«La crisi economica e morale che sta attraversando la società è un’enorme opportunità per chi ha meno di vent’anni perché si cercano persone competenti per la classe dirigente del futuro: sfruttatela». Lo ha detto qualche giorno fa il giornalista conduttore di Ballarò Giovanni Floris, durante la presentazione del suo ultimo libro “Oggi è un altro giorno. La politica dopo la politica” nel liceo Asproni di Nuoro in cui ha studiato il padre Bachisio e al quale la famiglia di Floris ha dedicato una borsa di studio. Certo, sarebbe una bella lezione per tutti che in questo momento storico i nostri ragazzi riscoprissero la bellezza intrinseca della politica per cercare di rinnovare questa società egoista e corrotta che noi adulti abbiamo contribuito a regalargli. Armato di buoni propositi dopo la lettura della cronaca dell’incontro nuorese di Floris ho provato a chiedere a mio figlio quattordicenne: “Miki, ti piacerebbe da grande fare il politico?”. Mi ha fulminato rispondendomi: “XD LOL”. Che significa “Laughing out loud” o “Lots of laughs”. In tutti e due i casi vuol dire che il soggetto si sta sbellicando dalle risate!
La speranza nelle mani dei giovani
Dai sondaggi più recenti emerge la fotografia di una generazione che vede la politica come qualcosa di estraneo: tanti giovani hanno un’opinione negativa del mondo politico, lo guardano con sospetto e rabbia perchè gli sta rubando il futuro e la speranza. Oppure considerano semplicemente la politica una cosa estramamente noiosa ed evitano di seguirla. Oggi i giovani non sono più disposti a credere negli ideali e nelle ideologie in cui hanno creduto i loro genitori. Hanno bisogno concretezza, di risposte semplici ai loro bisogni. Molti di loro provano a seguire la politica attraverso la televisione, con i suoi dibattiti che spessono scadono in rissa oppure attraverso i quotidiani. Ma entrambi i mass media tradizionali non consentono ai ragazzi (spesso neppure agli adulti) di capire a fondo quali sono le dinamiche e i meccanismi della politica. Poi c’è la Rete. Oggi i leader politici, il premier Letta in testa, comunicano attraverso Twitter. Non c’è partito che non abbia un sito internet. Oggi la campagna elettorale si fa con i Mi piace su Facebook. Eppure neppure la politica in Rete sembra interessare alle fasce più giovani, nonostante i ragazzi stiano davanti a un tablet, a uno smatphone o a un pc praticamente in ogni momento della giornata.
Eppure i sondaggi dicono anche che tanti ragazzi, al nord, al centro e al sud Italia, non vedono l’ora di partecipare attivamente alla vita politica esercitando il diritto di voto, anche se preferirebbero partiti fatti da giovani piuttosto che da politici di lungo corso: insomma molti sono pronti a dare un contributo occupandosi attivamente di politica. Giovanni Floris ha ragione. I ragazzi dovrebbero avvicinarsi alla politica e molti di loro, come testimonia la curiosità con cui gli hanno sottoposto tanti interrogativi a Nuoro, lo vogliono realmente fare. Ma anche la politica dovrebbe riavvicinarsi ai giovani creando occasioni di confronto e mettendo a frutto la loro voglia di partecipare e dire la loro. Non mancano per la verità scuole di formazione politica organizzate dai partiti. Ma forse è necessario far uscire la politica dai partiti e portarla nella vita di tutti i giorni per permettere ai ragazzi di conoscerne le regole e i meccanismi. Magari facendogli riscoprire anche a scuola l’importanza dell’educazione civica e dell’essere buoni e onesti cittadini. A prescindere dalla appartenenza a un partito o all’altro. E’ esemplare l’iniziativa di alcuni ragazzi di Cesena impegnati proprio a sensibilizzare i loro coetanei sul fatto che “La politica è una cosa bella“.
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