Il tuo respiro dentro il mio.
I nostri cuori infreddoliti
le mani allacciate
(l’una e l’altra) l’una all’altra
Le corse per tornare a casa
gli amari gratis nei bicchieri di plastica
i sorrisi abbandonati
le lacrime fortuite
le parole come torrenti
i morsi al cuore
i soldi che non arrivano mai
i sospiri nelle orecchie
i baci non dati, il loro sapore
i discorsi pronunciati a mezzanotte e mezza
quando mi alzo su una sedia
e canto De André.
Le lune programmate
le stelle che in campagna si vedono di più
quattro giorni di curiosità e vita assoluta
a parlare di tutto quello
che sapevamo già
Le tue labbra come il vento della sera
i cappotti enormi per riscaldarci
“Che ore sono?”
il “lasciami due tiri” che ormai è una litania
le voci sparse nelle stanze dove viviamo
e i miei incubi
e i tuoi sogni a metà
e i superalcolici che non bastano mai
che non guastano mai
i nostri compagni che mi festeggiano
gli striscioni pesanti
i comunicati
le scritte sui muri di Milano sotto zero
la mia invidia per il rossetto rosso
per i sorrisi agli sconosciuti
per la tua pelle agli sconosciuti
per gli sconosciuti da una vita
e la tua voce
che di giorno in notte
si fa più necessaria
le giornate passate a pensare poesie
che non scriverò mai
lo stipendio da niente
dimezzato dalle birre
dalle sigarette che offro a tutti
i ritorni in macchina
il cuore rotolato dal finestrino
e nessuno si è fermato per raccoglierlo.
Poi la timidezza in mezzo alla gente
i tramonti perduti
e i tuoi occhi
che sono un amuleto.
Questa è la vita:
il rimpianto che m’abbraccia.
La sveglia alle 7 del mattino.
E le sere a scrivere.
Mentre i gabbiani volano sul mare, amore.