NO. Il fatto che i kiwi o i gorilla o i pesci rossi o le lumache siano animali molto gentili e simpatici non ha alcuna influenza sul fatto che abbiano diritti.
Coloro che rispondono alle mie posizioni sui “diritti animali” sostengono spesso che sbaglio quando affermo che gli animali non partecipano del contratto morale, perché gli animali (in realtà, le solite due o tre specie di primati e cetacei, che magicamente diventano “gli animali”) hanno un(a specie di) senso morale e formano strutture sociali relativamente complesse.
E non hanno capito un cazzo bollito della mia posizione. Per loro quello morale è ancora un problema che sta tutto nella dimensione astratta e metafisica dei “principi” e del “diritto naturale”. Per loro c’è comunque una qualche caratteristica a priori che conferisca divinamente il diritto agli esseri viventi. E poiché hanno facile gioco a non trovare nessuna caratteristica umana che sia completamente dimostrata non presente, sia anche solo in protoforme appena accennate, in nessun’altra specie, allora concludono che l’umano non avrebbe niente di speciale e dunque nessun particolare diritto.
L’errore, che ho spiegato varie volte, sta proprio in questa deduzione, e cioè nella falsa implicazione che per fondare una normativa di comportamento e attribuire conseguentemente dei diritti dovrebbe servire possedere in astratto una qualche magica proprietà, sia essa l’essere senzienti o il possedere il misterioso “senso morale”. E non è così, è tutto un problema PRATICO del convivere e del condividere in regime di parità e reciprocità lo stesso sistema di norme.
So benissimo che gli animali soffrono, so benissimo che alcuni di loro hanno emozioni, so benissimo che alcuni di loro hanno qualcosa di simile ad un “senso di giustizia” all’interno delle proprie comunità… E NON ME NE FOTTE UNA SEGA, non c’entra NIENTE. Quando dico che gli animali non stanno dentro all’ordine morale non mi riferisco al fatto che essi possano possedere un’astratta parvenza di quello che noi chiamiamo senso di giustizia, mi riferisco alla capacità pratica, reale, immediata di stare nella società come membri attivi e costituenti. Che fra loro si scambino pezzi di banana con spulciate dietro le orecchie non ha alcuna importanza, visto che non ho le pulci e odio le banane.
Banalmente, sentirò di avere obblighi morali verso un qualche animale sulla terra quando quell’animale sentirà di avere il medesimo obbligo morale nei miei confronti (o quando qualche altro più complesso circuito di interazioni, la società tutta, me compreso, avrà un ritorno positivo da questo).
Quindi è inutile che mi mostrate video come questo pensando che magicamente cambierò idea, non c’entrano una mazza e non mi danno la benché minima ragione per cambiare idea. E poi diciamolo, ci sono solide probabilità che il comportamento animale lo conosca meglio di voi.
E se qui ancora non s’è capito, vuol dire che siamo un po’ tardi, eh.
Ossequi