Magazine Religione

I goffi tentativi di proselitismo di Corrado Augias…

Creato il 28 agosto 2011 da Uccronline

I goffi tentativi di proselitismo di Corrado Augias…
di Michele Forastiere*
*insegnante di matematica e fisica in un liceo scientifico.

 

Sarò esagerato, ma certe volte ho proprio la sensazione di assistere a una guerra di logoramento, scatenata per conquistare le menti e i cuori delle persone. Fuori di metafora, mi sembra evidente che molti intellettuali dell’area ateo scientista provvedono continuamente ad alimentare la falsa contrapposizione tra scienza e fede, usando ogni mezzo di comunicazione disponibile. L’obiettivo, naturalmente, è quello di convincere il maggior numero possibile di persone che la religione è roba da gente superstiziosa, ignorante e incapace di accettare il progresso scientifico.

È interessante notare come, a tal fine, i suddetti intellettuali non disdegnino di usare uno strumento dialettico un po’ rozzo ma efficace, che definisco “strategia dell’impressione”. In sostanza, questa consiste nel creare l’impressione che le cose vadano in un certo modo, basandosi su osservazioni scientifiche non troppo approfondite e su ricerche dichiarate attendibili, ma spesso non così assodate come si vorrebbe far credere. Le tesi sostenute mirano sempre, a prescindere dai contenuti specifici, a convincere che vi sia inconciliabilità tra la ragione scientifica e le convinzioni religiose. Per la verità, bastano di solito un minimo di riflessione e qualche controesempio per annullare l’impressione appena formata… ma non sempre viene concesso lo spazio per farlo. Casi di applicazione di questa strategia sono certamente noti a tutti. Uno dei più recenti si è potuto ammirare nella trasmissione di Corrado Augias “Le Storie – diario italiano” del 13 giugno 2011 . Gli ospiti, Telmo Pievani e Edoardo Boncinelli, presentavano i loro ultimi libri: rispettivamente “La vita inaspettata” (Cortina Raffaello 2o11) e “Che fine ha fatto l’io?” (Editrice San Raffaele 2010). Il primo tratta di evoluzione, e pertanto merita una disamina un po’ più approfondita, che mi riservo per un successivo articolo; il secondo, scritto in forma di dialogo con il filosofo Michele Di Francesco, affronta invece il tema dell’autocoscienza umana.

Ora, vorrei provare a evidenziare i principali momenti della trasmissione in cui Augias e i suoi ospiti hanno messo in atto la “strategia dell’impressione”. Se mi si consente un piccolo gioco di parole, chiamerò questi momenti CLIC – perché sono gli istanti in cui si vuole specificamente “Creare L’Impressione Che…”. Di più, mi prenderò la libertà di proporre per qualcuno di essi un possibile Contro-clic – che in un dibattito equilibrato sarebbe stato giusto offrire agli spettatori, affinché potessero farsi un’idea più corretta delle problematiche trattate. Veniamo al dunque.

1) La puntata de “Le Storie” si apre con un breve filmato sul principio copernicano e sul successivo graduale spodestamento dell’Uomo dal suo piedistallo di “vertice della Creazione”.
CLIC: LA SCIENZA HA DIMOSTRATO CHE L’UOMO NON CONTA NIENTE NELL’UNIVERSO.
Contro-clic: si può senz’altro concordare sul fatto che la Terra non occupi un posto fisicamente speciale nell’Universo; questo, però, non esclude automaticamente l’idea di creazione divina e la possibilità che l’Uomo abbia in essa un ruolo centrale. Di ciò, del resto, era sicuramente ben consapevole anche l’antico autore del Salmo 8, quando cantava: “Se guardo il tuo cielo, opera delle tue dita, la luna e le stelle che tu hai fissate, che cosa è l’uomo perché te ne ricordi, il figlio dell’uomo perché te ne curi?”. Infine, lo stesso Copernico era convinto che la posizione del Sole al centro dell’Universo rappresentasse meglio la semplicità di Dio e la bellezza del creato (cfr.: http://www.disf.org/Voci/34.asp).

2) Dopo aver introdotto gli ospiti, Augias si dichiara “turbato” dal libro di Pievani, perché in esso si sostiene che “noi siamo qui per caso: al nostro posto poteva esserci il Tyrannosaurus Rex”. Ebbene sì, chiosa Pievani, l’evoluzione biologica dell’Uomo è in gran parte opera della contingenza; fino a qualche millennio fa, infatti, condividevamo il pianeta con altre specie del nostro stesso genere. Dunque l’albero genealogico umano somiglierebbe a un folto cespuglio di cui è sopravvissuto un solo rametto, il nostro – non perché migliore degli altri, ma per puro caso. A questo punto, sorprendentemente, Augias dichiara: “Ma allora questo prova che le credenze su Adamo ed Eva, vissuti 6000 anni fa, sono solo delle creazioni geniali della mente umana!”. Pievani sottolinea, saggiamente, che la Bibbia non va interpretata in senso letterale… ma ormai l’impressione è stata formata.
CLIC: LA SCIENZA PROVA CHE L’UOMO NON PUÒ ESSERE STATO CREATO.
Contro-clic: si può sicuramente essere d’accordo sul fatto che l’evoluzione biologica abbia tutte le apparenze di una storia dominata dalla contingenza, piuttosto che quella di una sorta di progressione inevitabile destinata a sfociare in un essere dotato di intelligenza (l’Uomo). Questo però non prova assolutamente nulla riguardo alla creazione; semmai, ribadisce l’erroneità di una lettura fondamentalista della Bibbia – errore tipico del protestantesimo nord americano, non della Chiesa cattolica. A questo proposito, consiglierei ad Augias e Pievani la lettura dell’interessante articolo di Fiorenzo Facchini “Evoluzione e creazione”, pubblicato nel gennaio 2006 su “L’Osservatore Romano”

3) Dopo alcune insipide considerazioni sul ruolo della contingenza nella vita umana, viene finalmente servito il primo piatto forte della trasmissione. Si tratta di un’antica controversia riguardante le vespe del gruppo Ichneumonidae, il cui ciclo vitale prevede la deposizione delle uova all’interno di larve di altre specie. In epoca vittoriana si scatenò un putiferio intorno a questi insetti, usati come testimonianza a sfavore di chi sosteneva che l’intrinseca bontà della Natura dimostrasse l’esistenza di Dio. Come è possibile, si disse, che un Dio buono e onnipotente permetta una tale quantità di sofferenza e insensata crudeltà nel mondo animale?
CLIC: È IMPOSSIBILE CHE DIO ESISTA; SE ESISTESSE, INFATTI, SAREBBE UN SADICO.
Contro-clic: nell’affrontare questi argomenti, penso che sarebbe opportuno armarsi di un po’ di sano buon senso. Per prima cosa, non reputo lecito proiettarsi empaticamente in una larva di insetto: il nostro sistema nervoso è infatti troppo diverso, da uno stretto punto di vista neurologico. In secondo luogo, come nota incisivamente Stephen Jay Gould, non è appropriato applicare categorie specifiche dell’etica umana (come “crudeltà”) al mondo animale, né ha senso trarre da esso insegnamenti morali. Infine, è bene rilevare che il problema della sofferenza nel mondo non è affatto ingenuamente ignorato dal cristianesimo, al contrario di quanto Augias e Pievani sembrano voler insinuare (vedi per esempio il famoso passo di San Paolo: “Sappiamo bene infatti che tutta la creazione geme e soffre fino ad oggi nelle doglie del parto” (Rm 8,22)); e in ogni caso, si tratta di una problematica che non può essere affrontata e risolta a colpi di impressioni viscerali.

Accantonate per il momento le narrazioni naturalistiche, Augias passa a introdurre quello che definisce il “terrificante” libro di Boncinelli. Di questo, però, parleremo nella prossima puntata.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :