I guai giudiziari di Berlusconi tra Napoli e Milano

Creato il 21 giugno 2014 da Nicola933

Settimana convulsa per Silvio Berlusconi che in pochi giorni deve dividersi tra Roma, Napoli e Cesano Boscone. Sullo sfondo i suoi guai giudiziari che lo costringono a presentarsi a Napoli giovedì scorso in qualità di testimone nel processo che vede Lavitola imputato per tentata estorsione. È la prima volta che Berlusconi si presenta in aula come testimone ed infatti i suoi avvocati avrebbero preferito vederlo deporre in qualità di imputato nel procedimento connesso. I giudici però hanno ritenuto di dover acquisire la sua deposizione come testimone e adesso su di lui pende l’obbligo di dire la verità. Durante l’udienza, l’ex premier perde le staffe: “davvero non comprendo il senso di queste domande” afferma rispondendo al presidente del collegio Giovanna Ceppaluni; “non c’è bisogno che lei capisca il processo funziona così” è la replica. A quel punto Berlusconi non ci vede più e si lancia in uno sfogo (l’ennesimo) contro la magistratura “Incontrollata, incontrollabile, irresponsabile e ha la piena impunità”.

Una frase che non è passata inosservata al punto che il procuratore di Napoli, Colangelo, si è riservato il diritto di esaminare il verbale dell’udienza. Il rischio è che gli venga imputato il reato di oltraggio alla corte, ma perché si configuri tale ipotesi di reato è necessario dimostrare che le parole fossero rivolte direttamente al presidente del collegio che lo interrogava. Secondo il Penalista Carlo Federico Grosso  si potrebbe configurare, più che un oltraggio, “una carica di vilipendio ai danni dell’ordine giudiziario” ma qui si entra in un campo minato, quello del limite tra la libertà di manifestazione del pensiero e comportamento penalmente rilevante. Molto più probabile immaginare che le sue parole possano influire sulla sua condanna definitiva nel caso mediaset, poiché era stato lo stesso magistrato di sorveglianza ad ammonire Berlusconi dal non perseverare nei suoi continui attacchi rivolti alla magistratura. La conseguenza potrebbe essere la revoca dei servizi sociali da convertirsi in arresti domiciliari.

Ma i guai giudiziari dell’ex premier non finiscono qui. Ieri al palazzo di giustizia di Milano si è tenuta l’udienza di appello per il caso “Ruby”, quello in cui Berlusconi è stato condannato in primo grado a 7 anni per concussione e prostituzione minorile. Non era presente Berlusconi, impegnato ai servizi sociali nella clinica di Cesano Boscone e neanche i suoi avvocati storici Ghedini e Longo, a loro volta indagati dalla procura di Milano nel “ruby ter” per corruzione e falsa testimonianza in atti giudiziari. Un processo d’appello che dovrebbe concludersi in tempi rapidi. Non essendoci fatti nuovi sopraggiunti, l’iter prevede per l’11 luglio la requisitoria del procuratore generale Piero de Pretiis e tra il 15 e il 16 luglio la difesa degli avvocati Coppi e Donacci. Il tutto dovrebbe concludersi il 18 luglio, data in cui è fissata a camera di consiglio.


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