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I giorni della poesia

Da Bartleboom
In Lettonia li chiamano dzejas dienas, i giorni della poesia. Sono giorni in cui le persone si mettono a recitare poesie nei luoghi di lavoro, nei posti dove ci si ritrova la sera, nelle case, nelle scuole. Nei parchi. Nei boschi. Anche questo blog vuole partecipare alle dzejas dienas. E comincia oggi con i versi di Māra Zālīte, forse la poetessa contemporanea più celebre in Lettonia.

LinguaLingua, tu sei un fiume quieto,

dove nuda e calda mi immergo,
serbando compassione di quell'attimo
e senza comprenderne l’eternità.
Lingua, sei sangue e carne,
per i miei liquidi pensieri vagabondi.
Amo te e ognuno,
che per tuo tramite
raggiunge le mie orecchie,
quieto fiume.
Solo in te io sento l’eternità,
mentre guado in quello stesso punto, dove sempre,
dove sempre tutti, tutti e sempre.
Bagnami i piedi di parole,
parla la voce del sangue, sussurra e
riempi le volte celesti.
Quieto fiume.
Ecco, io sono.
Tu solo puoi
essermi testimone.
Māra Zālīte (trad. Paolo Pantaleo)
Valoda, tu esi mirguļojoša upe,
kurā kailu un siltu es gremdēju sevi,
žēlojot mirkli
un mūžību neizprotot.
Valoda, tu esi asins un miesa
manām nezinnokurienes plūstošām domām.
Es mīlu tevi un katru,
kas pieskaras manai dzirdei
caur tevi,
mirguļojošā upe.
Tikai tevī es izjūtu mūžību,
iebrienot tajā pat vietā, kur vienmēr,
kur visi vienmēr, visi un vienmēr.
Skalojas man ap kājām vārdi,
asinsbalss runā, čukst un
piepilda velves.
Mirguļojoša upe.
Lūk, es esmu.
Vienīgi tu to vari
apliecināt.

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