La formazione della Compagnia di Gesù venne approvata da Francesco Borgia, Duca di Grandia, nipote di papa Alessandro VI e patrono di Ignazio di Loyola. Francesco Borgia fu il principale finanziere e “architetto” nella costituzione del primo ordine militare di monaci della Chiesa cattolica. Lo si ricorda anche per aver contribuito positivamente nell’approvazione della Bolla Regimini militantis (27 settembre 1540) da parte dell’amico della famiglia Borgia, Alessandro Farnese, Papa Paolo III, che per primo conferì ai gesuiti lo status di ordine. Ignazio di Loyola attirò, per la prima volta, l’attenzione del giovane duca di Grandia nel 1529, dopo che Loyola venne nuovamente arrestato dall’Inquisizione per le sue estreme pratiche di devozione religiosa. Borgia vide del potenziale nell’estremo rigore religioso, predicato da Ignazio di Loyola e nel suo desiderio di stabilire un ordine di monaci militari. Fu il giovane Borgia a salvare la vita di Ignazio dall’Inquisizione.
Alla morte di Ignazio nel 1557, Francesco Borgia avrebbe dovuto essere il secondo Superiore Generale. Tuttavia, le sue ambizioni vennero ostacolate in primo luogo dall’acerrimo nemico Giovanni Pietro Carafa come Papa Paolo IV (1555-1559). Carafa fu uno dei più grandi nemici di papa Alessandro VI e nominò subito Diego Laynez come Superiore Generale. Papa Paolo IV morì nell’agosto del 1559 e fu sostituito da Giovanni Angelo de’ Medici (Papa Pio IV). In entrambi i casi, il Superiore Generale dei gesuiti Diego Laynez si schierò dalla parte dei papi rendendoli virtualmente intoccabili. Tuttavia, dopo che Papa Pio IV torturò e uccise Benedetto Accolti e altri membri delle famiglie papali in un presunto complotto, il cardinale Borgia fece la sua mossa e Pio IV venne avvelenato, morendo il 9 dicembre 1565. Pochi giorni dopo, il Superiore Generale Diego Laynez subì la stessa sorte. Il suo successore fu il cardinale Francesco Borgia, eletto all’unanimità, terzo Superiore Generale.
- Altri Nomi: Società di Gesù, La compagnia di Gesù, La compagnia
- Anno di origine: 1540 Bolla Papale Regimini militantis ecclesiae (“Sulla supremazia della Chiesa militante”)
- Fondatori: Francesco Borgia & Ignazio di Loyola
- Sede: Chiesa del Gesù (Roma)
- Capo dell’organizzazione: Superiore Generale
- Leader corrente: Adolfo Nicolás
- Numero membri: 18,815 (2008)
I GESUITI E L’ISTRUZIONE Mentre, fin dal principio, l’Ordine Militare dei gesuiti venne progettato per essere in grado di completare tutti i tipi di missioni pericolose come omicidi, propaganda, contraffazione, furto, la loro missione primaria era e rimane ancora oggi la sconfitta completa di tutte le forze che si oppongono all’autorità del Papa Cattolico – in particolare del movimento protestante. Anche nel 16 ° secolo, la Chiesa cattolica cercò di reprimere e controllare gli scambi e l’educazione attraverso la combinazione del diritto pontificio, dei fatti e occasionalmente della forza. Al contrario, gli stati che avevano rifiutato la supremazia del Papa come l’Inghilterra e parti di Germania, Francia, e Nord Europa erano liberi di portare avanti le loro attività commerciali in tranquillità e fornire una educazione senza restrizioni ai propri figli. Di tutte le conseguenze della Riforma, la più pericolosa per la Chiesa cattolica era (ed è ancora) quella dell’istruzione. Ecco perché i gesuiti adottarono una posizione così marcata nel campo dell’istruzione. Usando i loro grandi poteri, i gesuiti stabilirono un contro movimento educativo, sfruttando come arma l’inestimabile possibilità di accedere agli archivi segreti del Vaticano, i gesuiti si dedicarono a manipolare ogni scienza e filosofia mainstream a svantaggio degli intellettuali protestanti, sovvertendone anche le società segrete. Il reclutamento e la promozione dell’istruzione portò anche altri benefici, l’Ordine infatti ebbe la possibilità di migliorare il livello delle sue reclute rendendosi allo stesso tempo “attraente” al mondo cattolico. I gesuiti divennero ben presto noti come l’Ordine dedicato all’eccellenza nell’istruzione presso i paesi cattolici, un concetto perverso se si pensa alla sua concezione originaria, ovvero essere il braccio armato della Chiesa Cattolica.
I GESUITI E I PRIMI SCAMBI COMMERCIALI Un’altra area in cui i Gesuiti cercarono di competere con gli Stati protestanti nominati in precedenza erano le rotte commerciali. Grazie a Papa Gregorio XIII, i gesuiti divennero l’unico Ordine religioso con il potere di condurre transazioni commerciali e bancarie. Il Superiore Generale dei gesuiti Claudio Acquaviva (1581 – 1615) utilizzò bene tale privilegio quando nel 1580, ordinò a Vilela di acquistare il porto di Nagasaki da un signore della guerra locale giapponese. Il Generale Acquaviva inviò poi Alessandro Valignano a consolidare la nuova missione commerciale. I gesuiti promossero fortemente la crescita del loro porto di Nagasaki, rendendolo uno dei porti commerciali più redditizi del mondo. La proprietà di questo porto diede alla società un monopolio concreto sulla tassazione di tutte le merci importate che entravano in Giappone. I gesuiti sotto Pietro Claver divennero anche uno strumento per lo sviluppo del commercio degli schiavi dall’Africa al Sud America allo scopo di utilizzarli nelle miniere d’oro. In seguito, i gesuiti trasformarono Claver da uno dei peggiori mercanti di schiavi della storia al loro santo patrono.
Tuttavia, sia la Spagna che il Portogallo, in particolare, erano inferociti a causa delle crescenti ricchezze e influenza dei Gesuiti le quali derivavano dai proventi del traffico di schiavi e dalla monopolizzazione del commercio. In risposta al tentativo portoghese, di limitare i gesuiti in Giappone, armando i loro nemici, il generale Claudio Acquaviva formò un’alleanza nel 1595 con gli olandesi sostenendo le loro navi mercantili e commerciali. In risposta alla nuova alleanza, il Parlamento inglese pubblicò una carta nel 1600 che garantiva all’alleanza della Compagnia delle Indie Orientali il monopolio sui traffici commerciali. Nel 1602, il generale Claudio Acquaviva supportò i mercanti gesuiti nel percorso che permise loro di ottenere una carta da parte degli Stati generali dei Paesi Bassi che garantì loro il monopolio per 21 anni e la formazione della Vereenigde Oostindische Compagnie o VOC in olandese, letteralmente “Compagnia Unita delle Indie Orientali” (Dutch East India Company). Attraverso il privilegio unico dei gesuiti nel poter condurre attività finanziare e commerciali, la Dutch East India Company divenne una delle aziende più redditizie della storia grazie al controllo di spezie, medicine, schiavi e piantagioni. I gesuiti controllarono questo avamposto commerciale fino al 1773 quando l’Ordine venne sciolto.
LO SCIOGLIMENTO DELL’ORDINE Mentre l’argomento iniziale che giustificava la presenza gesuita nel commercio era quello di corrompere e ostacolare le attività commerciali protestanti, furono in realtà le nazioni cattoliche a subire i danni maggiori. In aggiunta alle disgrazie provocate dai gesuiti, un pericolo proveniva anche dall’interno dell’ordine, ovvero dai suoi assassini. Ogni volta che un nuovo re o regina moriva sotto la loro vigilanza, le famiglie nobili d’Europa entravano in uno stato di forte agitazione. Fu tuttavia lo stesso sistema di controllo, istruzione e soppressione del liberalismo gesuita che portò al loro scioglimento.
Mentre le nazioni protestanti facevano passi avanti nel commercio, nell’industria e nell’istruzione, gli Stati cattolici continuarono a perdere il controllo. Spagna, Portogallo, gli stati italiani e anche la Francia rimasero a guardare con disgusto e frustrazione l’Inghilterra, la Germania, la Russia e gli altri Stati europei del Nord crescere nella ricchezza e nel prestigio.Nel 1758 il ministro di Giuseppe I del Portogallo (1750-1777), il Marchese di Pombal, espulse i Gesuiti dal Portogallo, e li spedì in massa a Civitavecchia, come un “dono per il Papa”. Nel 1764, il re Luigi XV di Francia espulse i Gesuiti. Nel 1769, il movimento per espellere i gesuiti era talmente cresciuto da rappresentare un pericolo per lo stesso Papa. Papa Clemente XIII convocò un concistoro, al fine di sciogliere i gesuiti, con annessa una bolla papale. Il 2 febbraio 1769, però, la notte prima che la bolla venisse promulgata, il generale Lorenzo Ricci riuscì a far assassinare il Papa. Il suo successore, Papa Clemente XIV, allievo gesuita, risultò decisamente più strategico. Nel luglio del 1773, Papa Clemente XIV firmò l’ordine Dominus ac Redemptor per smantellare i gesuiti, le loro chiese e sequestrarne i beni. In cambio, Papa Clemente ottenne la restituzione di Avignone e Benevento allo Stato della Chiesa per i “servizi” resi alle case reali. La soppressione colse il generale Ricci completamente spiazzato e, prima che potesse reagire, venne arrestato il 17 agosto e imprigionato a Castel Sant’Angelo a Roma. Il 22 settembre 1774, tuttavia, Ricci, riuscì a far uccidere Papa Clemente XIV. Ricci rimase imprigionato e morì il 24 Novembre 1775 dopo 15 anni da generale.
IL CONTRATTACCO DEI GESUITI La prigionia e la morte di Ricci, la bolla di soppressione, non segnarono la fine dei gesuiti. La lettera era valida solo nei paesi in cui venne ufficialmente promulgata. Federico di Prussia riconobbe il valore dei Gesuiti come educatori e rifiutò di promulgare l’editto. Allo stesso modo, anche Caterina II di Russia proibì la sua promulgazione. In un primo momento, alcuni gesuiti divennero sacerdoti della parrocchia e continuarono ad insegnare nei collegi dei gesuiti come un tempo. Dal momento che vennero riconosciuti legalmente come gesuiti in quei due paesi, i Padri nella Russia Bianca organizzarono una Congregazione, la prima in Russia. Elessero come Vicario Generale Padre Stanislao Czerniewicz (53 anni). Era un gesuita leader della Provincia ed era Rettore al Collegio di Polotsk. Stanislaus Czerniewicz morì il 7 luglio 1785, i Padri allora, organizzarono la seconda congregazione della Russia Bianca per eleggere un successore. Elessero come Vicario Generale, il 27 settembre, Padre Gabriel Lenkiewicz. Due anni dopo la sua elezione, Gabriel Lenkiewicz colse l’occasione per vendicarsi su una delle case reali europee che contribuirono alla caduta dei gesuiti. Durante la Riforma Re Luigi XVI di Francia convocò un’assemblea di notabili – un gruppo di alcuni nobili, borghesi e burocrati selezionati al fine di bypassare il Parlamento, dominato dalle famiglie nobili. Al fine di migliorare il tenore di vita dei più poveri e fermare la fame crescente, il Re francese chiese il bene stare dell’Assemblea nel suo piano di tassare, per la prima volta, le famiglie nobili e la Chiesa cattolica. Il piano oltraggiò i Vescovi cattolici e i Gesuiti vennero chiamati dalla Russia per fornire assistenza su come sovvertire i piani del “buon” re. I gesuiti sfruttarono subito il piano del re per by-passare il Parlamento, completamente corrotto, diffondendo opuscoli anti-monarchia in cui si dimostrava che il re in realtà stava contro la gente comune, in quanto per legge un terzo del Parlamento francese doveva essere rappresentato dalla gente comune. Anche in questo caso, sfruttando il desiderio del re di apportare cambiamenti significativi, i gesuiti promossero rivolte aperte e un movimento di opposizione, sostenendo che le vere persone che volevano il cambiamento era il popolo non il re. Per terminare il caos, nel 1791, re Luigi XVI promulgò una nuova Costituzione con cui la Francia sarebbe diventata una monarchia costituzionale – fornendo una reale libertà politica e democratica, per la prima volta nella storia dell’Europa continentale. In risposta, Papa Pio VI (1775-1799) ordinò all’imperatore del Sacro Romano Impero, Leopoldo II d’Austria, di attaccare suo cognato. Nel 1792, i giacobiti controllati dai gesuiti catturarono il re e per i successivi due anni, durante il “regno del terrore” gesuita, vennero giustiziate oltre 40.000 persone, per lo più senza nemmeno un processo. La rivoluzione non avvantaggiò, inizialmente, la causa dei gesuiti (ovvero la loro riammissione). Diede invece rinnovata fiducia alla loro capacità di rovesciare, anche la più antica delle monarchie, che infine li portò ad ideare il piano per catturare il Papa e la ricchezza della Chiesa cattolica.
In una delle più grandi mistificazioni della storia, il leale agente dei Gesuiti Gilbert du Môtier, marchese de La Fayette conosciuto semplicemente ai più come “La Fayette” non abbandonò le sue fedeli truppe e l’influenza nascondendosi nella regione oscura di Liegi in Belgio, dove venne tenuto “prigioniero” per 5 anni. La Fayette, invece, fu incaricato dai gesuiti di prendere le vaste riserve d’oro della Francia e trasferirle in America. A New York, l’oro francese è stato posto con cura nella Bank of New York (fondata nel 1784) e nella Bank of the Manhattan Company (ora JP Morgan Chase Bank). L’agente gesuita Antoine Christophe Saliceti curò con attenzione la carriera del compagno Napoleone Bonaparte per diversi anni. Nel 1795, pur servendo a Parigi, Napoleone riuscì a schiacciare una rivolta di monarchici e contro-rivoluzionari e venne supportato dal leader del nuovo regime Paul François Jean Nicolas, visconte de Barras (Paul Barras). Dopo il suo matrimonio con Joséphine de Beauharnais, Saliceti si assicurò che a Napoleone venisse affidato il comando dell’esercito francese in Italia nel marzo 1796 dando l’ordine di invaderla, in particolare per catturare il Papa a Roma.
Nello stesso periodo, i gesuiti in Svizzera costituirono le banche private Darier Hentsch & Cie e Lombard Odier Darier Hentsch che avrebbero custodito l’oro e i tesori sequestrati durante la campagna.
Papa Pio VI, tuttavia, costituì un proprio trattato di pace con Napoleone (Tolentino) il 19 febbraio 1797. Sono stati i gesuiti ad organizzare l’assassinio del generale di brigata francese Mathurin-Léonard Duphot a Roma, per permettere a Napoleone di arrestare, finalmente, il papa. Sei settimane dopo il trasferimento del Papa presso la cittadella di Valence, morì il 29 agosto 1799. Tornati a Roma, gli agenti del Superiore Generale dei Gesuiti Gabriel Lenkiewicz catalogarono tutti i buoni del Tesoro Vaticano e altre informazioni riguardo le posizioni dei tesori della Santa Sede, inviandole in Svizzera. A sua volta, la Banca continuò per un certo tempo a finanziare Napoleone per le sue continue campagne di conquista. Nel novembre del 1798, Gabriel Lenkiewicz morì e il 1 ° febbraio Padre Franz Xavier Kareu fu eletto Vicario Generale.
IL RESTAURO E IL NUOVO ORDINE MILITARE DEI GESUITI Alla morte di Pio VI nell’agosto del 1799 come prigioniero francese, il conte cardinale Barnaba Chiaramonti fu poi eletto papa Pio VII, il 14 marzo 1800. Inizialmente riuscì ad ottenere un Concordato con Napoleone nel 1801 e assistì alla sua incoronazione nel 1804. Tuttavia, nel 1808, fu fatto prigioniero dai francesi, non a causa degli intrighi gesuiti, ma per colpa di Napoleone stesso ora a capo del suo stesso popolo. Dopo che la disastrosa campagna di Russia ebbe sufficientemente indebolito il potere di Napoleone, il leader gesuita Tadeusz Brzozowski (primo Superiore Generale dopo il restauro) si incontrò con Papa Pio VII nella sua prigione nel gennaio / febbraio 1814 e raggiunse un accordo con Papa Pio VII per ripristinare completamente l’Ordine Gesuita concedendogli inoltre nuove terre e diritti sul continente asiatico secondo questo accordo: (1) I gesuiti avrebbero organizzato il rilascio sicuro del Papa al momento dell’arresto di Napoleone (che si verificò nell’aprile del 1814), (2) I Gesuiti non avrebbero mai più intrapreso azioni contro i Papi, riaffermando allo stesso tempo il loro impegno di fedeltà, (3) Il Papa avrebbe ripreso il controllo sui territori pontifici (4) Infine, che alcuni dei fondi della chiesa cattolica, controllati dal Vaticano sarebbero stati restituiti.
Successivamente, la Società venne ripristinata anche a livello pubblico con la lettera del Papa “Solicitudine Omnium Ecclesiarum” il 14 agosto 1814.
Fonti: http://one-evil.org http://www.neovitruvian.it