate prevalentemente
a Monteroni, precoci, medie e tardive.
Esistono tre principali categorie di
pesche: quella comune, propriamente detta, che presenta una sottile
buccia vellutata (o tomentosa), a sua volta suddivisa in due tipi,
uno con polpa a pasta bianca e l’altro a pasta gialla. Solitamente,
le prime hanno il nocciolo così aderente alla polpa da essere
difficili da staccare e sono chiamate pertanto duracine; viceversa,
le pesche a pasta gialla sono provviste di un nocciolo libero e
vengono definite spiccagnole. La varietà con buccia vellutata, a
pasta gialla e con nocciolo libero è quella più simile alla specie
selvatica originaria del genere Prunus.
Esistono anche pesche dalla buccia
liscia e glabra con polpa sia bianca che gialla, nocciolo libero e
consistenza più robusta: le Nettarine, comunemente dette “pesche
noci”.
C’è poi una categoria solitamente
non commercializzata al dettaglio perché idonea alla trasformazione
e alla produzione di succhi di frutta: le pesche percoche,
Le pesche a polpa gialla sono
disponibili sul mercato da maggio a settembre. Le pesche a polpa
bianca sono disponibili sul mercato da giugno a settembre.
E’ stato scoperto il gene
responsabile del colore, bianco o giallo, della polpa delle pesche. A
fare luce su una delle più importanti caratteristiche di qualità di
questi frutti è stato un gruppo di ricercatori dell’Università e
dell’Istituto di Genomica applicata di Udine e del Centro di
ricerca per la frutticoltura di Roma.
La pesca è ricca di zuccheri e
vitamine A, B, C, è un frutto rinfrescante ed energetico e
leggermente lassativo. Svolge un'azione depurativa che si manifesta
con l'incremento della funzionalità dei reni e dell'intestino. É
anche vermifuga, per la presenza dell'acino cianidrico. La pesca,
prevalentemente consumata come frutta fresca, è ottima anche
affettata nel vino. Viene utilizzata anche per fare marmellate ed
altre preparazioni tra le quali sciroppi e liquori. L’industria
conserviera impiega le pesche per svariati usi, ultimamente anche
come aromatizzante per esempio per il té. Questo frutto è molto
utilizzato anche in cosmesi.
Composizione e valore energetico sia
della Pesca che della Pesca Nettarina che della Percoca (100 gr. di
Prodotto)
Parte edibile 91 %; Sodio 3 mg; Acqua
90.7 g; Potassio 260 mg; Proteine 0.8 g; Ferro 0.4 mg; Lipidi 0.1 g;
Calcio 4 mg; Glucidi disponibili 6.1 g; Fosforo 20 mg; Fibra
alimentare 2.1 g; Niacina 0.5 mg; Vitamina A retinolo eq. 27 mcg;
Vitamina B2 0,03 mg; Vitamina C 4 mg; Energia 27 kcal. (Fonte:
Istituto Nazionale della Nutrizione)
La Pesca di
Monteroni gode da tempo di una notevole reputazione, dovuta alle
qualità del prodotto quali durezza e maturazione precoce. Ma
fondamentale è stato da sempre il lavoro del peschicoltore, che col
tempo si è specializzato affinando le tecniche di coltivazione e
coinvolgendo i propri familiari soprattutto in fasi specifiche
dell’attività. La vendita di questo prodotto ha portato ad un
miglioramento del tenore di vita degli operatori locali. Da oltre
cinquant’ anni, infatti, la Pesca di Monteroni rappresenta un
motore importante per l’economia
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