Magazine Economia

I libretti di risparmio bancari

Creato il 04 giugno 2010 da Mrinvest

I libretti di risparmio bancari

I Depositi Bancari rappresentano una categoria fondamentale nell’ambito del panorama finanziario. Infatti ben il 19% circa del risparmio delle famiglie italiane è investito sotto questa forma. I Depositi Bancari racchiudono i seguenti prodotti: conti correnti di corrispondenza, libretti di risparmio, certificati di deposito, obbligazioni bancarie e pronti contro termine.
I Libretti di Risparmio, bancari e postali, rappresentano da oltre un secolo il mezzo più semplice per impiegare i propri risparmi, ma stanno sempre più perdendo appeal nei confronti dei risparmiatori,  e, con l’avvento di altre forme di impiego, sono diventati ormai obsoleti, soprattutto a causa dei bassi rendimenti offerti. Oggi i libretti di risparmio rappresentano il 9% del totale dei depositi bancari.
Possono essere nominativi o al portatore (in quest’ultimo caso consentiti solo per per un importo

massimo pari a 12.500 euro), liberi o vincolati.
I libretti nominativi sono intestati a persone fisiche e prevedono l’esistenza di cointestatari e delegati, quelli al portatore non sono collegati con l’utilizzatore e possono quindi essere adoperati da chiunque ne detenga il possesso. Per la legge italiana antiriciclaggio i libretti al portatore non possono avere un saldo superiore a 12.500 euro e, per la legge sugli accertamenti bancari, chiunque si presenti allo sportello per operare con un libretto al portatore, deve presentare un documento di identità e il codice fiscale. A questo proposito, i libretti bancari (e postali) al portatore, con un saldo appunto sopra i 12.500 euro, devono essere stati obbligatoriamente presentati per l’estinzione allo sportello emittente entro il 30 giugno 2005. In caso di mancata estinzione, dal 1° luglio 2005 per i possessori dei libretti è scattata la sanzione pecuniaria per un massimo del 20% del saldo fino a 250mila euro, e per un massimo del 40% del saldo se questo supera i 250mila euro.
I libretti liberi non hanno alcun limite di durata e offrono un tasso (variabile) più basso rispetto a quello praticato per i libretti vincolati. Per contro il titolare può prelevare denaro quando vuole. I libretti vincolati possono avere  una scadenza determinata (3, 6, 12, 24 mesi) o indeterminata (con vincolo di preavviso reciproco di 3, 6 o più mesi). Il tasso di interesse è fisso per tutta la durata del vincolo ed è stabilito all’atto dell’apertura del libretto. Sui libretti vincolati non sono consentiti prelevamenti di somme prima della scadenza stabilita, salvo la corresponsione alla banca di un interesse passivo relativo al tempo che manca alla scadenza del vincolo.
Sugli interessi corrisposti (parliamo dello 0,010% o giù di lì) grava una ritenuta del 27%. Calcolando che vi sono anche delle spese fisse annuali, aprire un libretto di risparmio significa pagare ogni anno un interesse pari all’inflazione.
Che differenza esiste tra libretto di risparmio e conto corrente?
A differenza del conto corrente, il libretto a risparmio viene utilizzato solo per operazioni di versamento e prelevamento in contanti. Non ci sono assegni, carte di credito e altri servizi accessori al conto corrente, ma si può soltanto prelevare o versare allo sportello. Alcune banche offrono, con i libretti di risparmio, una carta Bancomat.


Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog