La curva biancoceleste
VITA TIFOSA (Stadio Olimpico, Roma). Roma-Lazio. Che fosse un derby sottotono si era percepito fin dalla vigilia. Per i sostenitori della Lazio non esiste rivincita, “non è importante vincere una battaglia, se ho già vinto la guerra”. Lo ripetono tutti come un mantra. I distinti est, lato Curva Nord, sono pressoché vuoti. La Lazio è abituata a questa controtendenza: perfino nell’anno successivo alla vittoria dello scudetto, gli abbonamenti calarono vertiginosamente.
Ma tant’è, quei “pochi” tifosi laziali presenti se la prendono comoda, solo dopo 5 minuti dall’inizio del match riempiono teatralmente la curva. Prima del loro ingresso troneggiava un maxi striscione “ah dimenticavo c’è il “memorial” derby…finisco la birra e poi entro!”. Da qui il via ad un susseguirsi di striscioni e cori in memoria del 26 Maggio che se, da una parte è una ferita aperta che brucia ancora, dall’altra è motivo di orgoglio. Ma è nell’intervallo che i tifosi biancocelesti si scatenano “30-05-84: il dolore dei vostri padri. 26-05-13: il dolore dei vostri figli”.
Poi arriva il fatidico minuto 71, e poco importa che la Lazio stia perdendo, la Curva Nord esplode, esulta come se fosse stato appena segnato un gol. Lo fa per ricordare quel gol di Lulic che decise la coppa Italia. Sul finire del tempo i tifosi non accusano il contraccolpo psicologico dovuto alla sconfitta che si sta materializzando e continuano a sostenere la propria squadra, segno che questo derby, in fondo vale solo 3 punti.
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