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L'Angelino Alfano da 4,5, che "ha collezionato un anno di insuccessi e anziché formattare è stato formattato", e il "logoro" coordinatore La Russa da 3 tondo tondo. Il capogruppo Cicchitto "simbolo del vecchio", e l'ex ministra animalista Brambilla (tre anche lei), "buona solo per una lista cinque stalle". E poi la Carfagna, insufficiente, sebbene "la politica più amata dai mariti infedeli", e il Tremonti "fuggiasco", voto 2. Si salvano in pochi, nelle pagelle estive sui 25 dirigenti ed ex ministri del partito che i giovani #Formattatori del Pdl rendono pubbliche. È la fotografia impietosa di un rinnovamento mancato. Dopo che il segretario Alfano alla loro manifestazione di Pavia del 26 maggio aveva promesso al sindaco Alessandro Cattaneo, loro leader, e agli altri under 35 che tutto sarebbe cambiato. La più grande novità però è stata il ritorno di Berlusconi. La sufficienza o qualcosa in più solo per Bondi, Brunetta, Fazio, Fitto, Frattini, Galan, Gelmini, Meloni, Sacconi. Ecco le pagelle.
BERLUSCONI. "Rieccolo: voto 10 (come la maglia). C'è chi non ce l'ha e chi ne ha a volontà: questione di quid! Ha dimostrato che dopo di lui, nel partito, c'è il diluvio. Sempre protagonista: nel bene e nel male. Formattatore per eccellenza: doveva subire il parricidio e invece ha sepolto Alfano".
ALFANO. "Rimandato: voto 4,5. Ha collezionato un anno di insuccessi: doveva innovare il Pdl e invece si è trovato alle prese con la stagione delle tessere false. Doveva inaugurare il "partito degli onesti" e onestamente nulla è cambiato. Doveva vincere le amministrative e invece ha perso anche ad Agrigento, casa sua. Ha pure chiesto le dimissioni della Minetti e lei lo ha ignorato spassandosela in Sardegna. Insomma, doveva essere il vero formattatore del partito invece è stato formattato".
LA RUSSA. "Logoro: voto 3. Dinanzi al crollo del Pdl, l'unica analisi che ha consegnato alla storia è la similitudine tra Grillo e il Berlusconi del '94, smentita poi dal capo. Più gaffe che voti".
VERDINI. "Highlander. Voto: 6. Furbo, scaltro, spregiudicato come pochi. Non conosce la parola sconfitta, come alle amministrative. Anche se in Toscana, la sua regione, ormai il Pdl governa solo a Prato. Disposto a tutto pur di sopravvivere".
CICCHITTO. "Calligrafo. Voto: 5,5. "È il simbolo del vecchio. Inadatto a fare il capogruppo, troppo ruvido, scostante e respingente. Se il Pdl alla Camera è passato da 277 deputati agli attuali 209 una responsabilità ce l'avrà, o no? Competente nelle analisi politiche, scrive bei libri".
GASPARRI. "Fomentatore. Voto: 5. Aveva detto a Berlusconi che i finiani ai tempi del 14 dicembre erano quattro gatti. Il Pdl si è salvato per un voto. Poco televisivo, ma passionale. A lui preferiamo Neri Marcorè".
BRAMBILLA. "Bestiale. Voto: 3. Promuovitalia. Cos'è? Non lo sa nessuno, eppure è un'agenzia voluta dall'ex ministro per aiutare il turismo, così fondamentale da finire sotto la scure della spending review. Impegnatissima sul fronte animalista, riscuote molto credito tra i quadrupedi. Forse perché loro, non parlando, non possono replicare... Buona solo per una Lista Cinque Stalle".
CARFAGNA. "Trasformista. Voto: 5,5. Vicina agli anta, nonostante l'ingresso in Parlamento di carne più fresca, detiene ancora lo scettro de "la politica più amata dai mariti infedeli". Tutti le riconoscono il buon lavoro come ministro (soprattutto la sinistra sui gay). Si è un po' eclissata da semplice deputato: un po' frondista al governo, terzopolista nelle relazioni, velina ingrata con Berlusconi".
MATTEOLI. "Stantio. Voto: 4. Capobastone della vecchia politica, pare il rappresentante di un mondo che dovrebbe essere seppellito. Imitando i formattatori ha organizzato a giugno un incontro coi giovani, per rinfrescarsi l'immagine. Peccato che la sala fosse vuota. Siede ininterrottamente da 30 anni in Parlamento. E punta a ricandidarsi. Si goda la pensione".
PRESTIGIACOMO. "Non pervenuta. Voto: 4. Forse se lo ricordano in pochi, ma è ministro dell'Ambiente uscente. A Taranto chiude l'Ilva e l'unica cosa che lei riesce a dire è "Micciché è un ottimo candidato per le regionali siciliane"".
ROMANI. "Approfittatore. Voto: 4. I soldi per la banda larga sono spariti. L'agenda digitale non c'è stata. Ha fatto il ministro e non ce ne siamo accorti. In compenso ha perso le amministrative a Monza, città di cui è commissario".
SCAJOLA. "Incompiuto. Voto: 5. Non riesce mai a fare il ministro perché prima uno scandalo poi un altro l'hanno costretto a dimettersi. Per il cambiamento speriamo rimanga fuori dalle liste, anche a sua insaputa".
TREMONTI. "Fuggiasco. Voto: 2. Insieme con Fini, è la causa del logoramento di Berlusconi. Nonostante Aspen, libri e titoli ha dimostrato di non avere capacità di leadership abbandonando i suoi più fidati uomini (vedi Milanese) e brillando per le sue assenze parlamentari da quando non è più ministro".
VITO. "Vito chi? Ricercato. Senza voto".
Fonte: repubblica.it/
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