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I librai che leggono i romanzi

Da Zazienews
I librai che leggono i romanzi
Quello di Mulligan è un romanzo ben costruito e lo si capisce dal continuo incalzare di colpi di scena, dalle fughe, sempre riuscite, che aiutano i giovanissimi protagonisti a portare in salvo la pelle con un bel mucchio di denaro. Pecunia non olet è da sempre il detto che accompagna il vil denaro, e mai come in questo romanzo tale affermazione trova piena conferma. Tornando alla costruzione del romanzo si avverte da subito l'influenza o ispirazione data dai romanzi d'azione, dai thriller, un po' le Carré, a cui l'autore deve il meccanismo del cifrario, un po' Brown solo per citare l'ultimo grande fenomeno letterario/hollywoodiano. Insomma, ci si trova immersi, nel tipico filone letterario scritto per essere trasposto in un filmone che un po' fa piangere, ma rasserena, prima della conclusione, i cuori con un finale della serie: “Così gli ultimi saranno primi, e i primi ultimi” Mt 20, 1-16, dove s'intende che i primi sono i potenti/i politici che hanno passato la vita ad umiliare e derubare la loro gente e gli ultimi i poveri. Romanzi come questi ci aiutano a delimitate lo spazio tra letteratura e intrattenimento, e a chiarirci su quello che cerchiamo quando leggiamo un libro, che non è solo la tenuta della trama, ma qualcosa di più. Storie come quelle raccontate non accadono mai, della realtà danno una visione grottesca che infastidisce. Quella dei poveri è una vita che merita ben altre parole. Agata Diakoviez

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