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I furbetti del Cardellicchio…

Creato il 24 giugno 2011 da Radicalelibero

I furbetti del Cardellicchio…
G. ha 31 anni ed una laurea. Nel suo curriculum una sfilza di titoli e collaborazioni lunghe così. Master, specializzazioni. R. ha 31 anni a sua volta ed una laurea con voto molto più alto. F. ha poco più di 20 anni. Come l’altra R.. Ma ci sono anche donne ultra 40enni e ragazzi. Tutti alla ricerca di un’utopia chiamata lavoro. Hanno provenienze diverse.
Luoghi fisici lontani ma non troppo da cui, via auto, via treno, via pullman, sono convogliati su Foggia. Il fatto strano, infatti, è che pochi di quelli che varcano il portone della ditta SunsetOne di F.C. (cameralmente: “procacciatore d’affari, per la vendita di contratti di energia elettrica e/o gas naturale e/o congiuntamente di energia elettrica e di gas naturale“, originario del Tarantino), sono residenti o domiciliati nel capoluogo. Provengono dalla provincia, dal Tavoliere, dal Gargano, dai Monti dauni. Non solo, alcuni si accollano, per l’illusione simbolica di un colloquio, cinque minuti di gloriosa opportunità, viaggi trans regionali. Ca va sans dire, di propria tasca.
Come detto il titolare della Sunset One, è un “procacciatore d’affari per la vendita di contratti di fornitura di energia elettrica e/o gas naturale e/o congiuntamente di energia elettrica e di gas naturale”. Di fronte al registro delle imprese, visura camerale alla mano, è un piccolo imprenditore dal 15 maggio di quest’anno. I suoi canali di comunicazione sono: internet, media informali, annunci. Il titolare non specificherebbe quali siano le effettive mansioni del lavoro da svolgere. Addetto alle vendite, piccola amministrazione, consegne, gestione clientela, commessi, gestione e formazione del personale, distribuzione. In verità si farebbe riferimento ad un’unica mansione: addetto alle vendite porta a porta. Ovvero, agente (contratto co.co.co. a poco più di mille euro al mese, da cui detrarre contributi previdenziali e spese personali. Insomma, alla fine rimangono un paio di centinaia di euro).
Si dà il caso che, quei portali di offerte, siano anche la frequentazione abituale dei nostri testimoni. Hanno scoperto la ditta per caso. G. ci confessa non senza una punta di imbarazzo che “sembrava molto più concreta delle altre”. Laddove alla voce “le altre” si legga le imprese truffaldine che promettono il mare ed offrono solo una pozzanghera fangosa. Il dubbio, racconta, scompare quando “sei alla ricerca di un’occupazione che garantisca l’affitto”. E “ti fidi”. Onde poi restare “puntualmente delusi”.
Lasciamo che dialoghino tra di loro, questi corpi fusi da esperienze identiche vissute soltanto in giorni differenti. Non vogliono esporsi direttamente. Accettano di parlare a Stato dopo aver preso visione di un servizio simile sul sito di Repubblica. A patto di rimanerne fuori. L’assenso è quello di citare le iniziali del solo nome. Neppure la provenienza. Temono ripercussioni. “Ogni volta che ho cercato di capirne di più, spostando il discorso sulla mansione per la quale io ero lì, non mi è stata data una concreta risposta”. Ovunque, nella confusa nebulosa del lavoro per corrispondenza e della vendita porta a porta, la carta messa sul tavolo è la vaghezza.
Quella, ed un modo di parlare pubblicitario e veloce, nevrotico alla Woody Allen. Una signora, la più adulta del gruppo, si guadagna la palma d’oro per l’evocazione: “Avete presente le prescrizioni mediche delle pubblicità dei medicinali? Così”. Il loro sbarco nella sede della ditta a Foggia ha seguito il classico iter. Il lavorando contatta i quattro cinque numeri a disposizione, la segretaria fissa un incontro, precisando, a richiesta (abbiamo chiamato anche noi di Stato), che non si tratta né di un call center, né di vendita porta a porta.
Nell’asettica sede della Sunset One (non c’è neppure la targhetta al citofono ma una etichetta che sembra provvisoria ) si svolgono decine di incontri ogni giorno. Curriculum che entrano e vengono lasciati sui tavoli di Cardellicchio e del suo staff. Nell’ufficio mancano ancora le porte. Loro, le nostre voci, ci sono entrate, la prima volta, per il colloquio conoscitivo. Durante il colloquio, obbligatorio, non hanno ricevuto informazioni. Ad ognuna di loro viene fatto il nome di una grande impresa per conto della quale la Sunset lavorerebbe.
La più gettonata è stata la Gas de France (dalla visura camerale non risulta nessuna collaborazione). Cosa accada a chi prova a capirne di più, l’abbiam detto. A distanza di un giorno (o, in caso di fine settimana, di qualche giorno) viene fissata una giornata che loro chiamano “di prova”, presentando anche quella come l’unica possibilità per entrare nel grande mondo dell’impresa in rampa di lancio. “Ci hanno detto – ripetono in coro le ragazze – che si sarebbe trattato di una giornata di orientamento, durante la quale ognuna di noi avrebbe scelto, alla fine, la propria strada”. Ed invece, la sorpresa. Dopo pochi minuti dal loro arrivo, gli viene proposto un affiancamento con due agenti per la vendita porta a porta di contratti per la fornitura del gas, già facenti parte della Sunset One. Chi rifiuta – e succede nella stragrande maggioranza dei casi, ad esempio tutte le ragazze con cui noi abbiamo a che fare hanno rigettato la cosa – perde il giro, via dunque dall’ufficio.
È la parte più drammatica (nel senso di teatrale) del loro racconto. Ognuna ne mette un tassello. R: “Il titolare, di fronte al nostro rifiuto, ci disse che gli stavamo facendo perdere tempo”. F. aggiunge un particolare: “Una delle ragazze con cui condivisi la giornata chiese alla segretaria della ditta se il giro per vendere contratti, per lo meno, riguardasse Foggia. Lei le rispose ghignando se, invece, avesse intenzione di andare in gita a Firenze”. Il gioco è sottile. Entri come candidato alle risorse umane o gestione del personale o amministratore e diventi, in pectore, venditore porta a porta. “Mi hanno detto – si arrabbia una delle ragazze – che devo partire dall’ultimo gradino se voglio arrivare al vertice e che non sono nessuno per pretendere di più. Ma io sono laureata ed ho master e tirocini. Ed una cosa che loro hanno perduto: l’esternazione di un semplice no”.



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