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I giornali e la paura della parola FEMMINICIDIO.

Da Marypinagiuliaalessiafabiana

Ennesimo femminicidio, il cinquantaquattresimo in soli 4 mesi.

Vanessa 20 anni ammazzata dal compagno . Prima l’ha strangolata con un filo elettrico poi l’avrebbe soffocata con un panno imbevuto di candeggina. Tutti questi particolari portano a capire immediatamente che non è stato un raptus ma una cosa abbastanza premeditata.

I giornali e la paura della parola FEMMINICIDIO.

Eppure i giornali come sempre riportano la notizia così:

I giornali e la paura della parola FEMMINICIDIO.

Così

I giornali e la paura della parola FEMMINICIDIO.

Così

I giornali e la paura della parola FEMMINICIDIO.

Così

I giornali e la paura della parola FEMMINICIDIO.

Questi sono solo alcuni di tantissimi esempi .

Fidanzato geloso.

Ammazzata per gelosia.

Delitto passionale.

Sotto effetto di cocaina.

Mi aveva chiamato con il nome dell’ex.

Se noi non fossimo informati sulla vicenda ma soprattutto se non fossimo sensibilizzati su questa tematica, cosa apprenderemmo di questa notizia così, come la riportano i giornali?

Questo più o meno : ragazza poco fedele, confonde il nome del suo compagno con quello dell’ex (questo fa pensare che la ragazza avesse ancora contatti con lo stesso  o che comunque mantenesse una doppia relazione).

Inoltre giustificano il criminale portando nei titoli il fatto che lo stesso fosse sotto effetto di cocaina. Quindi non era lucido, povero ragazzo tradito, ha riversato nella droga il suo dolore d’amore, dopodichè in un gesto d’impeto ha ammazzato la crudele ragazza adultera.

Questo è quello che si apprende leggendo i titoli di questi giornali  . Non giriamoci attorno!

Così è stata riportata la notizia .  Sempre se l’hanno riportata. Si, perché molti di essi l’hanno anche omessa,  hanno dedicato alla stessa notizia solo un piccolo spazio nella cronaca, ovviamente dopo, molto dopo le varie notozie che riguardavano le pagliacciate dell’ex premier e le notizie inerenti allo spread.

Però ad esempio hanno dimenticato di riportare che Vanessa aveva lasciato il ragazzo epocale per il criminale (quindi l’errore del nome sarà stata davvero una sciocchezza rispetto alla grande prova d’amore che aveva dimostrato per l’attuale compagno). E su molti giornali non è stata neanche riportata la notizia che il criminale le avesse  fatto lasciare il lavoro perché geloso e lui stesso aveva lasciato il suo. Come mai queste omissioni?

Altri giornali hanno riportato come titolo della notizia lo sfogo del papà : “Datemelo tra le mani” .

Quale padre non dichiarerebbe una cosa simile, dopo aver appreso l’uccisione della propria figlia  da parte del compagno che dopodichè per liberarsi del corpo lo aveva buttato da un cavalcavia, e non contento aveva mentito sulla sua totale estraneità circa la scomparsa della sua fidanzata mentre lui stesso -il padre- disperato lanciava appelli da facebook e “Da chi l’ha visto?” ?

Quale padre non avrebbe avuto una reazione di quel tipo? Si può riportare la frase di un papà affranto dal dolore come titolo di una notizia tanto tragica?

Gli stessi giornali, ogni qualvolta riportano le notizie di femminicidio più eclatanti sono soliti creare dei personaggi :

-   Papà vendicativo

-   Mamma muta e affranta dal dolore (che spesso perdona il criminale)

Vi assicuro che non è così. Questi non sono delitti d’onore che vanno risolti tra i maschi di famiglia.

Questi sono epiloghi figli di una cultura sbagliata, che vanno fermati con leggi giuste e con culture di rispetto verso le donne. E non è assolutamente vero che tutte le mamme perdonano. Siamo in contatto con diverse mamme con figlie vittime di femminicidio e nessuna di esse ha perdonato il carnefice.

Allora iniziamo a farci sentire dalle istituzioni. Iniziamo a chiedere l’aggravante per femminicido come è avvenuto in questi giorni in Argentina. E soprattutto non permettiamo più che questi portatori di morte abbiano l’opportunità di poter usufruire del rito abbreviato che assicura all’assassino 1/3 in meno della pena. Una vera vergogna per la giustizia italiana. Un surrogato di giustizia. Un ammazzare per la seconda, terza o quarta volta la vittima.

Altra cosa che mi infastidisce abbastanza sono le reazioni che si vanno a scatenare sui social network su qualsiasi spazio riporti la notizia.

Ci sono i forcaioli.

I patetici finti-cattolici (non tutti ovviamente) che fanno allusioni ad angeli e cieli azzurri.

Ci sono gli psicologi da strapazzo.

E poi ci sono quelli che per avere qualche minuto di stupida attenzione trolleggiano (pur avendo profili realissimi)  esternando parolacce e ingiurie verso la vittima.

Non perdete tempo. Voi continuate a dormire! Continuate a commentare con il vostro qualunquismo solo notizie di politica o di sport!

Pochissima gente oltre ai soliti spazi presta attenzione alla violenza sulle donne e ai femminicidi, quindi possiamo fare a meno dei vostri commenti forcaioli o di indignazione solo nel momento dell’ennesima uccisione più eclatante.

Non usate queste vicende per dire per forza la vostra quando il resto degli altri giorni avete solo girato la testa dall’altra parte!

(Immagine del Corriere presa dalla pagina facebook di Femminismo a Sud)

Faby



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