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I giovani Pd fanno Europa con Casa Pound

Creato il 08 febbraio 2013 da Albertocapece

images (1)E’ una frase che non manca mai nel manuale del buon nazista della porta accanto o dell’antisemita compulsivo che vede saggi di Sion anche in merceria. Infatti “sono stato l’ultima speranza d’Europa” è una frase dell’Hitler nel bunker, pronunciata  dopo essersi reso conto di aver consegnato il continente alla spartizione tra Unione Sovietica e Usa.  Ma insomma questo spiega bene il palpitante europeismo di Casa Pound e dunque la necessità di discuterne, specie in tempi in cui l’Europa è divenuta il tappeto sotto al quale nascondere ogni tipo di materie indigeste.

Ed è così che i Giovani Democratici di Latina hanno deciso di invitare Casa Pound, anzi il suo candidato premier, Di Stefano a un’iniziativa per discutere di Europa, forse dimenticando che l’Europa poundista non è quella di Altiero Spinelli e nemmeno quella di De Gaulle , neanche quella di Kohl: è quella della razza ariana e degli approfonditi studi sul Mein Kampf che vengono portati avanti nelle sedi dell’estremismo di destra. E’ quella contro cui è nata l’idea di Europa. Forse anche ignorando che Casa Pound è un modello di riferimento del neonazismo est europeo. Forse vogliono carpire il segreto che rende tollerata e persino vezzeggiata un’organizzazione che dovrebbe essere fuorilegge. Certo, questi giovani democratici latinensi che calcano il magico suolo riscattato alle paludi, non riescono ad evitare la palude politica, dove tutti i piani rischiano di confondersi. Non è semplicemente una caduta di stile, è l’effetto di una confusione politica e culturale che dentro quel mesto e trito calderone della fine delle ideologie e dunque anche delle idee, ormai riesce a comprendere solo l’idea formale della democrazia. E magari a sgusciare nell’evasività.

Sarebbe stato assai più interessante dibattere invece dell’idea di Europa di Hitler, quella della finanza e dei potentati economici, del 25 settembre italiano nei confronti della burocrazia di Bruxelles  che ne è il gauleiter, della differenza tra l’Europa delle idee e il feticcio che la politica italiana adotta per imporre le necessità del pensiero unico. Ma tant’è in fondo è meno scandaloso e improprio civettare con il fascismo che affrontare la realtà, vedersela con gli incubi del passato che affrontare quelli di oggi.


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