Fin da piccoli ci viene insegnato che parlare l’inglese è importante perché ci consente di comunicare con la maggior parte del mondo. Ormai gli asili nido bilingue sono giunti persino in provincia e capita sempre più spesso di sentire madri italiane che parlano con i loro pargoli nella lingua dei Beatles. Esiste, però, una generazione di persone che non ha avuto modo di studiare nelle scuole bilingue, e l’inglese ha dovuto apprenderlo quando ormai era grandicella. Nel campo della moda, poi, alcuni stilisti e guru, sempre sotto i riflettori, pagano insegnanti inglesi mother tongue con cui esercitarsi nei ritagli di tempo, perché le interviste vengono sempre più spesso realizzate in lingua inglese, o semplicemente per comunicare con i propri collaboratori o fan ormai globalizzati come la maggior parte del mondo. Molti di loro hanno proprietà di linguaggio e un vocabolario estremamente vario, non c’è che dire, frutto di una esercitazione continua sul campo quotidiano del lavoro, tuttavia il punto dolente rimane sempre la pronuncia che assume un’italianizzazione che tende a prendere la cadenza della regione di origine, e che in maniera irriverente, vorremmo avvicinare a delle pietanze tipiche.
Miuccia Prada e Franca Sozzani, parlano con una fluency molto elevata un english milanese. Un risottino giallo con osso buco. Anche Stefano Gabbana tende a milanesizzare il suo inglese, ma quando è il suo socio Domenico Dolce a prendere la parola, l’inglese vira alla caponata e alla parmigiana di melanzane. Del resto è la Sicily, bellezza.
Tanto per rimanere nella metafora culinaria regionale, se Donatella Versace ha una tendenza alla soppressata, Frida Giannini, invece, tende un po’ a romanizzare, ma anni spesi a fianco di Tom Ford, hanno reso il suo inglese più international, per cui il piatto è una carbonara cool.
La regina, però, incontrastata dell’inglese italiota è la fashion icon per antonomasia: Anna dello Russo. Quando parla lei, non si può non pensare a un allegro piatto di “cime di reipe”, molto chic, glam, gold, fashion e ironiche. Insomma barocche. Good appetite a tutti.