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I FRUTTI DIMENTICATI - Cristiano Cavina

Creato il 12 novembre 2013 da Lalettricerampante

I FRUTTI DIMENTICATI - Cristiano Cavina Ma voi la sapete cos'è il corbezzolo? E l'azzeruolo? E il corniolo, la prugnola e la sorba? Sono frutti, frutti per lo più dimenticati a cui ogni anno Casola Valsenio, un paese in provincia di Ravenna, dedica una festa speciale, perché non se ne perda la memoria. Insieme a questi ce ne sono anche altri, un po' meno sconosciuti ma che comunque vengono festeggiati lo stesso.
Cristiano Cavina ci racconta di questi frutti dimenticati. No, non ha scritto un romanzo dedicato al corbezzolo, ma a quello che questa idea di frutto dimenticato rappresenta nella sua vita. Già, perché ne I frutti dimenticati, l'autore ci parla di se stesso, in modo esplicito, diretto, senza ricorrere alla finzione. Un giorno viene contattato da un uomo, che ha chiesto il suo numero alla casa editrice spacciandosi per un insegnante. Quell'uomo è suo padre, il padre che Cristiano non ha mai conosciuto, e che ora lo cerca perché sta morendo. Cristiano va a incontrarlo, prima molto arrabbiato, poi mosso da una forma di pietà creata forse da quel legame di sangue che, anche volendo, non si può cancellare. Al racconto della comparsa di suo padre, affianca quello dei primi anni della sua vita, dalla nascita fino all'asilo. Un bambino esagitato, che non impara dai suoi errori e che è sempre pronto a commetterne di altri, almeno stando alle parole della suora che lo accudisce insieme agli altri compagni. Un bambino dall'immaginazione fervida, nato con la voglia di raccontare storie. Cresciuta con una madre e due nonni all'apparenza burberi ma che in realtà gli vogliono un bene dell'anima. Ma Cristiano ci racconta anche un'altra storia. Quella della sua relazione con Anna, che aspetta un bambino, il loro bambino, e che scopre di non amare più.
Credo che questo romanzo per Cristiano sia stato molto catartico. Che sia uno di quei romanzi che l'autore non poteva fare a meno di scrivere, per cercare di togliersi di dosso tutto il fardello che, all'improvviso, l'ha travolto. Prende la penna e scrive, racconta, con il suo solito stile semplice eppure molto intenso, che ti tiene incollato alle sue pagine e in mezzo a esse ti trascina, portandoti a Casola, questo paesone ricco di personaggi bizzarri e piccole avventure quotidiane. E, soprattutto, dentro alla sua vita. La forza del libro sta sicuramente lì, nel fatto che quanto narrato è tutto vero, per cui non puoi criticare, non puoi giudicare, puoi solo farti conquistare. Eppure, ammetto che in alcuni punti la storia è talmente tanto intensa, talmente tanto personale, che ho avuto delle difficoltà. Mi sono quasi sentita un'intrusa, come se non dovessi essere lì a leggere. Questo soprattutto nella storia con Anna, una storia arrivata al capolinea senza che nessuno dei due riesca a trovare il coraggio di ammetterlo, con lei che ripete, tristemente e disparatamente, la domanda "Mi ami?". Ecco, lì mi sono sentita impotente, forse perché conosco la sensazione (quasi tutti la conosciamo), e quindi anche un po' di troppo.
A parte questo, comunque, Cristiano Cavina è davvero bravo a raccontare, a portare su carta il suo paese e le sue emozioni. A farti ridere, a farti emozionare, a farti commuovere e a farti capire che ci sono storie tutte intorno a noi, che noi stessi siamo una storia. Che qualcuno dimenticherà, ma che qualcun altro invece celebrerà ogni giorno. E ora, voglio assolutamente assaggiare un corbezzolo.
Titolo: I frutti dimenticati Autore: Cristiano Cavina Pagine: 201 Anno di pubblicazione: 2008 Editore: marcos y marcos ISBN: 978-8871684918 Prezzo di copertina: 14,50 € Acquista su Amazon: formato brossura:I frutti dimenticati


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