Quando si entra nei giardini Majorelle di Marrakech il primo choc è quello dei colori: il blu oltremare certo, ma anche il verde Veronese o il giallo vivo di certi vasi. Altro fattore di interesse è la villa, la sua estrema modernità senza tempo, ancora oggi senza una ruga: splendida, con una classe e una leggerezza intemporale. Una villa di artisti, sicuro!. Ogni volta poi che si ritorna è sempre una grande felicità trovarsi nel bel mezzo di questa profusione di colori e profumi. Il piacere è grande, il silenzio e la pace in opposizione con la vita tumultuosa e caotica della città, che circonda la struttura. Le panchine disposte nel parco, tra le palme, sono un invito al relax e alla meditazione. Il nome del giardino deriva dal suo creatore, il pittore francese Jacques Majorelle che, nel 1919, si installo’ a Marrakech, conquistato dalla sua luce, dai suoi colori e dal suo modus vivendi.
Nel
1924 acquisto’ un terreno all’esterno delle mura della città, e costrui’ il suo
Atelier nel
1937, oggi sede del Museo di Arte islamica. L’artista dipinse la villa con dei
colori vivi dove prevalse il
blu, il famoso
blu Majorelle. La gente, sorpresa da questo colore, lo identifico’ subito come il blu Majorelle, un blu
intenso,
elettrico, diventato famoso come il colore del pakaging delle sigarette
Gauloises. I giardini che circondano l’Atelier vennnero
piantumati con differenti specie botaniche, provenienti dai
cinque continenti, principalmente
cactus e bouganvilles. Tutto questo, più tardi, diventerà il giardino Majorelle. Dopo un incidente d’auto, Majorelle rientro’ a
Parigi dove morirà nel
1962.
Dopo la sua morte il giardino rimase aperto al pubblico e subi’ delle
forti degradazioni. Nel
1980,
Yves Saint Laurent e il compagno Pierre Bergé, che non erano altro che dei visitatori e
ammiratori del giardino Majorelle, lo
acquistarono. Salvarono questo luogo dalle
speculazioni edilizie immobiliari che minacciavano quasi tutti gli
antichi giardini di
Marrakech. Iniziarono a quel punto i lavori di restauro, con l’aiuto dell’etnobotanico
Abderrazak Benchaâbane. Pierre Bergé ricorda: “
I giardini Majorelle e noi, una grande storia d’amore. Nel 1966 arrivammo, io e Yves Saint Laurent, a Marrakech. Nove giorni dopo la nostra venuta nella città, acquistammo una casa nella Medina: Dar El Hanch. Ma molto presto noi scoprimmo la città e in primis i giardini Majorelle. Noi sapevamo chi era il pittore in questione e chi fu suo padre (n.d.r – famoso ebanista della grande scuola di Nancy, amico del Maresciallo Lautey; quest’ultimo consiglio’ all’artista di far soggiornare il figlio Jacques a Marrakech, per alleviarlo da gravi problemi respiratori).
All’epoca i soli visitatori erano dei giovani studenti che pagavano l’ingresso con un dirham. Noi andavamo tutti i giorni, poi tutte le sere. Qualche anno più tardi acquistammo una casa proprio di fianco a quel luogo incantato e poetico. Poi venimmo a conoscenza che stava per essere venduto per trasformarlo in un Hôtel. A quel punto lo acquistammo immediatamente“.La vegetazione era lussureggiante, ma anarchica. Si doveva dunque
riorganizzare lo spazio e dare un ordine all’insieme. Nel
1999 Bergé penso’ alla
ristrutturazione della flora e anche alle modalità di
amministrazione del giardino. Nel marzo 2000 si decise per il
restauro, dotando il giardino di importanti
mezzi operativi. Durante i nove mesi di lavori un èquipes lavoro’ giorno e notte per installare un
sofisticato impianto di irrigazione automatica che permise la riduzione del
40% di acqua, permettendo di regolarne efficacemente la ripartizione secondo le
ore della giornata e il bisogno specifico di ogni pianta.
Per restare fedeli allo spirito di Jacques Majorelle , autentico appassionato di
piante esotiche, la collezione si arrichi’ di numerose specie rare. La flora del giardino passo’ da 135 a
300 specie . Una
suberba collezione di
cactus (oltre trenta famiglie sono presenti) venne installata su di una parcella molto assolata del giardino.
Palme e
bamboo vennero importati dall’
America Latina e dall’
Oceania. L’architetto americano, trapiantato a Marrakech,
Bill Willis, modifico’ l
‘ingresso del giardino per
preservare il suo mistero ( si scopre poco a poco) e successivamente tutto il complesso
venne donato dai proprietari alla città di Marrakech e al patrimonio marocchino. Oggi una èquipe di
venti giardinieri si occupa della gestione quotidiana del giardino, delle fontane e degli specchi d’acqua. Questo spettacolare giardino si lega
indissolubilmente con il grande stilista francese le cui ceneri, dopo la sua morte avvenuta nel 2008, sono state sparse nella parte privata del giardino, situato davanti alla grande villa padronale (non visitabile). Ultimo omaggio alla città di Marrakech, la
Ville Rouge, che è stata fonte di ispirazione inesauribile per
YSL e la sua
Arte.
Giardini Majorelle – Orario Invernale dalle 09.00 al tramonto – Ingresso 30 dh – Museo di Arte Islamica – Ingresso 15 dh – Tel.024 301890 – www.jardinmajorelle.com