I genitori son quelli che ti cresconodi Maria Giovanna Farina
L’ennesimo bambino nel cassonetto, un gesto che spezza il cuore. Il mio discorso non vuole essere moralista, né adoperarsi per toccare i sentimenti: certo quando una madre fa un gesto così estremo fa pensare a che cosa l’abbia spinta a compierlo. Si è portati a supporre che nessuna ragione sia valida per liberarsi di un neonato come se fosse volgare spazzatura, eppure, tralasciando il caso che sia stato qualcun altro a compierlo, qualcosa ha mosso quella mano, quella mente, quel cuore. Forse si pentirà, forse tornerà a cercarlo o forse non si volterà più indietro. Per quel bambino la vita appena nata ha già preso un altro corso, si occuperà di lui un’altra mamma, speriamo equilibrata e amorevole, ma la sua esistenza ha già intrapreso una direzione diversa da quella iniziale. A lui non importa già più, deve sopravvivere, o meglio vivere, nel miglior modo possibile: è un suo diritto. Da quando veniamo al mondo abbiamo il diritto essere amati, accuditi e cresciuti con ogni sforzo possibile perché il bambino sia al centro della vita, perché non gli deve mancare ciò che serve, perché ogni bambino ha gli stessi diritti di un altro. Bene, sperando che ciò avvenga, penso già al dopo, quando non sarà più un bambino ma pian piano diventerà un ragazzo e poi un uomo: è lì che spero non debba conoscere ciò di cui è stato vittima: di un abbandono crudele. Un gesto lo aveva gettato via come un pezzo di carta sgualcito: a che cosa gli servirà saperlo se non a creargli una profonda ferita dolorosa? Se non a farlo sentire un diverso? Uno che appena nato già non era degno d’amore? La sua vita potrà essere migliore se non si creerà il tarlo della domanda tipica dei trovatelli: “Da dove vengo? Quali sono le mie origini? Che volto ha mia madre?” Queste domande non fanno che creare dolore, ossessione e tormento. Rovinano un’esistenza serena per trasformarla in un calvario perché quando e se si troverà davanti chi lo ha abbandonato non troverà le risposte, ma solo qualcuno che non conosce ed anche se si fosse pentito non ha più alcun senso: i genitori sono quelli che ti crescono, questa consapevolezza appresa precocemente può rendere la nostra vita migliore. Di fronte a quella madre conoscerebbe solo “un’incubatrice”.
Maria Giovanna Farina, filosofa e consulente filosofico pubblicato anche su www.siamodonne.it