Una miniserie che racconta la l’America della grande depressione attraverso la vita di una donna forte e determinata, ma fragile e sensibile. Un altro gioiello della HBO che ci mostra una serie TV ci possa regalare il cinema più grande.
Titolo originale: Mildred Pierce
Paese: Stati Uniti d’America
Genere: Drammatico
Stagioni: 1 Puntate: 5
Ideatore: Todd Haynes
Soggetto: Da un romanzo di James M.Cain
Canale: HBO
Interpreti:
Kate Winslet: Mildred Pierce
Evan Rachel Wood: Veda Pierce
Guy Pearce: Monty Beragon
Melissa Leo: Lucy Gessler
James LeGros: Wally Burgan
Brìan F. O’Byrne: Bert Pierce
Data uscita in Italia: 14 ottobre 2011
Consigliato: a chi pensa che dalla tv non possa nascere il cinema. Un modo per ricredersi.
Sconsigliato: agli amanti dell’azione nelle diverse sfaccettature causa lentezza in alcuni tratti.
L’unica soluzione, nel micro-cosmo di un comune individuo appartenente alla classe media, è quella di sollevare le maniche e costruire la propria fortuna (o recuperarla) facendo uso delle proprie doti “materialistiche”. Di particolare interesse è la figura della donna in quegli anni, del suo ruolo all’interno della società e di come, da figura marginale, avrebbe potuto innalzarsi verso l’ascesa sociale ed economica. Un buco di serratura dal quale possiamo sbirciare e capire è il romanzo di James M. Cain del 1941 “Mildred Pierce”, passato per il grande schermo nel ’45 grazie alla regia di Michael Curtiz e l’interpretazione di Joan Crawford e arrivato ai giorni nostri attraverso una miniserie diretta da Todd Haynes con Kate Winslet e Evan Rachel Wood.
Composta da 5 episodi, la serie vede come protagonista Mildred (Kate Winslet), una donna intraprendente che tradita e abbandonata dal marito prende in mano le redini della sua vita trovando lavoro come cameriera. Un ruolo semplice non si addiceva alla sua personalità, che caratterizzata da una grande forza la spinge verso l’indipendenza con l’apertura di un suo ristorante la cui specialità che farà impazzire i raffinati palati dei borghesi sarà semplicemente il pollo accompagnato dai wuffles. Se da una parte la storia si snoda nell’ascesa al successo economico e sociale della protagonista, dall’altra mostra la sua vita familiare e sentimentale fatta di relazioni basate sul denaro con un uomo i cui tratti si avvicinano a quelli del gigolò e il rapporto psicologicamente ossessivo con la figlia Veda (Evan Rachel Wood).
Sarà proprio questo rapporto alla Kramer vs Kramer ma in versione femminile e tra madre e figlia che rappresenterà il nucleo della serie. Morbosità da una parte, arroganza e narcisismo dall’altra. Chi ha il denaro sicuramente non possiede la felicità. Motore d’azione dei rapporti, filo conduttore dei legami che in base alla loro presenza/assenza determinano la vita della stessa Mildred.
Proiettato nel 2011 a Venezia fuori concorso come omaggio a Todd Haynes, allora membro della giuria, e con 21 nomination agli Emmy, Mildred Pierce rappresenta un caso perfetto di mini serie che si fa cinema. A partire dai costumi fedeli e accuratamente studiati ma tenuti lontani dalla patina glamour che avrebbe potuto distogliere lo sguardo dello spettatore dalla componente psicologica dei personaggi, elemento centrale della narrazione. Passando poi per gli elementi al suo interno inseriti che fanno da contesto storico, sociale e culturale in cui la storia si svolge: l’importanza della radio, il cinema, il proibizionismo e la crisi finanziaria.
Impossibile non innamorarsene, soprattutto se si pensa alla copia Winslet-Wood che spiazza completamente chiunque si lasci trasportare dalla musica Jazz che fa continuamente da sottofondo.