Non c’è due senza tre per Vittorio Feltri, che prosegue il suo presenzialismo in prima pagina sui due quotidiani di area centro-destra come se fosse in tour per presentare il suo nuovo album. In realtà – anche se non è certo l’ultimo arrivato e non ha necessità di farsi conoscere – da vera rockstar del giornalismo d’opinione qualcosa deve pubblicizzare: il suo addio al Giornale per passare al concorrente Libero come nuovo direttore editoriale, ricreando la strana coppia con Maurizio Belpietro (nei panni di direttore responsabile); e forse intende anche celebrare pubblicamente la sua furbizia.
Feltri infatti non perde occasione, da quando è stato sospeso per 3 mesi dall’Ordine dei Giornalisti in seguito all’ormai celebre “caso Boffo” per ribadire – quasi in tono di sfida all’organismo professionale che l’ha sanzionato pesantemente per la campagna di stampa diffamatoria verso il collega dell’Avvenire, costretto poi alle dimissioni – da una parte la sua aurea di superiorità rispetto al provvedimento e dall’altra la sua nuova collocazione nel girone dei “martiri della libertà di stampa”.
Come si diceva poco sopra, non c’è due senza tre: se mercoledì 15 dicembre, all’indomani del voto di fiducia alla Camera dei Deputati che ha visto affondare la mozione di sfiducia presentata dall’opposizione contro il governo, Il Giornale non si era fatto pregare per sbattere in prima pagina una maxi intervista a Feltri (in sostanza un editoriale camuffato da colloquio impegnato), e se nell’edizione di mercoledì 22 dicembre ancora lo stesso quotidiano di via Negri aveva salutato l’abbandono di Feltri con un colpo di coda finale (trovando spazio in prima pagina per una lettera di commiato dell’ormai ex direttore ai lettori), questa volta il campo di sfida alle sanzioni dell’Ordine dei giornalisti si sposta sul nuovo terreno editoriale, proprio quel Libero che Feltri andrà a condurre – anzi, ufficialmente conduce da martedì 21 dicembre.
Esatto: come regalo di benvenuto, poiché il neo-direttore editoriale non potrà cimentarsi in attività giornalistiche fino al 3 marzo 2011, Maurizio Belpietro lo ha salutato con una evidentissima intervista in prima pagina che apre l’edizione di giovedì 23 dicembre in cui il nuovo arrivato spiega i motivi del suo ritorno al quotidiano milanese di via Majno che lui stesso aveva fondato dieci anni fa, nel 2000.
La volontà della nuova coppia al timone di Libero, per altro, era già stata ampiamente espressa durante la conferenza stampa di presentazione di mercoledì 22 dicembre. I due direttori saranno direttori ed editori, ciascuno con una quota del 10%, e puntano ad arrivare a superare le centomila copie fatte registrare a novembre. Confermata l’assenza dalle edicole del lunedì, ci sarà anche negli altri giorni della settimana meno spazio alla carta, con uno snellimento del numero delle pagine di ciascun numero in edicola; al contrario sono state promesse più risorse per il web, con un rafforzamento del sito internet che ad oggi non appare competitivo nella forma e nell’usabilità rispetto a molti degli altri quotidiani nazionali concorrenti.