La musica incisa da Simon Dupree & The Big Sound svela evidenti agganci con il beat, grazie a brani quali I See The Light, Thinking About My Life, composto da Derek e Ray, e Day Time Night Time. Ascoltando questi ultimi due pezzi si viene colpiti dall’inserimento di strumenti inusuali (una scelta che tornerà spesso nella storia della famiglia) come i timpani e il corno, suonati entrambi da Phil. Kites, il loro principale successo, e For Whom The Bell Tolls sono due ballate che si possono collocare nel solco di una certa musica psichedelica. Del resto, le nuove sonorità fornite dal mellotron (Derek ricorda che il gruppo fu tra i primi a usarlo stabilmente dal vivo), la presenza di un vibrafono, l’utilizzo di differenti effetti timbrici (quali il suono delle campane o un cinguettio di uccelli impreziosito, nel secondo brano, da un intervento di Phil alla tromba), sono le componenti originali di una visione musicale curiosa e aperta alle novità.
Anche Part Of My Paste si muove nella stessa direzione: l’impostazione soul della voce di Derek è sostenuta da un arrangiamento a base di archi, vibrafono e squilli di tromba. Non mancano riferimenti alla musica di consumo di matrice afroamericana, nel gospel-rock di Amen e nel rhythm’n’blues di Give It All Back, né momenti al limite del demenziale (Teacher, Teacher). D’altronde, lo stesso We Are The Moles non va oltre uno stile canzonettistico che resta nel complesso piuttosto anonimo.
Sintetizzando, la loro è una musica che non propone un indirizzo ben preciso, rimanendo sostanzialmente in bilico tra un pop di consumo e timidi tentativi di seguire direzioni innovative ancora non del tutto chiare. «Sfortunatamente, ascoltavamo le opinioni di altre persone», afferma Ray, «e non eravamo sufficientemente forti, all’epoca, per controllare il nostro futuro».
Le frustrazioni degli Shulman si comprendono meglio alla luce degli eventi musicali inglesi di quel periodo. Eventi che testimoniano fermenti musicali epocali, che nel giro di pochi anni segneranno una svolta profonda nell’evoluzione della musica rock, a partire dall’ultima (e decisiva) produzione discografica dei Beatles. Un aspetto che invece va sottolineato – e che si può facilmente dedurre dalle registrazioni di alcuni filmati televisivi – è la ricchezza timbrica del gruppo, evidenziata dall’eclettismo del polistrumentista Phil (sassofono tenore, tromba, corno, percussioni) e dalla notevole presenza scenica (e vocale) di Simon Dupree, alias Derek Shulman.
Proprio Derek ricorda che il gruppo dava il meglio di sé nelle esibizioni dal vivo: «noi eravamo una killer live band, ricordo bene come ci davamo dentro, eravamo
veramente potenti».
Nel 1969, la band incide il primo pezzo firmato Shulman, Shulman, Shulman: si tratta di She Gave Me The Sun. Nel frattempo, Tony Ransley veniva sostituito alla batteria da Martin Smith, batterista che conosceremo meglio nello sviluppo del nostro racconto. La situazione generale del gruppo precipita definitivamente quando partecipa a uno spettacolo itinerante: una sorta di cabaret pop, con interventi di illusionisti, mangiatori di spade e attori comici. «Iniziammo a fare cabaret, e questo fu il colpo di grazia», commenta Derek. Fu un tour massacrante, pagato bene ma letteralmente orribile dal punto di vista musicale.
Cosicché i tre decisero che era arrivato il momento: rispettarono gli ultimi impegni contrattuali e infine comunicarono agli altri componenti lo scioglimento definitivo della band. Il 1969 volge quasi al termine quando i fratelli Shulman fanno calare il sipario su Simon Dupree & The Big Sound. Giusto in tempo per iniziare una nuova ed emozionante avventura.
Gentle Giant - I giganti del prog-rock di Antonio Apuzzo
Collana Rock People
152 pagine + CD musicale
ISBN: 978-88-6222-120-7