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“I giorni dell’eternità” conclude la “Trilogia del Secolo”. Incontriamo l’autore Ken Follett

Creato il 09 dicembre 2014 da Fedetronconi

Che tutte le strade portino a Roma è cosa nota. Ma questa volta ad accrescere l’entusiasmo per una visita alla capitale ci pensa uno degli scrittori più conosciuti ed apprezzati dal pubblico mondiale.
Britannico, firma i suoi primi lavori con gli pseudonimi Simon Myles, Bernard L. Ross, Zachary Stone e Martin Martinsen.
Due dei suoi romanzi, “I pilastri della Terra” e “La cruna dell’ago”, sono stati inseriti nella lista dei 101 best-seller più venduti di tutti i tempi e la stima di copie acquistate delle sue molteplici opere ammonta a 150 milioni nel mondo.
Può certamente dirsi tra i più ricchi e famosi giallisti britannici della storia, al pari di autori del calibro di Ian Fleming e Agatha Christie.
“I giorni dell’eternità”, ultimo libro della “Trilogia del Secolo”, ha già raggiunto la prima posizione del New York Times best-seller list, precedentemente occupata dai primi due libri della stessa trilogia- “La caduta dei giganti” e “L’inverno del mondo”- e prima ancora dai romanzi “Triplo”, “Il Codice Rebecca”, “Un letto di leoni” e “Mondo senza fine”.
Per chi non avesse ancora intuito di chi si stia parlando il consiglio è uno soltanto: procuratevi uno qualunque tra i libri citati e abbandonatevi al piacere di avventure mozzafiato, di visioni concepite da una mente brillante e da una penna coinvolgente…quella di Mr Kenneth Martin Follett.
L’Ultima riga lo ha incontrato in una entusiasmante intervista “on the road”: un treno, un viaggio, una breve avventura per scoprire qualcosa di più di un uomo che con la sua incredibile immaginazione ha coperto immense distanze spazio-temporali, guidando il lettore in epoche e mondi straordinariamente differenti.

“I giorni dell’eternità” conclude la “Trilogia del Secolo”. Incontriamo l’autore Ken Follett

Nei suoi libri emergono spesso temi poco conosciuti e scarsamente approfonditi sui banchi di scuola. Come motiva questa sua scelta?
Tratto tematiche non affrontate dai programmi scolastici per poterle sviluppare e condividere, rispondendo alla curiosità dei lettori. Ad esempio, come si svolge la vita alla Casa Bianca o al Cremlino? Tuttavia è difficile raccogliere particolari che corrispondano fedelmente alla realtà. Utilizzo certamente libri di storia ma nel ricreare l’ambientazione e le dinamiche di ciascun evento mi affido all’immaginazione, per esempio nel dipingere l’ansia di incontrare cariche politiche(io stesso l’ho provata!).

Quali consigli rivolgerebbe ad un giovane aspirante scrittore?
Credo che il lettore debba condividere le emozioni che lo scrittore desidera suscitare. Se si riesce a far sentire felici, spaventati(…) si ha un’ottima probabilità di successo; nel caso opposto si risulta solo noiosi, indipendentemente dal fatto che la scrittura sia la migliore concepibile.

I suoi romanzi contano migliaia di pagine: non teme di scoraggiare un pubblico sempre meno avvezzo alle lunghe letture ed incline- complici i tempi – all’immediatezza, alla rapidità?
Non condivido la generalizzata visione screditante del pubblico di lettori. Se ci si annoia vuol dire che il materiale stesso è poco stimolante! Del resto la smentita più eclatante viene dai bimbi in fila alle librerie per acquistare libri come Harry Potter, Twilight, Hunger Games.
Per quanto mi riguarda, il pubblico legge i miei romanzi perché li ritiene entusiasmanti e desidera siano lunghi!
(Ho ricevuto numerose richieste di aumentare le dimensioni di “I giorni dell’eternità”, ma credo che 900 pagine siano più che sufficienti! [Ride]).

Nei suoi libri esplora molteplici epoche (Medioevo, Novecento, contemporaneità, per citarne alcune): a quale si sente più legato e perché? (Ne è affascinato? Per una maggiore inclinazione del periodo a trasmettere determinate tematiche?…)
Mi affascina particolarmente il Medioevo in quanto emergono gusti, passioni ed inclinazioni simili ai nostri ma le vite condotte sono completamente differenti!
Detto ciò mi sono davvero divertito a scrivere “La trilogia del Secolo”", ambientata nel Novecento, ed in particolare “I giorni dell’eternità” perché negli anni ’70 ero un giovane ed appassionato giornalista.
In definitiva chiedere quale epoca preferisca corrisponde a scegliere tra figli…impossibile!

Quali aspetti della scrittura la coinvolgono maggiormente?
Trovo che diventi sempre più interessante: ho iniziato 40 anni fa e non vedo l’ora di scrivere il prossimo libro!
Inoltre, credo di migliorarmi costantemente, libro dopo libro.

Ha lavorato come giornalista e per una casa editrice; cosa ne pensa dei notevoli cambiamenti- tecnologici, in primis- intervenuti nell’editoria in questi ultimi anni?
Sicuramente hanno imposto delle notevoli difficoltà cui far fronte. Ciò detto, sono favorevole agli ebook, particolarmente apprezzati dai giovani lettori. Credo, infatti, che non si tratti di una questione di tipologia di dispositivo utilizzato per la lettura quanto di validità della narrazione: trame valide non cambiano dal cartaceo all’ebook!

Come definirebbe il rapporto social network, scrittura e lettura?
Mi piace Twitter perché è velocissimo: dico ciò che voglio ed ottengo un riscontro immediato, cui sono particolarmente interessato sia che si tratti di critiche positive che negative.
Credo, inoltre, che alla gente piaccia condividere l’esperienza della lettura (io stesso parlo abitualmente con i miei amici dei libri che trovo più o meno interessanti). Questo è un bene per le case editrici: nulla funziona meglio del passaparola!

Come condenserebbe i suoi libri in puntate da 15 secondi su Instagram?
Questo mi ricorda il “1984″ orwelliano, nel quale il personaggio del libraio deve ridurre le dimensione delle opere: ad esempio “Anna Karenina” condensata ad una ricetta per dolci alla fragole. Non credo appoggerei una simile operazione!

La “Trilogia del secolo” diventerà film: alcuni ingredienti che non possono mancare?
Credo che il mio cameo (già nella pellicola tratta da ”I pilastri della Terra”) non sia fondamentale per il successo cinematografico. Spero soltanto che la serie tv possa essere il più flessibile e duratura possibile: non un film all’anno per ciascun libro ma tante puntate che, se di successo, si protraggano anche per 5 o 6 anni.

La personale wishlist di attori per le future trasposizioni cinematografiche dei suoi libri?
Non ho in mente alcun attore in particolare. Finora sono stato fortunato perché si sono dimostrati tutti davvero bravi. Il problema principale è che quando si legge emerge un’idea tanto precisa quanto personale di ciascun personaggio. Ma se gli attori sono validi riescono a far dimenticare l’immagine mentale precedentemente delineata.

Un libro sul suo comodino?
Nelle ultime settimane sto leggendo Patrick Modiano (che, come molti lettori, non conoscevo prima che ricevesse il premio Nobel per la letteratura). Trovo i suoi romanzi brevi estremamente interessanti, carichi di mistero e al contempo divertenti.

Nel 2010 si è dichiarato contrario alla visita di stato di Papa Benedetto XVI nel Regno Unito, mentre nel suo ultimo libro la religione sembra contribuisca a frenare l’ evoluzione; come spiega la sua posizione in merito?
Non penso che il credo religioso ponga limiti al progresso. La mia famiglia è molto religiosa ed anch’io lo sono stato fino ai 16 anni. Conosco la Bibbia ma ho semplicemente smesso di provare necessità di una fede. Non ho nulla contro Papa Ratzinger, al quale, tuttavia, preferisco Papa Francesco, in quanto meno radicale e conservatore nelle sue posizioni.

In “I giorni dell’eternità” traspare la sua adolescenza: il suo ricordo più caro di quel periodo?
Ricordo con affetto le vicende amorose(…non entro nei dettagli! [ride]), ma anche le storie sul business della musica, raccontate da amici con esperienza nel settore.

Oltre alla filosofia e al giornalismo investigativo, quali sono le riflessioni sulle quali più frequentemente si sofferma e che influenzano maggiormente i suoi scritti?
Non ho vere e proprie ossessioni o pensieri ricorrenti. La costante dei miei romanzi è soltanto una donna sexy, intelligente e divertente, riconducibile a mia moglie Barbara.

Cosa pensa del self-publishing? Se dovesse esordire oggi, lo farebbe?
Credo sia una grande opportunità, dal momento che le case editrici possono sbagliare rifiutando un libro. Del resto io ho scritto 10 libri che,benché pubblicati, sono risultati un flop.

Nei suoi romanzi, in particolare nella trilogia “La caduta dei giganti”, “L’inverno del mondo” e “I giorni dell’eternità”, esprime chiaramente le sue idee politiche di centrosinistra, nelle quali si identificano i personaggi positivi, al contrario dei conservatori dipinti come bigotti, profittatori e ipocriti. Non teme che questo possa alienarle il consenso del pubblico di lettori?
È inevitabile che il mio punto di vista traspaia: un romanzo deve rispecchiare il pensiero dell’autore ed il lettore ne è consapevole quando si accosta all’opera. Non credo, poi, sia negativo scontrarsi con le opinioni del pubblico(… e comunque faccio battute ironiche su conservatori e dipingo Nixon positivamente, riconoscendogli meriti trascurati da altri!).

Come ha scelto le storie del suo ultimo libro?
Mi sono chiesto quali fossero le più drammatiche e come potessi collegare le famiglie che ne sono protagoniste con gli eventi storici del ’900. Non ho volontariamente incluso fatti  che, sebbene importanti, non avessero nulla a che fare con miei personaggi.

Scrittura e Blues, le due grandi passioni della sua vita: cosa rappresenta per lei la musica?
La adoro! Suono il basso in un gruppo che si chiama “Damn Right I Got the Blues”. Proviamo tutti i lunedì sera in uno studio di registrazione, cantiamo e ci divertiamo. La gente ci chiede anche di suonare alle feste, ai matrimoni, alle feste di beneficenza. Non chiediamo soldi, è una questione di pura adrenalina (…e poi è sempre un piacere vedere belle ragazze ballare scatenate!).

Se James Bond ha il suo Martini, Ken Follett cosa beve quando ascolta musica e quale donna inviterebbe con lui?
Il mio drink è senza dubbio Bourbon senza ghiaccio. Quanto a una donna, inviterei una qualunque fidanzata di Bond!

Cosa possono insegnarci i periodi storici al centro delle sue narrazioni?
Non posso dire cosa ciascuna epoca insegni; semplicemente prendo per mano il lettore e mostro come si viveva in ogni singolo periodo. Sta al pubblico stabilire quale sia la lezione da imparare.

“I giorni dell’eternità” conclude la “Trilogia del Secolo”. Incontriamo l’autore Ken Follett

Kenneth Martin Follett (Cardiff, 5 giugno 1949) è uno scrittore britannico. Tutte le sue opere sono pubblicate in Italia da Mondadori.
Tra i cicli: in “I pilastri della Terra”: “I pilastri della Terra”(1989),”Mondo senza fine”(2007); in “La Trilogia del Secolo”: “La caduta dei giganti”(2010), “L’inverno del mondo”(2012), “I giorni dell’eternità”(2014).
Tra i romanzi: “La cruna dell’ago” (1978, vincitore dell’Edgar Award nel 1979), “Triplo” (1979), “Il codice Rebecca”(1980), “Sulle ali delle aquile” (1983), “Un letto di leoni” (1986), “Il terzo gemello” (1996).

Per ulteriori informazioni e curiosità si visiti il sito ufficiale

alla prossima!

Monica

“I giorni dell’eternità” conclude la “Trilogia del Secolo”. Incontriamo l’autore Ken Follett

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